Rose Villain al Forum: il taglio di quelle "Maledette malelingue"

Non facciamo finta di niente: su Rose Villain circolano diversi pregiudizi. Uno spettro che va dalle sue origini famigliari al rapporto con Sixpm, suo producer e marito, fino alla sua estetica, al suo modo di stare sul palco o in tv. In una parola? Malelingue. Ivan Graziani, in una canzone, le malediceva e ricordava che “la gente vede il male anche dove non ce n'è”. La cantautrice, invece, ha sempre preferito, passo dopo passo, tagliarle con una katana come fosse Uma Thurman in “Kill Bill”, dimostrando con i fatti di che pasta è fatta. Un’occasione importante è arrivata con il suo primo Forum di Assago in cui ha ripercorso la “radio trilogy”, ovvero gli album “Radio Gotham”, “Radio Sakura”, “Radio Vega”, usciti nel giro di tre anni, in cui ha partecipato anche due volte al Festival di Sanremo e fatto la giudice al talent “Nuova scena”.
Il risultato è uno show in cui emergono tutte le sue anime, da quella più urban e pop a quella più rock e cantautorale, e in cui Rose mostra di poter fare tutto. Canta bene, sia “protetta” dalla band che in solo chitarra-voce, ha feeling con il pubblico, e sfrutta quei movimenti tra artigli “Fuorilegge” e sguardi da Medusa che offrono corpo alle sue canzoni. Il fatto che diventino oggetto di imitazioni, anche comiche, vuol dire che funzionano. Si muove sul palco, circondata dal corpo di ballo, con credibilità e sentimento, non come tanti e tante wannabe popstar italiane che citano come reference Robbie Williams e Dua Lipa e poi sotto i riflettori sembrano fatti di legno. Si percepisce subito che il concerto è frutto di studio, di lavoro e di dedizione. Un cammino che affonda le radici nel suo percorso al Conservatorio di musica contemporanea Musicians Institute in California e arriva fino a oggi.
Sembra una frase fatta, ma la musica è davvero al centro: un parallelepipedo per i visual, due schermi laterali con la camera che segue ovunque la cantante, qualche trovata come una luna enorme, l'effetto pioggia, e stop. Ai gigantismi scenografici si sono, giustamente, preferiti arrangiamenti e mash up efficaci, con le voci delle coriste a mettere le ali ad alcuni pezzi e le coreografie dei danzatori a offrire vivacità. Capitolo ospiti: ottima la scelta di scongiurare l’effetto Festivalbar. Rose ne ha chiamato a raccolta pochi e giusti: tra questi Annalisa, “la prima artista donna a credere nel mio progetto”, per “Eva+Eva”, e Chiello, “il mio artista preferito”, per “Lacrimogeni”, una delle più belle canzoni della serata. Ci sono anche l’eterea Elisa e Gaia, con cui presenta un inedito. Ma la Rose che ci piace di più è quella che non ha bisogno di nessuno, che si prende e si tiene il palco. Da sola, come sulla nuova “Bollicine”, con la band o con Sixpm alla chitarra come in “Tu sai”.
Partita diversi anni fa come voce killer nei ritornelli di molti rapper, uno dei primi a credere in lei fu Salmo nel brano “Don Medellín”, è finita per mangiarsi molti colleghi come un cannibale di “Bones and All” di Guadagnino. A conferma di questo, Gué, con cui ha firmato hit come “Chico”, “Come un tuono” e “Oh Mamma Mia”, e per questo la sua assenza al Forum si fa sentire, l’ha voluta come co-autrice in diversi brani di “Tropico del Capricorno”. A volte la sua musica può sembrare un gran casino, per cambi di registro improvvisi o per i diversi generi che affronta nel tempo di un battito d’ali. “La mia condanna? Non avere un solo genere musicale, ma per me è una condanna bellissima”, aveva raccontato Rose a Rockol. A tenere tutto compatto, però, c’è lei, la sua dirompente personalità.
Sul repertorio si può e si deve lavorare ancora: nella “radio trilogy” ci sono pezzi che svettano, che la valorizzano, e altri che sembrano più dei tentativi di esplorazione. E questo, nella dimensione live, si percepisce, passando da brani che funzionano e bucano ad altri che scorrono più tiepidi. Al netto di questo aspetto, usciti dal Forum si ha la conferma di aver visto un’artista che sa divertire e anche emozionare, che ha talento, visioni, voglia di osare. Con le sue idee, non con quelle degli altri. C’è una frase, scritta da Frida Kahlo, che la fotografa: “Sono il mio esperimento, sono la mia opera d’arte”.
Scaletta:
Michelle Pfeiffer
Io, Me ed Altri Guai
Musica per dimenticare
Graffiti feat. Bresh
Fragole
Elvis
Dalle Ombre
Fuorilegge
Hai mai visto piangere un cowboy
Bollicine
Millionaire
Piango Sulla Lambo + Hattori Hanzo
Wtf
Eva+Eva feat. Annalisa
Il diavolo piange
Huh?
Il mio funerale
Milano almeno tu
Lacrimogeni feat. Chiello
Cartoni animati
Monet feat. Elisa
Fantasmi
Patrick Bateman
Oh Mamma Mia + Bop
No vabbè feat. Lazza
Inedito feat. Gaia
Tu ed Io
Ancora
Smith ‘n’ wesson
Chico
Tu sai con Sixpm
Victoria’s secret
Come un tuono
Trasparente
Click Boom!