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«LA MUSICA È FINITA - Motta» la recensione di Rockol

Motta questa volta si salva da se stesso

L'album è candidato ai Rockol Awards 2023

Recensione del 20 dic 2023 a cura di Claudio Cabona

Voto 8/10

La recensione

Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2023 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua. 
Qua invece le candidature per i migliori live.

Francesco Motta non ama ripetersi, non sopporta intraprendere sentieri già battuti. Ma allo stesso tempo è normale, nel percorso di un cantautore, che un po’ di terra delle strade precedenti rimanga sotto le scarpe. “La musica è finita”, il suo quarto album, in uscita a due anni da “Semplice”, è esattamente questo: una ripartenza con alcune schegge che arrivano inevitabilmente dal passato. Ci sono un sound e un mondo nuovo, ma contemporaneamente si percepisce la firma unica del cantautore toscano. Già dal titolo, infatti, si comprende come questo progetto rappresenti un punto per ripartire dall’inizio, da quello che è sempre stato importante: la musica. La musica finisce, si trasforma, evolve, il suono cambia, ma nonostante tutto porta con sé la storia di Motta. Il titolo non è una dichiarazione pessimista, ma anzi, un punto d’inizio per un nuovo viaggio. Qui potete leggere la nostra intervista. 

Le collaborazioni inedite

Quello che rende il progetto inedito è la voglia dell’artista in primis di collaborare, una novità per Motta che, esclusi i feat con sua sorella Alice, il lavoro con Dario Brunori, ambedue in “Semplice”, e pochi altri casi, ha sempre trattato la musica quasi come un fatto personale. E questo aprirsi agli altri gli ha permesso di spostare ancora una volta le telecamere e di osservare nuovi paesaggi, testuali e compositivi. L’uso talvolta più marcato del pianoforte, di nuovi strumenti e di un certo tipo di sintetizzatori alla Labrinth sono alcuni dei figli di queste esperienze, il tutto inserito dentro il suo universo pop, rock e cantautorale. La particolarità? Ogni canzone è musicalmente diversa, un’immagine a sé stante inserita in un’unica cornice.

“La musica è finita” è il risultato di un lungo lavoro in studio che ha visto Motta scrivere e registrare con Danno, Mauro Refosco, Nick Roseboro, Carmine Iuvone, Giorgio Maria Condemi, Roberta Sammarelli dei Verdena, Cesare Petulicchio, Coco Francavilla, Valentina Del Re, Maria Chiara Argirò, BIAS, Iacopo Sinigaglia e ovviamente Tommaso Colliva, che ha curato la produzione insieme a Motta. E ci sono anche dei veri duetti, dei feat: per sperimentare, l’artista ha deciso per l’occasione di chiamare amici e colleghi come Willie Peyote, Giovanni Truppi, Jeremiah Fraites e Ginevra. E tutto questo gli ha regalato la possibilità di salvarsi da se stesso, dalle sue convinzioni.

Tra Alice e le anime perse

Un caso lampante è “Alice”, una delle canzoni più belle e importanti del disco. A tratti ricorda “Andrea”, capolavoro di De André. Qui Motta parla di sua sorella, quindi di qualche cosa di molto personale, ma ha permesso a Truppi di inserirsi, arricchendo in modo efficace e profondo il pezzo. Questa “ricerca dell’altro” è anche percepibile in “Anime perse”, canzone simbolo a livello sonoro de “La musica è finita”: il brano parla di un amore tra emarginati, il cantautore passa da soggetti a lui apparentemente estranei per fotografare anche pezzi di sé. In “Titoli di coda” affronta con ironia la serietà con cui si approccia al lavoro, mentre “La musica è finita”, con echi che ricordano “Black Skinhead” di Kanye West, sembra la scena dell’interrogatorio fra Batman e il Joker nella pellicola “Il Cavaliere Oscuro” di Nolan. Motta si guarda negli occhi con la musica, si vede da dentro e da fuori, analizzandone passione e distacco. Non è un caso che sia il primo pezzo del post “intervallo”, una sorta di secondo tempo più analitico e viscerale rispetto al primo, cioè alla precedente parte del disco.

Dove la musica non c'é

“Scusa” con Jeremiah Fraites e “Maledetta voglia di felicità” con Ginevra, dal punto di vista sonoro e di scrittura, sono due dei punti focali del disco. Nel primo brano Motta arriva perfino a distaccarsi da sé e sogna di volare, per amore, dove la sua musica non c’è. L’album si chiude con altre due tracce significative: “Se non avessi avuto te” e “Quello che ancora non c’è”, il vero gioiello del progetto. In quest’ultimo capitolo fuoriesce tutto quello che è stato e quello che sarà: Motta si abbandona ancora una volta all’idea e all’esigenza di tenere dentro di sé quello che ha vissuto, ma allo stesso tempo di guardare avanti. Nella sua musica ci sono sempre una fine e un inizio, ci sono il passato e il futuro. Ed è questo stare sopra e dentro il tempo, con un suo particolare spirito controcorrente e in qualche modo punk, a renderlo uno dei cantautori migliori che abbiamo.

Tracklist

01. Anime Perse (03:46)
02. Per non pensarci più (03:04)
03. Titoli di coda (con Willie Peyote) (03:08)
04. Alice (con Giovanni Truppi) (03:24)
05. Intervallo (01:08)
06. La musica è finita (03:19)
07. Scusa (con Jeremiah Fraites) (04:08)
08. Maledetta voglia di felicità (con GINEVRA) (03:01)
09. Se non avessi avuto te (03:26)
10. Quello che ancora non c'è (04:22)
11. Per sempre (Bonus Track) (03:54)
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