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«THE CLEARING - Wolf Alice» la recensione di Rockol

I Wolf Alice sono consapevoli di ciò che vogliono essere

La band torna con il suo quarto album in studio, "The clearing": recensione e videointervista

Recensione del 23 ago 2025 a cura di Elena Palmieri

Voto 8/10

La recensione

Il bosco si apre, la luce filtra tra i rami e la radura diventa spazio di rivelazione. È questa l’immagine che i Wolf Alice hanno scelto come titolo del loro quarto album, "The clearing", un luogo di passaggio, di visione e di prospettiva. Il disco si presenta così come terreno di rivelazione e insieme di consapevolezza, e al tempo stesso scava in ciò che resta e in ciò che deve ancora arrivare. Lungo le 11 tracce dell'album, per oltre quaranta minuti di musica, si ha quindi la sensazione che il rumore si diradi e resti l'essenziale. Giocando proprio sull’ambiguità del termine "The clearing", tra una condizione fisica e uno stato mentale che porta a chiarezza e chiarimento, la band ha scelto il titolo per evocare il processo creativo del disco: "Quando ci siamo messi a scrivere questo album, ci siamo davvero concentrati sul divertirci”, ha raccontato la frontwoman dei Wolf Alice, Ellie Rowsell, nell'intervista a Rockol: “Anche se ci abbiamo messo tanto impegno e abbiamo preso decisioni in modo molto attento, volevamo avere un approccio più rilassato. Non dico che ci siamo riusciti del tutto, ma volevamo goderci il processo. Il titolo vuole evocare una sensazione di pace, di riflessione tranquilla — in modo non deprimente o ansiogeno. Rispecchia davvero il nostro processo creativo. Le canzoni del disco, però, non sono tutte allegre: alcune sono introspettive, forse anche un po’ cupe, ma cercano comunque di essere serene”.
Dopo quattro anni di silenzio discografico, la band londinese torna con un lavoro che prende la forma di un attraversamento: un percorso che parte dall’indie rock degli esordi e approda a un terreno più ampio, in cui convivono scrittura melodica, stratificazione sonora e un forte senso di identità.

Armonie stratificate, echi di Abba e un linguaggio da terapia personale aprono "The clearing": "Thorns" arriva come un brano diretto, che in tono sprezzante riflette sul mettere in piazza il proprio dolore attraverso la musica. "I must be a narcissist…maybe I’m a masochist", arriva a dichiarare Ellie, la cui voce emerge come punto di orientamento. Con "Bloom baby bloom”, primo singolo del disco, si entra poi nell’anarchia strutturale che identificava i Wolf Alice nelle loro prime produzioni, ma anche nella loro veste più creativa e selvaggia. La voce della cantante si fa tanto schiaffo quanto carezza, passando da urla primordiali a una melodica fragilità: “Watch me, you’ll see just what I'm worth / Yes, I'll bloom, baby, bloom / Every flower needs to neighbor with the dirt”, è la frase principale del pezzo, offerto come primo singolo, che diventa subito dichiarazione di intenti e di rinascita. È un brano che cattura in tre minuti la natura della formazione composta da Ellie insieme al chitarrista Joff Oddie, il bassista Theo Ellis e il batterista Joel Amey. Si ritrova fin dalle prime battute l’energia che ha portato i Wolf Alice dai locali dei primi concerti ai palchi importanti in tutto per il mondo. Non a caso, per accompagnare il pubblico verso l’uscita "The clearing”, il gruppo ha deciso di tenere intimi show in città selezionate, tra cui Milano (qui il nostro racconto), anticipando la data del prossimo 13 novembre all’Alcatraz.

“The clearing” si compone inoltre di canzoni che mostrano l’ambizione, le idee e le emozioni che hanno spinto la band a realizzarlo. Ironia e introspezione fanno capolino tra i versi delle undici tracce del disco, che assumono un tono analogico, figlie della scrittura di Rowsell al pianoforte, che conferisce ai brani sfumature di Carole King e Fleetwood Mac. Tra le trame dell’album si ritrovano spesso melodie solide e dall’appeal radiofonico tipico dei Fleetwood Mac della metà degli anni Settanta. “Quello è stato un periodo molto stimolante, ed è quindi di grande ispirazione”, ha sottolineato Joff Oddie nell’intervista con Rockol: “Oggi, essere una band significa anche guardare indietro a un tempo in cui la musica pop, intesa come popolare, era fatta dalle band. Quindi è interessante ripensare a quei periodi e chiedersi: ‘Cosa facevano allora?’. In un certo senso, quindi, parte della musica di quel periodo ha influenzato questo disco — non direi che sia stata l’unica fonte, ma sicuramente c’è una buona dose di ispirazione che arriva dagli anni Sessanta, Settanta e Ottanta”.

"Just two girls" vive di leggerezza sospesa, con una melodia che sembra arrivare proprio da una stazione radiofonica di mezzo secolo fa, e insieme a un altro brano come “Leaning against the wall” mostra la profondità della capacità del gruppo. C’è un dialogo costante tra memoria e presente, tra forme del passato e la volontà di ridisegnarle in un linguaggio che appartiene solo ai Wolf Alice. Altre tracce mostrano la loro attitudine a combinare contrasti: "White Horses" alterna la voce di Rowsell a quella del batterista Joel Amey, in una tensione che scivola da arpeggi acustici a un ritmo incalzante, in bilico tra il respiro dei Led Zeppelin e la malinconia dei Cranberries. In "Bread butter tea sugar" la band sceglie invece la via dell’immediatezza, con una sezione ritmica che trova un groove saldo e chitarre che aprono spazi inattesi, un terreno che dal vivo promette di diventare esperienza collettiva. In "Midnight song" si concentra la prova più netta di Rowsell: una voce capace di attraversare fragilità e forza, conducendo l’ascoltatore in un luogo in cui le parole sembrano farsi corpo sonoro.

"The Clearing" è un lavoro che spinge verso un’apertura, che non ripete formule ma allarga l’orizzonte e gli stimoli dei Wolf Alice, testimoniandone la consapevolezza di ciò che vogliono essere. Dentro questa radura la band mostra un orizzonte che continua oltre il margine del disco, e che non si vede l’ora di scoprire.

Tracklist

01. Thorns (03:14)
02. Bloom Baby Bloom (03:47)
03. Just Two Girls (03:49)
04. Leaning Against The Wall (04:11)
05. Passenger Seat (02:52)
06. Play It Out (04:11)
07. Bread Butter Tea Sugar (03:28)
08. Safe in the World (03:31)
09. Midnight Song (02:50)
10. White Horses (04:29)
11. The Sofa (04:26)
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