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«IL TESTAMENTO - Andrea Appino» la recensione di Rockol

Andrea Appino - IL TESTAMENTO - la recensione

Recensione del 02 apr 2013

Voto 6/10

La recensione

Nell'ottobre del 2012 Appino ha annunciato, tramite un video su YouTube, l'uscita del suo primo album solista “Il testamento”. Una parentesi solitaria e intima dagli Zen Circus, un disco che il musicista pisano ha fin dall'inizio descritto come “ la totale liberazione dei miei dolori più profondi, la vera e difficile storia della mia famiglia usata come veicolo per una terapia di gruppo, necessaria e a tratti violenta”.

Un lavoro registrato con 'colleghi' del calibro di Giulio Ragno Favero e Franz Valente de Il Teatro degli Orrori, Rodrigo d'Erasmo degli Afterhours, Marina Rei, e musicalmente affine al gusto cantautorale anni Settanta di Appino, ma inevitabilmente dal forte impatto rock.
I temi del disco sono principalmente tre: la famiglia, il proprio ego e la schizofrenia, affrontate in modo più riflessivo rispetto all'ironia (che pure non manca) tipica degli Zen Circus.
Ci sono due brani ispirati al regista Mario Monicelli come la title-track (incentrata sul suo ultimo gesto suicida) e “Solo gli stronzi muoiono” (frase che il cineasta diede in risposta alla domanda 'Non ha paura di morire?'); “Fiume padre”, dedicata appunto al più grande fiume italiano, il Po; “1983”, ispirata ad un discorso che l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini fece in occasione del Natale del 1983.

Tracklist

01. Il testamento
02. Che il lupo cattivo vegli su di te
03. Passaporto
04. Specchio dell'anima
05. Fuoco!
06. La festa della liberazione
07. Questione d'orario
08. Fiume padre
09. Solo gli stronzi muoiono
10. I giorni della merla
11. Tre ponti
12. Godi (adesso che puoi)
13. Schizofrenia
14. 1983

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