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Rkomi, a suo ritmo al Teatro degli Arcimboldi di Milano

Sostituì il tour nei palazzetti con quello nei teatri. E, artisticamente, è stata la scelta giusta.
Rkomi, a suo ritmo al Teatro degli Arcimboldi di Milano
Credits: Mattia Zoppellaro

Il “decrescere” di cui parla da tempo Rkomi, il suo “tornare indietro”, facendo musica e lasciandosi trascinare in modo genuino dalle cose, togliendo le sovrastrutture e non rimanendo troppo condizionato dai numeri o dai risultati, ha il sapore di una rincorsa, quella che si prende, con il cuore e con la mente, prima di affrontare una maratona. Lo scorso giugno ha annullato il tour nei palazzetti per sostituirlo con una tournée nei teatri dal titolo "Mirko nei teatri 2025", a sottolineare la necessità di raccontarsi in modo diverso, portando sotto i fari prima l’uomo, poi l’artista. Dopo averlo visto esibirsi alla prima tappa di questa avventura, in un Teatro degli Arcimboldi di Milano sold out, possiamo dirlo: artisticamente è stata la scelta giusta.

E le ragioni non emergono solamente dalla struttura del live, ma sono proprio custodite in modo intrinseco nel suo ultimo disco: “decrescendo.”, uscito lo scorso maggio, coincide con un racconto personale onesto, cristallino, sofferto, lucente. È il suo album più intimo e senz’altro uno dei più autentici, che meritava e merita di essere presentato in luoghi, come i teatri, dove storicamente si cerca di allenare il superpotere, oggi purtroppo in crisi, dell’ascolto e dell’empatia. “I teatri hanno un’anima. La senti appena entri: è fatta di silenzi, di respiri trattenuti, di luci che si accendono piano, ha spiegato la voce di Calvairate. “Lo spettacolo è incentrato sulle parole, sul racconto. In un intermezzo ho voluto coinvolgere anche degli attori, che cambieranno a ogni data, per dare forza alla narrazione. Sto aggiungendo e imparando nuovi elementi. Avevo bisogno in questo momento di carriera di una tournée come questa, avevo necessità di ritrovare una casa”, ha spiegato nel post serata. Se poi questa scelta di spostarsi dalle gradinate alle sedie rosse si trasformerà in un gesto appropriato e sostenibile anche dal punto di vista numerico e delle vendite, lo si potrà valutare con più precisione a tournée conclusa, ma è giusto dire che a volte risulta necessario, se non doveroso, cercare di sfuggire alla corsa a mettere sotto raggi x le piantine di TicketOne, e bisognerebbe godersi la musica per quello che è, per quello che trasmette.

Rkomi, dopo aver compiuto in questi ultimi anni diverse derapate, curve a gomito e inversioni di marcia, oggi è esattamente sulla strada che vuole percorrere. E lo si capisce sin dall’inizio, quando incomincia il live, arrivando dalla platea, avvolto in un kimono, immerso tra i suoi fan, dove si ritufferà quasi a metà show. Durante “dirti no.” dopo abbracci, salti e strette di mano, sale sul cornicione che divide la galleria dalla platea, rimanendo in un equilibrio quasi precario, cantando da lì e tenendo i presenti con il fiato sospeso. È un momento emotivamente forte come quello, durante l’esecuzione di “Mai più”, che lo vede intrappolato in una gabbia, “metafora delle privazioni e delle aspettative della gente” da cui si libera con “Ossigeno”. Tutti i pezzi, che insieme formano il puzzle della sua carriera, vengono presentati con arrangiamenti mirati a cura di un'ottima band, che meritava di essere presentata al pubblico.

Recuperiamo noi: Marco Spaggiari alla direzione musicale e alle tastiere, Lorenzo Pisoni al basso, Eugenio Cattini alla chitarra, Elia Pastori alla batteria, Daniele Raimondi alla tromba e al sax, Micol Touadi e Marika Palluzzi ai cori. Il live non è privo di difetti: il bilanciamento tra voce e strumenti, in alcuni frangenti, è instabile, e l’audio non arriva sempre pulito, a questo si aggiungano delle sbavature dovute all’emozione. Ma al netto di ciò quello di Rkomi agli Arcimboldi è un live verace e sentito, che tocca delle corde emozionali. Che arriva. “Il ritmo delle cose”, in questo scenario, diventa un inno e infatti ne viene proposto anche un bis sul finale: “Mi sento fortunato a vivere in una parte di mondo in cui mi posso occupare dei miei conflitti personali senza trovarmi coinvolto direttamente in un conflitto più grande, che comunque ci riguarda tutti”.


Dopo il picco del 2021 con il pluripremiato “Taxi driver”, lungo il percorso, sono arrivati X Factor, in cui ha vestito i panni di giudice, il joint album con Irama e la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2022 e nel 2025, dove non tutto è andato per il verso giusto e dove più che giudicato per “Il ritmo delle cose” è stato, in modo gretto, preso di mira per il suo modo di parlare, tanto da sentirsi “immobilizzato”, come ci aveva raccontato. Al di là di questo, non sempre il pubblico ha capito e digerito tutto quello che ha fatto e il come lo ha fatto, “l’ho forse spiazzato” ha ammesso, per questo motivo vedere Rkomi, a teatro, non vestire più i panni di nessuno, ma essere semplicemente “Mirko”, come si era prefissato, non può che essere un grande atto d’amore verso la verità e di riconciliazione con chi è innamorato della sua penna e del suo prezioso modo di raccontarsi. 

Scaletta:
Io in terra/4Z
Milano bachata
Apnea da un po’
Vorrei
Vent’anni
Solletico
Visti dall’alto
Il ritmo delle cose
Gravità + Dove gli occhi non arrivano
Vuoi una mano
Dirti no
Blu
Apnea
Così piccoli
Non c’è amore (con Lazza)
Cancelli di mezzanotte
Secondo atto
Mai più
Ossigeno
Dieci ragazze
Acqua calda e limone

Diecimila voci
Brutti ricordi (con Bresh)
Ridere di te
Partire da te
Insuperabile
Sto bene al mare (con Sayf)
Luna piena
La coda del diavolo
Nuovo range
Il ritmo delle cose

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