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«SOSPESO - Omar Pedrini» la recensione di Rockol

Omar Pedrini, naturalmente sospeso

L'album è candidato ai Rockol Awards 2023

Recensione del 27 dic 2023 a cura di Marco Di Milia

Voto 7.5/10

La recensione

Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2023 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua. 
Qua invece le candidature per i migliori live.

A pensare come vanno le cose, di questi tempi, c’è da stare col fiato sospeso. Anarchico, ribelle e cane sciolto per vocazione, ma con lo sguardo sempre attento ai segnali di pericolo, Omar Pedrini ha consegnato le proprie riflessioni in un nuovo album intimo e pure attento al mondo presente, “Sospeso”, il primo in sei anni.

Venerdì ogni giorno

“Dev’essere venerdì ogni giorno” per il rocker bresciano riferendosi al movimento di protesta “Fridays For Future”, perché ormai l’emergenza climatica non è più rimandabile. Così nel singolo “Diluvio Universale” esorta all’azione, a compiere tutto ciò che è in nostro potere per evitare una distruzione collettiva, anche con gesti a volte estremi. Sono le riflessioni di un artista che ne ha viste tante e ne ha raccontate ancora di più, finendo più di una volta per anticipare i tempi. Già venticinque anni fa con “2020 SpeedBall” dei suoi Timoria, indicava una fine molto vicina, risultando, ahinoi, terribilmente profetico.

Con “Sospeso”, tra elettricità e ballate, epica vintage e visioni futuribili, si guarda soprattutto alle aspettative della nuova generazione, forse ancora più in difficoltà di quella a cui appartiene il musicista stesso - la cosiddetta X Generation dei nati tra il 1965 e il 1980, ovvero la prima a ereditare condizioni sociali peggiori della precedente. Eccoli quindi i mali dell’inquinamento, del denaro come unico credo, di una società votata solo all’apparenza e di un punto di domanda che, tra guerra e catastrofi ambientali appare del tutto irrisolvibile. A tenere viva la fiducia c’è però una spiritualità che suona rivoluzionariamente fuori dai dogmi, quella cantata in apertura in “Dolce Maria”, una preghiera laica a ritmo di rock, rivolta alla figura della Madre, in un dialogo-invocazione che mette al centro i tanti interrogativi di chi non ha mai smesso di credere che un’altra realtà è possibile.

Senza riserve

Ancora, inquietudini e iniezioni di energia si susseguono nella chiamata a “La giusta guerra” (“Combatti per la Terra, l’unica giusta guerra”) e nelle grandi attese di “Col fiato sospeso”, nel brit pop di “Una e unica”, negli echi vintage di “Fresco” o nella contagiosa carica di entusiasmo di “Finché è finita”. Omar mette in questo modo tutto ciò che da sempre lo abita, senza riserve. In particolar modo c’è una salute che presenta il proprio conto con regolare frequenza che ha finito per riflettersi negli umori di un disco insieme impegnato e molto personale, ma anche denso di una passione granitica e pure di un passato tanto incredibile che ha ancora bisogno di essere raccontato, evocato nella nostalgica Milano di “Plastic killer (Anni ’80)”, fino a una speranza che non muore mai celebrata nell’inno cosmico alla vita di “Mangia ridi ama”.

A dare una chiave di lettura di “Sospeso” è proprio il suo autore: “quando siete felici fateci caso”. Sono canzoni che riescono a parlare a tutti, perché con la precarietà che ovunque ci circonda è fin troppo naturale sentirsi sospesi. Non c’è da dire, ma c’è da fare.

Tracklist

01. Dolce Maria (03:28)
02. La Giusta Guerra (03:46)
03. Diluvio Universale (03:35)
04. Ombre Etrusche (Un Canto Orfico) (04:55)
05. Col Fiato Sospeso (03:32)
06. Una E Unica (02:59)
07. Plastic Killer (Anni '80) (03:26)
08. Fresco (05:08)
09. Finché È Finita (04:21)
10. Mangia Ridi Ama (Little Boy) (05:17)
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