Un lavoro piacevole che consoliderà la fan-base dei Giuda, ma sicuramente farà guadagnare anche nuovi adepti desiderosi di scatenarsi sotto al palco, cantando i ritornelli.
Recensione del
13 ott 2019
Voto 8/10
La recensione
di Redazione Vinyl
Una delle cosiddette “eccellenze italiane” esportabili ed esportate all’estero sono i Giuda, band capitolina in azione dal 2010 e giunta da non molto al traguardo del quarto album – che è uscito anche su vinile e per l’etichetta nientemeno che di Sua Eminenza Lee Dorrian (Cathedral, Napalm Death).
Al glam rock con inflessioni hard e punk dei dischi precedenti (caratterizzati ogni volta da un diverso peso, nel mix, delle singole componenti) i Giuda stavolta aggiungono un tocco inaspettato: un’anima che loro stessi definiscono protodisco e che aiuta a plasmare un sound che la band ama pensare radicalmente diverso rispetto a quanto proposto in precedenza.
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