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«WORLD RECORD - Neil Young» la recensione di Rockol

Neil Young e Rick Rubin, due leggende per un disco "normale"

Nuovo album per il cantautore, con i Crazy Horse con l'altrettanto leggendario produttore

Recensione del 18 nov 2022 a cura di Gianni Sibilla

Voto 7/10

La recensione

"I never will let go, I never will let go", canta Neil Young in "The World (is in trouble now)", uno dei momenti più elettrici di "World record". Che non abbia intenzione di mollare è evidente: stare dietro alle sue pubblicazioni e alle sue esternazioni richiede attenzione, un bene non da poco in quest'epoca dell'abbondanza musicale e di continui stimoli.
"World record", per dire, è un album di studio che arriva a meno di un anno da "Barn", con in mezzo diverse ripubblicazioni dall'archivio. L'album è attribuito ai Crazy Horse: è il terzo lavoro della nuova formazione con Nils Lofgren alla chitarra posto del pensionato Frank "Poncho" Sampedro.

Neil Young e Rick Rubin

La notizia del disco non è solo la continuità dei Crazy Horse, che prima di "Colorado" (2019) erano in pausa da anni. La notizia è l'accoppiata con Rick Rubin: Young ha abbandonato le alture del Colorado dove ora vive e dove sono stati registrati i dischi precedenti, per andare sulle spiagge californiane. Per la precisione agli studi Shangri-La  di Malibu, casa del produttore. Due leggende che fanno un disco assieme, e quasi per caso: Young ha prenotato lo studio, trovandolo incredibilmente libero, racconta, e pure Rubin non aveva altri impegni. Questo è il racconto, coerente con la visione quasi  "magica" della musica che i due condividono: le cose succedono perché devono succedere, il compito di musicisti e produttori e di creare le condizioni per far arrivare questo "flusso", senza troppe sovrastrutture e senza intoppi. 

Una produzione trasparente

Ma l'altra notizia è che la produzione di Rubin è trasparente: secondo questa logica si è limitato - si fa per dire - far suonare nel miglior modo possibile le canzoni. Insomma, siamo lontani mille migla da "Le noise", la collaborazione tra Young e Daniel Lanois dove la mano del produttore canadese si sentiva eccome. 

"World record" è un disco "normale" di Neil Young, ed è un complimento: lui dice che "arriva da un posto diverso", rispetto all'ultimo "Barn", che è nato fischiettando delle melodie camminando - più o meno come si vede nel video di "Love Earth". Ma il risultato non è molto lontano: una raccolta varia di brani classici, dal country ("Love Earth", appunto), a ballate vintage ("This Old Planet (changing days)") a cavalcate elettriche. Insomma, Young presenta le sue diverse anime, con i temi tipici della sua musica (su tutti il destino del pianeta), e i Crazy Horse eseguono magistralmente. 

Il capolavoro del disco

Come in "Barn", il pezzo che vale tutto appartiene alla categoria elettrica: là era "Walking back", qua è "Chevrolet", 15 minuti di chitarre e interplay da Young e Lofgren che potrebbero arrivare tranquillamente da "Live rust" o da uno dei dischi degli anni '70. Brividi puri.

 

Tracklist

01. Love Earth (04:03)
02. Overhead (03:40)
03. I Walk with You (Earth Ringtone) (03:57)
04. This Old Planet (Changing Days) (02:30)
05. The World (Is In Trouble Now) (03:15)
06. Break the Chain (04:07)
07. The Long Day Before (02:18)
08. Walkin’ On The Road (To The Future) (02:57)
09. The Wonder Won’t Wait (03:17)
10. Chevrolet (15:15)
11. This Old Planet (Reprise) (01:19)
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