Mick Jagger e la sconfitta di Trump: 'Voglio che l'America torni libera'
Mick Jagger si unisce al coro delle star del rock, del pop e del rap internazionale che hanno festeggiato sui social la vittoria del candidato democratico Joe Biden alle presidenziali statunitensi, contro il presidente uscente Donald Trump, che come noto ha denunciato brogli, contestato la vittoria del rivale e fatto sapere che intraprenderà azioni illegali per fare chiarezza sulle votazioni (i dati, ad oggi: 75,4 milioni di voti per Joe Biden, che ha dalla sua 290 grandi elettori, venti in più rispetto a quanti ne servono per vincere; 70,9 milioni di voti per Donald Trump, che deve accontentarsi di 214 grandi elettori). Restano da assegnare tre stati, la Georgia (dove è in testa Joe Biden, con appena 10mila voti in più rispetto a Trump), la North Carolina e l'Alaska (dove invece è avanti il tycoon), ma i giochi sono ormai fatti. E il frontman dei Rolling Stones - che in questi giorni è in vacanza in Italia - ha scelto di dire la sua sull'esito delle elezioni americane attraverso un tweet pubblicato sul suo account personale:
"Non vedo l'ora di tornare in un'America libera da parole dure e insulti e di essere tra persone con cui so di avere basi comuni e sintonia. È una sfida, ma possiamo farcela".
I’m so looking forward to coming back to an America free of harsh words and name calling and be amongst people who I know have common ground and harmony. It’s a challenge but it can be done!
— Mick Jagger (@MickJagger) November 7, 2020
Una settimana fa Jagger aveva condiviso sui suoi canali social ufficiali una clip, della durata di poco meno di un minuto, con un'anteprima di una nuova canzone, intitolata "Pride before a fall" (letteralmente: "l'orgoglio precede la caduta"). E con i versi del brano sembrava rivolgersi proprio a Donald Trump (ma il cantante non ha mai confermato questa interpretazione): "I see the preening, it's overweening, over eating, too much tweeting, and when my back is turned somebody will Push you off the wall. And just remember that pride, it comes before a fall", "Lo vedo pavoneggiarsi, esagerare, mangiare troppo, twittare troppo, e quando sono girato qualcuno ti spingerà giù dalle mura. E ricorda che l'orgoglio precede la caduta".
Quest'estate i Rolling Stones hanno minacciato di trascinare in tribunale Donald Trump, accusandolo di usare senza autorizzazione le loro canzoni - e in particolar modo "You can't always get what you want", diffusa il 20 giugno dagli altoparlanti del palasport di Tulsa, tra le tappe della campagna elettorale del candidato repubblicano - nei suoi comizi. In passato gli Stones avevano più volte fatto recapitare a Trump dei "cease and desist", ossia degli avvertimenti legali, affinché il magnate smettesse di usare i loro successi nei suoi eventi, ma gli appelli erano rimasti inascoltati.
Come fatto notare da alcuni osservatori, dal punto di vista legale - allo stato attuale delle cose - non esistono infatti vie praticabili per impedire a qualcuno di utilizzare opere musicali riproducibili in pubblico in contesti come quelli frequentati da Trump per i suoi comizi, come arene e palasport, dal momento che strutture del genere pagano una licenza annuale sui diritti d'autore per poter sfruttare le opere musicali registrate presso le società di collecting nell'ambito delle loro attività. Motivo per cui Jagger, Richards e altre star del rock, del pop e del rap che hanno visto le loro canzoni diventare oggetto di strumentalizzazione da parte dei politici di vari orientamenti hanno deciso di unire le forze e di farsi promotori di una class action scrivendo una lettera aperta indirizzati ai principali partiti americani, chiedendo di istituire delle norme che regolino l'utilizzo delle canzoni in contesti politici. Con loro anche i Pearl Jam, i Green Day, i R.E.M. e gli Aerosmith.
Tra i tanti protagonisti della scena che sui social hanno esultato per la vittoria di Joe Biden su Donald Trump anche Lady Gaga (che alla vigilia delle elezioni aveva accettato di mettersi a disposizione del candidato democratico, suonando sul palco del comizio di quest'ultimo a Pittsburgh, in Pennsylvania, stato risultato poi decisivo nell'assegnazione della vittoria all'ex vice di Obama), Billie Eilish e Ariana Grande.