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«L'AMORE - Madame» la recensione di Rockol

Madame ha scritto un disco coraggioso

Il secondo album della cantautrice è figlio della “lezione” di De André. Richiede tempo e studio.

Recensione del 02 apr 2023 a cura di Claudio Cabona

Voto 8/10

La recensione

Non è vero che non escono album che scuotono o che non hanno alla base una ricerca musicale. Il piattume in cui viene troppo semplicisticamente confinata la musica italiana non è reale. Ma è altrettanto vero che oggi nel nostro Paese è raro che un artista, conosciuto per un determinato stile o comunque molto esposto, esca dai recinti che si è costruito, e in cui ha ottenuto successo, per osare e portare il pubblico dentro una nuova dimensione. Madame con il suo secondo album, “L’Amore”, chiede uno sforzo a chi ascolta (leggi qui la nostra intervista all'artista) ha realizzato un album coraggioso, per nulla accomodante, che prevede approfondimento e studio.

I suoni

È un concept sui sentimenti, sulle connessioni, positive e negative, con il nostro prossimo. Va capito e compreso. Fa sorridere perché sembra proprio come in una relazione d’amore: solo dopo aver dedicato del tempo a quello che ci interessa, si può comprendere se c’è affinità. È così anche con il disco “L’Amore”. L’urban, a livello sonoro, c’è ancora, ma è declinato, filtrato e messo al servizio di storie particolari, mai immediate o superficiali. Storie che, talvolta, hanno diverse chiavi di lettura e che non sono dirette come una barra rap. C’è una fortissima anima cantautorale in questo progetto che non rinuncia a sperimentazioni elettroniche, come in “Il mio nuovo maestro”, una delle tracce più belle, o a musiche dal sound mediterraneo, “Nimpha”. Ci sono anche esercizi di stile divertenti e volutamente crudi come in “Pensavo a…”.

Le storie

Quella di Madame è musica che vuole suscitare reazioni, è un guanto di sfida all’ascoltatore: la violenza domestica di “Quanto forte ti pensavo” e il manuale dei pregiudizi tossici di “Donna vedi” non possono lasciare indifferenti. Il disco non è semplice anche perché richiede empatia e voglia di immedesimarsi. Spesso quello che canta Madame non è quello che pensa, ma è quello che anima il personaggio che interpreta. Nell’album vivono molte donne in cui la cantautrice vicentina si cala vivendone la storia, secondo l’insegnamento di De André: una prostituta, una ninfomane, una donna potente, una donna sottomessa, l’amica Matilde, una bambina, Madame stessa. “Entro in tanti corpi di persone ai margini, di cui non si vuole parlare”, ha spiegato a Rockol.

I punti di riferimento

Le fonti di ispirazione sono diverse, come conferma lei stessa: da De André a Battiato passando per la poetessa Anne Sexton, la musica latina e mediterranea, il cinema di Luca Guadagnino, di Gaspar Noé, di Lars von Trier, con la sua visione del sesso come mezzo per conoscere il mistero della vita, e la letteratura russa. Da sottolineare anche la forza delle produzioni e degli arrangiamenti strumentali curati fra gli altri da Bias, Shablo, Luca Faraone, Dardust, Chris Nolan, Nazzaro, Dario Pruneddu, Brail. Abbastanza incomprensibile la bonus track “Tekno Pokè”, che vorrebbe regalare leggerezza dopo un viaggio dentro canzoni dense, ma in realtà è un brano che rompe l’incantesimo creato da “Avatar – l’amore non esiste”, pezzo sentito e profondo proprio come l’iniziale “Come voglio l'amore”, dedicata a tutti gli uomini.

Il disco non ha pezzi che bucano immediatamente, come il dirompente disco d’esordio “Madame”, ma ha brani che vanno scoperti ascolto dopo ascolto: “Milagro” dedicata all’amica Matilde, la sanremese “Il bene nel male” e “Per il tuo bene”, in cui l’influenza di De André e Battiato è fortissima, sono scrigni di un tesoro da aprire. “L’Amore” è un album “difficile” e strano, e per questo speciale, soprattutto se pensiamo che a scriverlo è stata una ragazza di poco più di vent’anni.

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