And You Will Know Us By The Trail of Dead - TAO OF THE DEAD - la recensione

“Tao of the dead” è il titolo scelto dagli And You Will Know Us By The Trail Of Dead per il loro nuovo disco, settimo capitolo della loro carriera cominciata nel 1998 con l'eponimo album d'esordio. Proprio su quel lavoro mise il proprio zampino il produttore Chris “Frenchie” Smith, che torna dopo molti anni ad affiancare la band texana, coadiuvato però da un altro nome di tutto rispetto come Chris Coady , già la fianco dei Trail Of Dead nel precedente lavoro “The century of self”.
L'album è diviso in due parti, la prima “Tao of the Dead Part I: Tao of the Dead” composta da undici canzoni, la seconda “Tao of the Dead Part I: Strange news from another planet”, composta da un'unica traccia di oltre sedici minuti. I brani amalgamano la sterzata progressive rock degli ultimi anni con un ritorno al graffiante indie rock dei primissimi lavori della band. Il disco è disponibile anche in edizione limitata composta da due CD: sul primo si possono sentire entrambe le parti come due tracce uniche senza interruzioni, sul secondo sono invece presenti i brani separati della prima parte.
Questa scelta è stata così “giustificata” dallo stesso frontman Conrad Keely: “Mi sono ispirato ai dischi della mia gioventù, concept-album incredibili come “Dark side of the moon” dei Pink Floyd, “Relayer” e “Close to the edge” degli Yes e “Hemispheres” dei Rush”.
Il concept di “Tao of the dead” è ispirato al “Tao Te Ching” (il libro del Tao e della Virtù), opera breve di Lao-Tse considerata come una delle vette del pensiero cinese.