Rockol30

«THE LIFE OF A SHOWGIRL - Taylor Swift» la recensione di Rockol

Nuovo album, stessa Taylor: com'è "The life of a showgirl"

La recensione del disco che segna il ritorno della popstar, tra dissing e omaggi a icone.

Recensione del 03 ott 2025 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10

La recensione

Per provare un brivido bisogna aspettare il giro di boa. La traccia numero sette di “The life of a showgirl”, il nuovo album di Taylor Swift, uscito questa notte in tutto il mondo, si intitola “Actually romantic”. Ti aspetti di ascoltare un’altra ballatona romantica, prevedibile, piena di autocitazioni e di rimandi a precedenti dischi o canzoni della cantautrice statunitense, al suo universo narrativo. Invece la “fidanzata d’America” ti spiazza subito, sin dal primissimo verso: «I heard you call me “Boring Barbie” when the coke’s got you brave», «Ti ho sentita chiamarmi “Barbie noiosa” quando la cocaina ti ha dato coraggio». Strabuzzi gli occhi. Con chi ce l’ha? Facile: Charli XCX, la “Brat girl” che lo scorso anno ha dichiarato guerra all’impero di Swift. Se il dissing in questo primo verso è implicito - il riferimento alla cocaina rimanda al verso di “365”, una delle canzoni di “Brat”, in cui Charli XCX diceva: “Should we have a little line?” - diventa esplicito più sotto. «You said you’re glad he ghosted me / wrote me a song saying it makes you sick to see my face», «Hai detto che eri contenta che il mio ex mi ignorasse / hai scritto una canzone dicendo che ti dava fastidio vedere la mia faccia». L’ex in questione è Matty Healey, frontman dei The 1975 con il quale Swift in passato ha avuto un flirt. La canzone è quella “Sympathy is a knife” con la quale lo scorso anno Charli scrisse rime al veleno contro la collega. Gossip? Sì, ma è anche e soprattutto di questo che si nutre “The life of a showgirl”, “La vita di una showgirl”. Per di più se quella showgirl è Taylor Swift, l’artista che si è presa il pop mondiale costruendo il suo impero su continui intrecci tra musica, gossip, rivalità, battaglie mediatiche.

Un disco ispirato alla vita in tour

“The life of a showgirl” arriva a distanza di un anno e mezzo dal precedente “The tortured poets department”, che a sua volta arrivava a un anno e mezzo da “Midnights”. È il dodicesimo album di inediti di Taylor Swift, che nel raccontare la sua vita da showgirl è tornata a lavorare con Max Martin e Shellback, il duo di produttori svededesi che ha forgiato il suono e l’estetica del pop degli Anni Duemila (da Britney Spears a Christina Aguilera, passando per i Backstreet Boys), ai quali dopo “Red” del 2012, “1989” del 2014 e “Reputation” del 2017 aveva preferito Jack Antonoff e Aaron Dessner dei National. Ai microfoni del podcast “New Heights” del fidanzato - e futuro marito - Travis Kelce, Swift quest’estate ha raccontato di aver lavorato all’album durante le date europee dell’“Eras tour”, lo scorso anno, raggiungendo in Svezia il duo: «Gli ho detto: voglio essere orgogliosa di questo album come lo sono dell’“Eras Tour”, e per le stesse ragioni so quanta pressione sto mettendo su questo disco dicendo questo, ma non mi interessa perché lo amo così tanto». Il disco è a tutti gli effetti figlio del tour. Non solo perché Swift ci ha lavorato nel bel mezzo della sua ultima tournée, ma anche perché l’ispirazione principale è la vita on the road, l’esperienza vissuta durante l’“Eras tour”, il rapporto con il palcoscenico, la performance, l’idea della showgirl come figura mitica: «Nasce dal luogo più contagiosamente gioioso, selvaggio e drammatico in cui mi sia mai trovato nella mia vita, e quindi questa effervescenza si è manifestata in questo disco sotto forma di bangers».

Un pop ben confezionato, ma...

Dal punto di vista strettamente musicale, “The life of a showgirl” è il lavoro forse meno sorprendente della carriera recente di Taylor Swift. La produzione appare piuttosto lineare, priva di slanci innovativi o di soluzioni che catturino davvero l’attenzione: quello di “The fate of Ophelia”, “Elizabeth Taylor”, “Opalite”, “Father figure” (scritta su un campionamento dell’omonima canzone di George Michael, accreditato tra gli autori), “Eldest daughter” e degli altri brani contenuti nel disco è un pop di matrice elettronica, declinato ora in chiave più Anni ’60 (“Opalite”) ora in chiave funk (“Wood”) ora in chiave cantautorale (“Ruin the friendship”, dedicata allo stesso amico morto di overdose di “Forever winter” della “Taylor’s Version” di “Red”). Tutto ben confezionato, ma senza particolari guizzi creativi. Ma non sarebbe corretto imputare a una popstar della caratura di Taylor Swift una mancanza di visione. Più semplicemente, il suo impero non si è mai fondato su produzioni avanguardistiche: Swift ha spesso preferito muoversi all’interno delle tendenze del momento piuttosto che crearle, e anche questa volta conferma la sua inclinazione a interpretare piuttosto che a dettare la linea. In un contesto in cui il cosiddetto pop sta conoscendo una nuova primavera nelle classifiche — basti pensare a Sabrina Carpenter, con la quale non a caso duetta nell’unico feat del disco, il brano che dà il titolo all’intero progetto — Swift sceglie di inserirsi con intelligenza, facendosi aiutare da due maestri del genere come Max Martin e Shellback.

...la vera forza è nei testi

La forza di Swift è altrove, rispetto alla produzione: la narrazione personale, la capacità di raccontare emozioni e situazioni con immediatezza e riconoscibilità, il modo con cui sa togliersi sassolini dalle scarpe (come nel caso di Charli XCX). E quella scrittura seriale. In “The fate of Ophelia” torna a ispirarsi a Shakespeare, lei che sul mito di “Romeo e Giulietta” nel 2008 basò “Love story”, una delle canzoni di “Fearless”. In “Elizabeth Taylor” cita l’icona del cinema, nella quale sembra rispecchiarsi raccontando la storia d’amore con il futuro marito Travis Kelce: «Tutti i ragazzi avevano promesso che sarebbero rimasti / sotto le luci intense, sono appassiti: tu fiorisci». Aveva citato Taylor e Richard Burton già in “Ready for it?”, contenuta in “Reputation” del 2017. In “Cancelled!” torna a ritrarsi come una vittima delle cattiverie dell’industria discografica e dai personaggi che la popolano (Charli XCX è solo l’ultima della serie: prima di lei ci sono stati Kanye West, Katy Perry, Calvin Harris, Kim Kardashian, Scooter Braun) e parla della “cancel culture”. In “Father figure” usa il simbolo della figura paterna per parlare di strutture di potere, ritratte come organizzazioni mafiose: il riferimento è all'ex ceo dell'etichetta discografica di Swift, Scott Borchetta, alludendo alle sue origini italo-americane e al modo in cui conduce gli affari. Swift racconta come come le famiglie mafiose parlino di amore e lealtà, ma in realtà siano solo aziende create per generare profitto: una metafora di come Scott Borchetta si comportasse come una figura paterna per Swift, ma in realtà la stesse solo usando per arricchirsi. Il tema ritorna in un modo o nell’altro anche in “Eldest daughter”, in cui parla di traditori. Non originalissimo: lo affrontò anche in “Dear John” in “Speak now”, in “Is it over now” in “1989” e in “Getaway car” in Reputation. La canzone è un modo per compattare il suo esercito: "Non romperò mai quel voto / non vi lascerò mai”. 

Tracklist

02. Elizabeth Taylor (03:28)
03. Opalite (03:55)
04. Father Figure (03:32)
05. Eldest Daughter (04:06)
07. Actually Romantic (02:43)
08. Wi$h Li$t (03:27)
09. Wood (02:30)
10. CANCELLED! (03:31)
11. Honey (03:01)
12. The Life of a Showgirl (feat. Sabrina Carpenter) (04:01)
Schede:
Tags:

Prossimi articoli

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.