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«O CASTA MUSICA - Fabio Zuffanti» la recensione di Rockol

Fabio Zuffanti - O CASTA MUSICA - la recensione

Recensione del 02 lug 2012 a cura di Franco Zanetti

(VoloLibero, 168 pagine, 12 euro)

Voto 4/10

La recensione

Il sottotitolo, “Pamphlet ribelle contro la malamusica’, parla chiaro. Un pamphlet è un’invettiva, una presa di posizione dichiaratamente di parte, e con intenti polemici. Sarebbe quindi sbagliato attendersi equilibrio da un libretto che poi, oltretutto, prende le mosse da un intervento sdegnato in forma di lettera aperta che l’autore inviò nel gennaio del 2011 ad alcuni quotidiani, venendone ripreso e suscitando fervide reazioni.
Del resto Fabio Zuffanti, essendo un musicista che (soprav)vive di musica, e nemmeno più giovanissimo, parla dalla sua trincea, e lo fa con tono accalorato e sdegnato. Molte delle cose che scrive sono condivisibili, anche se non posso che sottoscrivere la sua dichiarazione della prima riga: “Questo è un libro ingenuo”.
Chi, come me, non è artista ma semplice osservatore e cronista della situazione musicale italiana, vede le cose in maniera diversa – non opposta, intendiamoci, ma meno manichea. Zuffanti attribuisce colpe e responsabilità (alla discografia, alle radio, alla stampa: che ne hanno, eccome!) ma sembra considerare i musicisti esenti da – altrettanto pesanti – colpe e responsabilità. Legittimo, anzi quasi doveroso: però, insomma, questa sua è una campana, e per farsi un’idea della situazione bisognerebbe ascoltare anche le altre.
Zuffanti dice di averci provato, e spiega di aver chiesto interviste a gente che non gliele ha concesse (Franco Battiato, Morgan, Ligabue, Caterina Caselli, Alice...); finisce così con l’intervistare solo persone che in un modo o nell’altro la pensano come lui, che rafforzano e sostengono le sue tesi (fa comunque piacere leggere il pensiero lucido e non vittimistico di GianCarlo Onorato e le parole pacate e dignitose di Stefano Isidoro Bianchi di “Blow Up”). Non che, presumibilmente, i citati “non intervistati” si sarebbero spinti a sostenere tesi contrarie; ma mancano, nell’elenco di quanti hanno rifiutato di concedere interviste (perché Zuffanti non gliele ha chieste), i rappresentanti del “nemico”, qualche presidente di radio “solo grandi successi”, qualche direttore generale di major discografica, qualche giornalista di testate generaliste che si occupano “anche” di cantanti e canzoni. Sarebbe stato interessante sentire le controdeduzioni.
Nella foga polemica, purtroppo, Zuffanti dimentica più volte che l’articolo indeterminativo “un” seguito dal maschile non vuole l’apostrofo. Sarà una quisquilia: ma qui siamo in un libro, non su Facebook, e per i libri (come per la musica) ci vorrebbe rispetto.

(Franco Zanetti)

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