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«DREAM WIDOW - Foo Fighters» la recensione di Rockol

“Dream Widow” e l’amore di Dave Grohl per il metal

Grohl torna al suo amore per le sonorità più pesanti per l’album legato al film “Studio 666”

Recensione del 30 mar 2022 a cura di Elena Palmieri

Voto 7.5/10

La recensione

Tra i tanti progetti a cui Dave Grohl ha lavorato negli ultimi anni, c’è anche il film commedia horror con lui protagonista insieme ai Foo Fighters, “Studio 666”. Proprio il soggetto del lungometraggio ha ispirato l’ex sodale di Kurt Cobain per realizzare, registrare e pubblicare a nome della band fittizia della pellicola, Dream Widow, un intero album thrash metal.

Da “Studio 666” con i Foo Fighters ai Dream Widow

Storia vuole che per registrare il loro decimo album, uscito poi con il titolo di “Medicine at midnight” a febbraio dello scorso anno, verso la fine del 2019 i Foo Fighters hanno deciso di affittare una villa a Encino a Los Angeles. Ben presto, però, all’interno della casa hanno iniziato a verificarsi avvenimenti piuttosto strani, frutto - secondo alcune ipotesi - di misteriose presenze. Proprio questi episodi singolari hanno offerto a Dave Grohl l’ispirazione per il film “Studio 666”, ambientato non a caso nella villa dove la formazione di “In your honor” ha lavorato sul suo più recente album in studio. La pellicola racconta quindi delle sessioni di registrazioni di “Medicine at midnight” all’interno di una casa infestata, dove in passato una band metal aveva realizzato un disco prima di venire assassinata.

Dopo essersi svestito insieme ai Foo Fighters dei panni da rockstar lo scorso anno ed essersi calato in quelli da componente di una band di disco music per l’album di cover dei Bee Gees, “Hail satin”, Grohl ha riscoperto il suo lato più aggressivo ed è tornato al suo amore per le sonorità più pesanti per dare così vita e musica al gruppo immaginario del film, i Dream Widow, realizzando un intero album thrash metal. Come già fatto da Dave Grohl per il primo lavoro di studio dei Foo Fighters, nati come suo progetto solista dopo i Nirvana prima di diventare una vera e propria band, ora tra le più influenti del rock, il 53enne musicista ha realizzato l’album eponimo della formazione fittizia Dream Widow suonando praticamente tutti gli strumenti. Per le lavorazione del disco legato a “Studio 666”, però, Grohl si è fatto aiutare dal chitarrista e collaboratore di lunga data James Rota e dai tastierista Rami Jaffee - membro dei Foo Fighters - e Oliver Roman, oltre che da Darrell Thorp, John Lousteau, Jerred Polacci, David Ives e Charlie Lo Presti.

L’amore di Dave Grohl per il metal

All’ascolto delle otto tracce di “Dream Widow”, anticipato dal singolo “March of the insane”, è chiaro fin da subito che lo spirito con cui il frontman dei Foo Fighters ha dato forma al suo album thrash metal è lo stesso con cui ha lavorato con entusiasmo su “Hail satin” o altre idee: fregarsene di ciò che le persone e i fan potrebbero pensare per fare ciò che vuole con l’intenzione di divertirsi. Proprio grazie a questo atteggiamento, il progetto discografico ispirato a “Studio 666” convince e funziona, perché porta con sé la passione e l’amore di Dave Grohl per il metal. Gli stessi impulsi, quindi, per cui il già batterista dei Nirvana nel 2004 aveva dato vita al disco “Probot” e realizzato il suo sogno giovanile di unire in un disco le voci dei mostri sacri delle band ottanta e novanta del genere - come, tra gli altri, Eric Wagner dei Trouble, Wino degli Obsessed, Snake dei Voivod, Cronos dei Venom e qualche nome più noto al pubblico come Lemmy Kilmister dei Motörhead - che lo hanno influenzato a inizio carriera.

Dalle sonorità più estreme e adrenaliniche di “Encino”, dove viene evocata la furia di artisti come Devin Townsend dei canadesi Strapping Young Lad, al thrash che ricorda Venom, Slayer e Celtic Frost di “March of the insane”, fino alla carica death metal in stile Entombed di “The sweet abyss”, “Dream Widow” è un viaggio dentro gli interessi musicali più infernali di Grohl. Il disco, inoltre, si lascia influenzare anche da atmosfere doom metal in stile Trouble che, come nella traccia “Cold” ricca di groove, si uniscono a suoni che richiamano i più recenti Mastodon. In altri momenti, con il brano “Angel with severed wings” per esempio, fanno invece irruzione armonie e melodie contagiose, con ritornelli seducenti e più in linea con i Foo Fighters - che in questi giorni hanno pianto la scomparsa del loro batterista Taylor Hawkins. Ma la sorpresa arriva alla fine con la lunga traccia strumentale di oltre dieci minuti, “Lacrimus dei Ebrius”, in cui riff pesanti, un continuo cambio di stili e passaggi acustici, chiudono in modo epico l’album.

Grazie a tracce cariche di aggressività e altri brani che potrebbero inserirsi nei lavori più pesanti dei Foos, uniti alla capacità di Dave Grohl di passare dalla grinta familiare della sua voce a linee vocali scream o growl e di incorporare diversi stili distinti ma correlati, “Dream Widow” è selvaggio, crudo, sentito, fine a se stesso, e trasmette le giuste sensazioni che l’ascoltatore dovrebbe provare.

Tracklist

01. Encino (01:38)
02. Cold (05:13)
03. March of the Insane (03:31)
04. The Sweet Abyss (04:19)
05. Angel With Severed Wings (04:32)
06. Come All Ye Unfaithful (05:34)
07. Becoming (07:20)
08. Lacrimus dei Ebrius (10:20)
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