I Rancid sono ancora un punto di riferimento

Quest'anno i Rancid festeggiano il trentesimo compleanno del loro album d'esordio, "Rancid". Lo festeggiano come meglio non potrebbero o non saprebbero fare, ovvero pubblicando un nuovo disco, "Tomorrow never comes". Il disco arriva dopo un silenzio discografico prolungatosi per ben sei anni, era infatti il giugno 2016 quando la punk rock band californiana spedì all'ascolto "Trouble maker". Per i ragazzi, parafrasando il titolo del loro album, il domani pare davvero non giungere mai. Freeman e Armstrong viaggiano verso la sessantina ma la grinta e la voglia di dimostrare la loro esistenza rimane intatta confermandosi tra i migliori prodotti della covata punk rock statunitense rivelatasi negli anni Novanta. Insomma, c'erano e ci sono ancora.

I Rancid corrono veloci

La rabbia è quella di sempre - che sia politica o sociale, oppure che si vada sul personale, sui casi della vita, sull'amore - qui è spalmata lungo sedici canzoni che, al solito, non si perdono in inutili giri di chitarra e di parole, ma vanno dritte al punto come da buona abitudine della casa. Sedici brani che solo in sei casi oltrepassano la barriera dei due minuti e in "Don't make me do it" non si giunge neppure al minuto. Qui si corre veloce – una mezz'ora in tutto - nonostante i molti anni trascorsi a tenere alta e a sventolare la bandiera della coerenza. Qui non si pensa neppure per un attimo a mollare la presa, si va dritti allo scopo come si è sempre fatto e come sempre si farà, o almeno si farà fino a quando il domani evocato nel titolo non verrà a chiedere conto di una carriera condotta sempre con il vento in faccia. Saranno pure vecchia scuola i Rancid – è un fatto incontrovertibile – ma la passione è quella di sempre e la speranza è che chi giovinetto al giorno d'oggi si chiude in una cantina, in un garage o dove può o vuole chiudersi guardando a questa band possa appassionarsi e fare sentire la propria presenza urlando al mondo.

Nessuna nuova, buona nuova

Quindi, l'avete certamente compreso, per "Tomorrow never comes" si può spendere l'adagio 'nessuna nuova, buona nuova'. Proprio così, trenta anni dopo i Rancid non hanno ancora deposto gli strumenti e se volete sapere una dritta sulla band, Tim Matt Lars e Branden quegli strumenti non li deporranno mai: sempre fedeli a loro stessi, al loro credo e a chi li ha sempre seguiti o quanto meno ammirati. La gallina è vecchia, o perlomeno attempata, ma il brodo è parecchio gustoso.