Rockol30

«SOLAR POWER - Lorde» la recensione di Rockol

Lorde è l'erede perfetta di Björk

"Solar power" non sembra un disco di una giovane popstar alla sua terza prova discografica, ma il ventesimo di un'artista che dopo aver accontentato discografici, critici e pubblico comincia sostanzialmente a fare ciò che vuole. E spiazza. La recensione.

Recensione del 20 ago 2021 a cura di Mattia Marzi

Voto 8/10

La recensione

A 24 anni - e solamente al terzo disco - dimostra una maturità fuori dal comune. Sembra un'artista navigata, esperta, che ha già visto e vissuto tutto: alti e bassi, successi e momenti di crisi. Non dimentichiamoci che a soli 16 anni si ritrovò catapultata in cima alle classifiche di tutto il mondo: era il 2013, l'anno della hit "Royals". Quando è così, gli anni corrono velocemente: ne sono passati "solo" otto, sembra un'infinità. Poteva essere divorata dal music biz, usata e poi gettata, finire sul lettino di uno psichiatra. Invece Lorde è stata brava a seguire altre regole. Le sue. "Solar power", che arriva a distanza di quattro anni dal grande successo di "Melodrama", considerato praticamente all'unanimità dalla critica uno dei dischi più belli del 2017, se non il più bello in assoluto (sfiorò anche un Grammy: a soffiarglielo fu "24K magic" di bruno Mars), è un album a suo modo spiazzante.

Fuori dallo star system

Ella Marija Lani Yelich-O' Connor, questo il vero nome della cantautrice neozelandese, lo ha maturato negli ultimi quattro anni, lontana dai social e dai riflettori. Raccontando la bellezza della vita fuori dallo star system, il ritorno alla normalità dopo svariati mesi passati in giro per il mondo a promuovere il suo precedente disco. Normalità che per Lorde ha significato - tra le altre cose - cucinare, sistemare casa, farsi la manicure (lo racconta in "Stoned at the nail salon"), stare con le amiche, andare a fare due passi in spiaggia. E pure prendersi del tempo per esplorare l'Antartide e osservare con i suoi occhi gli effetti del cambiamento climatico (la ricerca si è concretizzata in un libro fotografico, "Going South", uscito all'inizio di giugno - a proposito: il disco esce senza cd, in un un music box eco-consapevole). I brani portano tutti la firma della stessa Lorde, talvolta in coppia con Jack Antonoff, che ha curato la produzione dell'intero disco: è il produttore di riferimento del pop di qualità e oltre ad aver già affiancato la cantautrice neozelandese in "Melodrama" ha lavorato anche con - tra le altre - Taylor Swift, St. Vincent, Lana Del Rey.

Il mood è freak

C'è l'elettronica, ma a farla da padrona è l'acustica, tra atmosfere pop (per "Mood ring" Lorde ha fatto sapere di essersi ispirata a Nelly Furtado e Natalie Imbruglia) e sensazioni lo-fi ("The man with the axe", "Dominoes", "Big star"). Il mood è essenzialmente freak: "Durante la registrazione del disco mi sono ispirata alla cultura musicale degli Anni Sessanta. Volevo comprendere meglio com'è la vita in una comune, l'allontanamento dalla società e il ripartire da zero", ha detto lei, che oggi segue una dieta vegana macrobiotica, brucia la salvia, conserva i cristalli, legge i tarocchi e l'oroscopo. No, non sembra affatto un disco di una giovane popstar al terzo lavoro, ma il ventesimo di un'artista che dopo aver accontentato discografici, critici e pubblico comincia sostanzialmente a fare ciò che vuole. Che è un grande pregio e al tempo stesso un grande difetto: non cerca la hit a tutti i costi, lo dimostra la scelta di pubblicare come primo singolo un brano come "Solar power", con un ritornello che arriva dopo due minuti e non è neppure propriamente un ritornello, nel senso che non si ripete. E se vi dicessimo che è la canzone più pop del disco?

Niente guizzi

Non ci sono i guizzi di "Melodrama", che alternava pezzi più uptempo a ballate intimiste e riflessive, e l'album a lungo andare corre il rischio di suonare un po' piatto. Ascoltato sotto la veranda all'ora del tramonto, in un momento di totale relax, risulta comunque godibilissimo. E d'altronde è quelle sensazioni lì che Lorde ricercherà anche con i concerti del tour (in Italia per due date a giugno del 2022, a Roma e a Verona): dalla descrizione, sembra quasi uno show di Björk. Della quale oggi più che mai la voce di "Royals" sembra l'erede perfetta.

Tracklist

01. The Path (03:41)
02. Solar Power (03:12)
03. California (03:11)
04. Stoned at the Nail Salon (04:26)
05. Fallen Fruit (03:58)
06. Secrets from a Girl (Who's Seen it All) (03:38)
07. The Man with the Axe (04:15)
08. Dominoes (02:03)
09. Big Star (02:47)
10. Leader of a New Regime (01:33)
11. Mood Ring (03:45)
12. Oceanic Feeling (06:39)

Prossimi articoli

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.