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«BARDI, ARPISTI E REACARIE - Martin Gallagher» la recensione di Rockol

Martin Gallagher - BARDI, ARPISTI E REACARIE - la recensione

Recensione del 03 ago 1999

Tarab, collana Ritratti, £ 30mila

La recensione

E’ indubbio che di tutti i patrimoni folkloristici quello musicale irlandese sia uno dei più conosciuti e diffusi in tutto il mondo. In primis per la costante tendenza al viaggio e all’emigrazione che accompagna la storia del popolo irlandese sin dagli albori, e che fa sì che un profondo legame possa essere rinvenuto anche in quella tradizione musicale e repertori come il country o il folk statunitense; in secondo luogo per un indubbio fascino che questa musica sprigiona con la stessa incrollabile maestria con cui tiene invece ben saldo dentro di sé il suo segreto. La musica irlandese è una questione di feeling sia nell’esecuzione che nella fruizione(e del resto per quale musica popolare non è così?), ma a differenza di altri repertori, è una musica che cattura o repelle sin da subito, senza possibilità di equivoci, e questo proprio per la sua capacità evocativa che non ha eguali. Se abbiamo assistito negli ultimi anni ad un progressivo svilirsi di questo patrimonio a causa di non meglio precisate ‘correnti’ new age, è proprio per il tentativo, fatto da mestieranti dell’emozione, di impadronirsi del segreto mondo evocato dall’arpa, dall’uillean pipe o dal penny whistle, strumenti capaci di trasportare in un attimo nel mondo incantato e selvaggio dell’Isola di Smeraldo. Fatto sta che questo libro di quella tradizione e storia musica ripercorre tappa per tappa le pagine più importanti, raccontando la nascita e l’evoluzione di un patrimonio musicale tanto prezioso. Dalle origini campestri del ballo alla musica di corte, dalla forte commistione con il patrimonio musicale inglese al fenomeno dell’emigrazione e fino all’attuale scena musicale tradizionale, questo libro di Gallagher assomiglia all’incrocio tra una tesi di laurea e un testo divulgativo: non ci troverete il Who’s who di questa musica, ed è imperdonabile anche la mancanza di una seppur minima discografia di riferimento, ma come manuale storico può essere consigliato a quanti sono desiderosi di approfondire la conoscenza di questo affascinante mondo musicale.


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