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«CARLO, YOU ROCK! - Carlo Basile» la recensione di Rockol

Carlo Basile - CARLO, YOU ROCK! - la recensione

Recensione del 04 dic 2020 a cura di Franco Zanetti

Marmot Publishing, 96 pagine, 34 euro

Voto 7.5/10

La recensione

La memorialistica musicale non è un genere molto praticato, da noi. Ne parlavo tempo fa con Guido Harari, il notissimo fotografo, e gli dicevo che avrebbe dovuto scrivere un suo libro di memorie e aneddoti - ma la risposta è stata che se volesse raccontare "davvero" tutto ciò a cui ha assistito, il libro sarebbe preferibile (per lui) se uscisse postumo - troppo rischioso. E del resto, l'interesse di un libro scritto da qualcuno che per lavoro ha frequentato personaggi famosi poggia esclusivamente sulle gesta dei personaggi famosi stessi; che, molto molto probabilmente, non gradirebbero di vederle raccontate come sono andate "davvero".
Il preambolo non è del tutto connesso alla recensione di questo volume, ampiamente illustrato con foto in gran parte inedite, in cui Carlo Basile racconta la prima parte della sua carriera professionale, e che dovrebbe essere nientemeno che il primo di una serie pianificata di sei. E del resto, lunga e gloriosa è stata l'avventura lavorativa di questo romano schietto e all'occorrenza brusco (ho avuto il piacere di incontrarlo più volte), che pur vestendo abitualmente in giacca e cravatta è stato davvero un rocker, per attitudine, frequentazioni e spirito. Questo primo volume fa riferimento agli anni "del fanatismo, del collezionismo, della EMI e di 'Per Voi Giovani'"; e in esso Basile, con uno sguardo assolutamente immodesto - "Alle mie intuizioni artistiche e alle mie qualità professionali si deve, in Italia, il successo di oltre 50 artisti di grande fama", scrive nella biografia che apre il volume - ma anche sempre giocoso e scanzonato, ricostruisce la prima tappa del suo percorso nell'industria musicale, quella che appunto si è conclusa nel 1972. 
Appoggiandosi alla memoria, a un archivio personale evidentemente molto ampio, e ricorrendo all'aiuto e ai ricordi di altri testimoni dell'epoca, Basile ci trasporta in un mondo che oggi ci appare davvero lontano, in cui la frequentazione con gli artisti anche di grande fama era meno mediata e più spontanea, più naturale e meno artificiosa. Suscitando in chi a quei tempi non c'era - io ancora non c'ero - anche un bel po' di invidia.
Fra centinaia di nomi di artisti e di titoli di canzoni e di dischi, mi pare di aver trovato un solo errore storico, a pagina 87: non esiste un album di Francesco Guccini intitolato "Lui e lei", probabilmente Basile si riferisce a "Due anni dopo", del quale "Lui e lei" è il primo brano della facciata A.

Franco Zanetti

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