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«GRAVITY STAIRS - Crowded House» la recensione di Rockol

Il pop d'autore e la melodia di Neil Finn e i Crowded House

La band australiana ha dato alle stampe "Gravity Stairs", il suo ottavo album

Recensione del 25 giu 2024 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

"Gravity Stairs" è l'ottavo album della carriera dei Crowded House, che ora è quindi perfettamente divisa dicograficamente in due parti. La prima va dal 1985, anno in cui il gruppo vide la luce a Melbourne in Australia, fino al 1996 quando, dopo avere pubblicato quattro dischi il gruppo si sciolse. Una decina di anni più tardi, nel 2007, il gruppo si ritrovò e pubblicò "Time on earth". A questo fecero seguito "Intriguer" nel 2010 e, dopo una lunga pausa discografica, "Dreamers are waiting" nel 2021. Prima di procedere con l'ascolto del disco non si può non notare che il disegno di copertina elaborato dal bassista e tastierista del gruppo Nick Seymour è un palese omaggio all'artwork di "Revolver", Beatles 1966. Un omaggio alquanto impegnativo pensando che il frontman e autore principale della band, Neil Finn, è uno dei migliori scrittori di pop music, diretto discendente (senza voler peccare di blasfemia) delle magie musicali registrate su disco dai fantastici quattro di Liverpool. Data questa premessa, gli undici brani di "Gravity Stairs" vi anticipo che soddisferanno appieno chi ama i Crowded House, il pop d'autore e la melodia.

I Crowded House e il pop

A confermare quanto sopra viene in aiuto un passaggio della sognante "Magic piano" ("When you got some stories to tell/Let the melody reign"), canzone a cui è demandato il compito di aprire la tracklist di "Gravity Stairs". Un titolo, quello dell'album, che Finn paragona al suo essere musicista e legge come "metafora dell'invecchiare diventando consapevoli della propria mortalità, della propria fisicità, ci vuole più determinazione per arrivare in cima, ma c'è sempre la stessa voglia di scalare". "Teenage summer" e "All That I Can Ever Own" – qui l'impasto vocale ha qualche parentela con i Bee Gees - sono in puro stile Crowded House, ma il punto di vista, come normale che sia, è quello di un 66enne, gli anni che ormai conta Neil Finn, che ha arruolato nel gruppo i figli Liam ed Elroy, rispettivamente a chitarra e batteria, oltre al bassista Nick Seymour, unico membro presente con Neil sin dagli inizi, e al produttore Mitchell Froom alle tastiere. Il singolo "Oh Hi" strizza l'occhio all'ottimismo ed è davvero molto orecchiabile. "Some greater plan (for Claire)" è in odore di valzer ed è stata ispirata dal diario di guerra del padre di Neil Finn, "I Can’t Keep Up With You" è più ritmata, la notturna "Thirsty" conduce a "Night song" che chiude l'album virando su inaspettate e vellutate atmosfere funky jazz.

Neil Finn e il pop

Come dimostrato ampiamente in carriera, dal capiente canestro di Neil Finn escono con assoluta semplicità e maestria classe e melodia così come armonia e lirismo, "Gravity Stairs" non fa eccezione alla regola e si affianca senza timore alle altre belle prove su disco del gruppo. La band che arriva dai nostri antipodi, dalla lontana Oceania, non ha assolutamente smarrito il mestiere e poco importa se la nuova uscita dalle nostre parti difficilmente potrà aggiungere nuovi tifosi al seguito che i Crowded House si sono guadagnati nel corso del tempo, chi li conosce ne rimarrà di certo soddisfatto.

Tracklist

01. Magic Piano (04:46)
02. Teenage Summer (03:39)
03. The Howl (03:26)
04. All That I Can Ever Own (03:04)
05. Oh Hi (02:59)
06. Some Greater Plan (for Claire) (04:10)
07. Black Water, White Circle (03:42)
08. Blurry Grass (03:09)
09. I Can’t Keep Up With You (04:01)
10. Thirsty (03:30)
11. Night Song (04:12)
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