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«ORPHEUS DESCENDING - John Mellencamp» la recensione di Rockol

Ancora una volta l'America di John Mellencamp

Il suo nuovo album "Orpheus descending" è un viaggio nei mali oscuri della terra dell'abbondanza

Recensione del 20 giu 2023 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

Presentando il suo nuovo album, "Orpheus descending", John Mellencamp lo ha definito uno dei più personali della sua produzione. Facendo la tara alle frasi fatte che ogni artista snocciola presentando un nuovo progetto, quella del 71enne musicista dell'Indiana è una affermazione che risponde al vero. Che il disco risponda a una urgenza personale di dire la propria è avvalorato dal fatto che è trascorso un solo anno e mezzo dall'uscita del precedente "Simply A One-Eyed Jack", un intervallo di tempo relativamente breve, un poco inusuale per la sua consuetudine. Mellencamp non ha mai conosciuto le mezze misure e non ha mai frequentato l'arte della mediazione, così nel primo singolo tratto da "Orpheus descending", "Hey God", va dritto al punto e prende per le corna un tema molto americano, ma che, con le dovute proporzioni, si può traslare ovunque: l'uso delle armi quale sinonimo di libertà, "Weapons and guns are they really my rights?/Laws written a long time ago/No one could imagine the sight/Of so many dead on the floor". Il dito nella piaga dello stato sociale viene spinto fino in fondo nel secondo singolo, la folkeggiante "The Eyes of Portland", un crudo affresco che denuncia la moltitudine di senza tetto che pullula nelle strade delle città della terra dell'abbondanza, John invita la gente ad aiutare piuttosto che pregare. La precisione di una slide guitar e il calore delle tastiere punteggiano l'amara e sofferta parabola raccontata in "The so-called free".

Le contraddizioni dell'America

Le canzoni di Mellencamp contenute in "Orpheus descending" sono poco consolatorie, giunto nell'ultima parte della sua carriera, il rocker ha lasciato sempre più spazio all'anima popolare e folk che lo ha sempre guidato ed ora il musicista dell'Indiana è ancora di più una delle coscienze critiche con la chitarra in mano di quella terra dalle molte contraddizioni che è l'America. "The kindness of lovers" è una cupa e sofferta preghiera, "Amen" è quanto rimane da dire dando uno sguardo a quanto accade intorno, la speranza è ridotta al lumicino perché 'i tempi grami sono qui per rimanere'. La title track è più ritmata ed è ingentilita dal piacevole suono del violino. La commovente e notturna "Perfect world" raccoglie il mea culpa di un uomo che ha incasinato il suo vivere con l'amata e forse chiede di avere una nuova possibilità. "Understated reverence" è l'unico brano dell'album ad affidarsi al pianoforte e la voce, così roca, alla lontana può ricordare (ma invero non solo qui) quella di Tom Waits. "Understated reverence" è, insieme a "Lightning and luck", tra i migliori episodi del disco. Quest'ultima parla di diritti andati a finire chissà dove, tanto che alla gente per tirare avanti nelle difficoltà serve veramente della buona fortuna. A chiudere "Backbone", sorta di personale diario in cui - per le restanti pagine che verranno scritte nel futuro – vige la promessa di provare ad essere un uomo migliore.

Canzoni, non slogan fini a se stessi

"Orpheus descending" è un album che vuole fotografare senza filtri lo stato dell'America dal punto di vista di John Mellencamp. Il suo occhio riporta un doloroso sdegno per lo stato delle cose che non viene affidato a slogan incendiari. A una certa età, l'invettiva cattiva, spesso rimane fine a se stessa e porta a nulla. Superati i settanta anni un autore di valore come lui sa bene che per giungere al cuore e non solo alla pancia della gente ci si deve impegnare un poco di più, non ci si può limitare a starnazzare al vento. Non tutti riescono ad esprimere il proprio sentire con le capacità artistiche di Mellencamp. Complimenti.

Tracklist

01. Hey God (03:57)
02. The Eyes of Portland (04:29)
03. The So-Called Free
04. The Kindness of Lovers
05. Amen
06. Orpheus Descending
07. Understated Reverence
08. One More Trick
09. Lightning and Luck
10. Perfect World
11. Backbone
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