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« L'ESTETICA DEL POP - Andrea Mecacci» la recensione di Rockol

Andrea Mecacci - L'ESTETICA DEL POP - la recensione

Recensione del 15 set 2011 a cura di Franco Zanetti

(Donzelli, 200 pagine, 24,50 euro)

Voto 6/10

La recensione

Lo sapete che non sono un accademico e che non sono nemmeno laureato. Anzi, guardo con vivo sospetto i saggi che utilizzano il linguaggio tecnico e specialistico: non che non li apprezzi in sé, il fatto è che so di non essere in grado di apprezzarli io. Però il titolo di questo volume di Donzelli era troppo accattivante, e l'ho chiesto per recensione, anche se il suo soggetto è la pop art, non la musica.

Credo di aver fatto bene, lo dico subito. Dico subito anche che ho letto questo libro secondo una modalità che assomiglia a quella con cui qualcuno leggeva i “Promessi Sposi”: saltando le descrizioni. Ecco, leggendo “L'estetica del pop” io ho saltato le frasi che, mi balzava all'occhio, utilizzavano un lessico fuori dalla mia portata. Così facendo, s'intende, mi sono giocato gran parte del valore saggistico del libro. Ma quel che mi è rimasto è stato ampiamente sufficiente per giustificare il tempo che ho dedicato al saggio di Mecacci.
Del quale, appunto, ricordo essenzialmente tre sequenze. Il prologo, di cui sono protagonisti Andy Warhol e John Lennon. Tutta la terza parte, in cui si parla di letteratura, cinema e (molto) di musica: Elvis Presley, i Beatles e Bob Dylan (un'eccellente analisi che mi ha aperto nuovi punti di vista), Michael Jackson e Madonna. E un concetto a pagina 55: “Madonna è l'unica e incontestabile erede di Andy Warhol”. Un concetto coraggioso, originale, non so dirvi se condivisibile (è preceduto dalla frase “questa dinamica storica di estetizzazione a tratti ingestibile”, che è – appunto – una di quelle frasi la cui profondità mi sfuggirà per sempre) ma certamente un concetto pop.

(Franco Zanetti)

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