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«AMERICAN INDIE - Michael Azzerad» la recensione di Rockol

Michael Azzerad - AMERICAN INDIE - la recensione

Recensione del 20 ago 2010

(Arcana, 480 pagine, 25 euro)

La recensione

Questo è quello che, con una brutta espressione, si può definire un libro "di culto". Lo scrive il giornalista Michael Azzerad, già autore di una biografia sui Nirvana, che racconta a suo modo un periodo importante del rock americano, gli anni '80.

"A suo modo", perché l'"American indie" di cui parla il titolo è inteso in modo un po' intransigente, anzi integralista. Ma nel periodo raccontato dal libro, però, era davvero possibile essere indipendenti.
La storia di quel periodo, raccontata attraverso alcune band chiave - gli Husker Du, i Minutemen, i Black Flag, i Sonic Youth, i Replacements - escludendo a priori tutte quei gruppi che avevano anche solo qualche rapporto con le major (come i R.E.M., che pubblicarono i primi 5 dischi per la indipendente IRS, ma con distribuzione dalla A&M). E terminando le storie nel momento della firma di un contratto con una multinazionale.
Insomma, moltissime mancanze, che l'autore (e anche il traduttore italiano, Carlo Bordone) giustificano, argomentano e discutono in apertura di questo poderoso volume.
L'edizione italiana arriva dopo una decina di anni da quella originale, ed è assolutamente benvenuta, nonostante alcune pecche. Alcune inevitabili, come il titolo italiano, brutto davvero (lo stesso Azzerad lo ha disapprovato, commentando sul blog italano Stereogram: http://stereogram.menstyle.it/781/this-book-could-be-your-life). brutto, ma efficace: l'originale "This band could be your ife" - citazione da una canzone dei Minutemen - era intraducibile. Altre pecche erano evitabilissime, come alcune sviste di traduzione: per citarne una, forse la più grave, un "pubblicists" che diventa "pubblicitari" invece che "ufficio stampa" (p. 164) una svista che in un libro che parla di industria musicale proprio non ci dovrebbe essere.

"American indie" però rimane un ottimo esempio di storiografia rock, perché pur con le limitazioni appena dette riesce a ricreare un periodo davvero importante, a mostrare le connessioni e i percorsi. In attesa del nuovo volume cui Azzerad sta lavorando, l'autobiografia di uno dei personaggi meglio tratteggiati in queste pagine, Bob Mould degli Husker Du, previsto in America per il 2011.

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