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«BLUES DELUXE VOL. 2 - Joe Bonamassa» la recensione di Rockol

Il senso di Joe Bonamassa per le cover

Nel 2003 il musicista statunitense pubblicò “Blues Deluxe”, nel 2023 è arrivato il volume due

Recensione del 09 ott 2023 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

Per la sua uscita numero sedici di studio Joe Bonamassa torna al passato, torna a venti anni fa. Nel 2003 il chitarrista di Utica, allora 26enne, si stava imponendo come uno dei migliori bluesman sulla piazza e si mise alla prova pubblicando “Blues Deluxe”, un album di cover (tranne tre brani originali) che andava a scomodare divinità del genere come B.B. King, John Lee Hooker, Buddy Guy, Elmore James, Albert Collins e il luciferino Robert Johnson. Venti anni più tardi Bonamassa è un musicista affermato e riprende in mano l'idea di quel progetto, gli dà seguito e pubblica "Blues Deluxe vol.2". Nel nuovo disco i brani originali sono due: "Hope You Realize It (Goodbye Again)", firmato Bonamassa/Hambridge, e "Is It Safe To Go Home" di Josh Smith, chiamato anche alla produzione del disco. Mentre i repertori saccheggiati per le cover rispondono, in ordine sparso, ai nomi di Bobby “Blue” Bland, Albert King, Fleetwood Mac, Kenny Neal, Guitar Slim, Pee Wee Crayton, Bobby Parker e Ronnie Earle & The Broadcasters.

Blues, ma non solo

"Blues Deluxe vol.2" è di piacevole ascolto. Joe Bonamassa ha la maturità necessaria per scegliere di porre il proprio talento musicale al servizio delle canzoni e di non procedere con l'operazione inversa, pur senza rinunciare a qualche virtuosismo. Questa strada si rivela essere sempre vincente, poiché le protagoniste di un disco (qualsiasi disco) sono le canzoni e queste non vanno utilizzate quale pretesto per mostrare le proprie capacità. Joe, si sa e lo sa, è comunque uno dei più belli del reame anche senza doversi specchiare nella propria maestria. Il benvenuto alla porta viene affidato a "Twenty-Four Hour Blues" e il testo ci immerge immediatamente nel mood più classico del genere ("Every morning when I wake up/Lord I cry a pool of tears/Seven days now, since you left me/Well it seems like seven years"). Il cantato di Joe è credibile il giusto e quanto alla chitarra...beh, neanche a dirlo, spadroneggia da par suo. Nella successiva "It’s Hard But It’s Fair" alla sei corde tengono gran testa i fiati, che si ritaglieranno grande spazio e importanza nell'economia dell'intero album donandogli profondità. In "Well, I Done Got Over It" Bonamassa urla con buona soddisfazione di avere superato le sue pene d'amore ed idealmente si collega al brano seguente, la gioiosa "I Want to Shout About It", qui l'amore lo si è ritrovato e lo si urla con la voce, ma anche con chitarra, sax e tastiere. Allegria allo stato puro. "Lazy Poker Blues" è un bell'omaggio ai Fleetwood Mac del primo periodo, quello britannico contraddistinto dal blues rock e da Peter Green. Voce e chitarra hanno una perfetta velocità di crociera nella allusiva "You Sure Drive a Hard Bargain". Dire la verità è talmente doloroso che Joe in "The Truth Hurts" chiama in aiuto i compari Kirk Fletcher e Josh Smith.

Well done

Collegandosi concettualmente al "Blues Deluxe" del passato nelle intenzioni di Bonamassa vi era la volontà, in qualche modo, oltre che celebrare una carriera che da allora si è sviluppata al meglio e che gli ha regalato parecchie soddisfazioni, anche di fermare per un attimo la corsa, fare il punto della situazione e regalarsi il piacere di interpretare brani a lui cari. Queste le sue considerazioni al riguardo: “Volevo capire se fossi maturato in tutti questi anni, come musicista... sono contento di poter dire di essere un cantante migliore, anche se non mi considero tale." Molto ben fatto e molto divertente, Joe.

Tracklist

01. Twenty-Four Hour Blues (04:32)
02. It's Hard But It's Fair (03:15)
03. Well, I Done Got Over It (02:54)
04. I Want To Shout About It (04:12)
05. Win-O (05:29)
06. Hope You Realize It (Goodbye Again) (03:58)
07. Lazy Poker Blues (03:17)
08. You Sure Drive A Hard Bargain (03:59)
09. The Truth Hurts (04:35)
10. Is It Safe To Go Home (06:22)
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