I 100 più grandi della musica: una classifica che fa discutere
Marco Di Pasquale ha pubblicato per Arcana (342 pagine, 19,50 euro) un libro intitolato "I 100 più grandi della musica - Di ogni genere, di ogni luogo, di ogni tempo". "Vaste programme", direbbe il generale De Gaulle - proposito ambizioso, traduco io.
Al titolo manca una parentesi: sarebbe dovuto essere “I 100 più grandi della musica (secondo me)”. Perché le classifiche “a gusto”, valutative, come si sa lasciano il tempo che trovano e sono buone giusto per discuterle. Nell’introduzione l’autore spiega che la sua graduatoria riguarda i compositori, non gli interpreti ed esecutori; ma è anche ovvio che mettere in graduatoria tutti insieme esponenti della musica classica, pop, rock, world e via dicendo non può dare che risultati giustificati solo dal parere personale dell’autore. Il quale – insegnante di lettere – oltre a collaborare con “L’isola che non c’era”, “redige motivazioni per premi musicali” (è la prima volta che trovo questa qualifica in un curriculum biografico) ed è “un giurato del Premio Tenco” (uno dei 312).
Sarebbe interessante per i lettori di questo articolo poter riportare integralmente la classifica di Di Pasquale, che vede al primo posto Johann Sebastian Bach, al secondo i Pink Floyd e al terzo Ludwig van Beethoven. Ma per darvi un’idea, riporto solo le posizioni in graduatoria dei compositori pop e rock italiani e internazionali.
6 Queen
12 Yes
15 Led Zeppelin
16 Genesis
20 King Crimson
44 Gentle Giant
45 Dream Theater
47 Magma
48 Doors
49 David Bowie
52 System of a Down
58 Beatles
64 Deep Purple
74 Kate Bush
76 Metallica
78 Jethro Tull
83 Bob Dylan
87 Dire Straits
88 Bjork
92 Police
96 Nick Cave
99 Iron Maiden
Di italiani “popular”, come vedete, nei primi cento non ce ne sono, ma se ne trovano alcuni nella classifica fra 101 e 300, riportata nell’introduzione: la PFM al numero 112, Francesco Guccini al 133, Fabrizio De André (compositore? mah) al 135, Franco Battiato al 280.
Insomma, vi sarete fatti un’idea. Senza entrare in considerazioni sui criteri che hanno generato questa classifica – che a me risultano francamente oscuri - resta da dire che il libro è costituito da schede biografico/critiche di ogni musicista incluso fra i primi 100, che comprendono anche l’approfondimento di una sua opera. Scritte bene. Ma ce n’era bisogno? E soprattutto, c’era bisogno di farne un libro?