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«PENSAVO FOSSE AMORE - Valeria Arnaldi» la recensione di Rockol

Quando la canzone romantica offende le donne

O, almeno, quando alcune donne possono ritenerla offensiva

Recensione del 16 set 2025 a cura di Franco Zanetti

Arcana, 208 pagine, euro 16.50

Voto 6.5/10

La recensione

Già autrice di “Cartoon rock” (recensito qui) e del meno riuscito “Calendar song” (recensito qui), Arnaldi affronta – con un approccio nettamente ideologico, che però per fortuna non scade nel talebanesimo – un tema di gran moda, cioè come i testi delle canzoni possano risultare poco graditi al pubblico femminile perché maschilisti, paternalisti o irrispettosi. Vasto programma, che per fortuna Arnaldi restringe alle canzoni con testi in italiano. Dato l’assunto di fondo, è ovvio che l’autrice selezioni con cura frammenti di testi che possono sostenere la sua tesi – in qualche caso condivisibile, in altri un po’ forzata. Per dire: a proposito di "Una carezza in un pugno", di Adriano Celentano, all'autrice sfugge completamente il significato di quel "pugno", che evidentemente, come ormai è stato riconosciuto a suo tempo anche dal coautore del testo, Luciano Beretta, non allude a un gesto di violenza ma è la metafora nemmeno troppo velata di un atto di masturbazione ("quando brillerai nella mia mano").  Peccato che fra le centinaia di canzoni citate manchi “Storia d’amore”, ancora di Celentano (“e uno schiaffo all’improvviso le mollai sul suo bel viso rimandandola da te”); peccato che la responsabilità delle parole cantate sia sempre riferita agli interpreti, senza mai precisare gli autori dei testi delle canzoni "incriminate"; peccato infine che in un libro così attento al rispetto per il genere ci siano – a pagina 89 e 104 - un paio di “gli” anziché il corretto dativo femminile “le”.

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