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«HEAD ABOVE WATER - Laura Cox» la recensione di Rockol

Laura Cox e chitarra: nel nome del rock, ma anche del blues

La musicista anglo-francese al terzo album con “Head Above Water”: il video acustico di "So long"

Recensione del 30 gen 2023 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7/10

La recensione

Laura Cox ha da poco superato la trentina, è di madre francese, di padre inglese e da ragazzina è stata fulminata sulla via del rock'n'roll. Una decina di anni orsono Laura, come fanno molti altri musicisti in erba, ha iniziato a pubblicare su YouTube le sue riletture dei grandi classici della musica rock e blues, queste performance hanno via via riscosso un sempre maggiore gradimento da parte del pubblico (che, si sa, è sovrano). Il numero di visualizzazioni che mettevano insieme le sue cover hanno inevitabilmente attirato l'attenzione degli addetti ai lavori che, evidentemente, ne hanno riconosciuto il talento e le possibilità, da lì è partito il tutto e si è aperto un mondo. Laura ha quindi pubblicato un primo album nel 2017, "Hard blues shot", uscito solo sul mercato francese. Poi, nel 2019, per il secondo disco, "Burning bright", la distribuzione ha raggiunto il mercato internazionale superando l'esame con buoni voti.

Nel nome del rock, ma anche del blues

Superata, o almeno così pare, la fase più aspra della pandemia, Laura Cox si presenta nel 2023 con un nuovo album, “Head Above Water” che conferma quanto di buono si dice e pensa di lei e della sua chitarra, sempre pronta a prendere fuoco e a lanciarsi, al momento giusto, in un assolo mozzafiato ("Fever"). Gli stilemi di riferimento della ragazza francese sono quelli dell'età dell'oro del rock più classico, quello fortemente imbastardito dal blues: ZZ Top, Lynyrd Skynyrd, Led Zeppelin e chi più ne ha più ne metta, senza dimenticare sua maestà Jimi Hendrix, santo patrono di quanti coniugano chitarra e rock. Il ritmo è spesso indiavolato ("Swing it out"), ma non mancano episodi in cui la ballata, grazie a slide e soprattutto al banjo, concede una giusta requie e ci si può rilassare ("Glassy days", "Old soul", "Seaside"). "So long" è un blues anni Settanta, come molti se ne sono sentiti e come molti altri se ne sentiranno ancora: ma in questo locale l'originalità non è richiesta. La title track echeggia i Rolling Stones ed è buona introduzione alle ottime qualità di Laura: eccolo in versione acustica per Rockol

L'energia scorre a fiumi in "One big mess" e il gioco divertente, quanto inutile, di trovare i riferimenti musicali può quindi proseguire senza soluzione di continuità. "Set me free" si apre al sud degli Stati Uniti, indomita e ribelle. "Wiser" potrebbe funzionare in radio, non a caso è stata scelta come singolo, e invita a mettere a fuoco gli obiettivi nell'esistenza ('You fight for your life, Little bit smarter, little bit stronger').

Dal vivo, quanto di meglio si può chiedere

Per il rock di Laura Cox va lucidato e rispolverato il vecchio (ma sempre valido) adagio che recita 'è solo rock'n'roll, ma mi piace'. Proprio così, la ragazza anglo-francese non inventa nulla, ma ciò che conta, spesso, si sa, sono sì le cose che si fanno, ma anche e soprattutto come le si fanno e Laura riesce davvero convincente in ciò che fa: non inventa nulla, ma se per caso vi doveste trovare ad uno di quei rock festival estivi sareste davvero fortunati a trovare il suo nome in cartellone.

Tracklist

01. Head Above Water (04:09)
02. So Long (03:01)
03. One Big Mess (03:56)
04. Set Me Free (04:08)
05. Old Soul (03:45)
06. Wiser (04:43)
07. Before We Get Burned (03:45)
08. Seaside (04:27)
09. Fever (05:27)
10. Swing It Out (04:18)
11. Glassy Days (03:02)
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