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«GOD DID - Dj Khaled» la recensione di Rockol

Il gigantismo di DJ Khaled

Alcuni dei più grandi nomi del rap non salvano un album privo di regia.

Recensione del 08 set 2022 a cura di Claudio Cabona

Voto 4.5/10

La recensione

Tredicesimo album in studio per DJ Khaled, artista che ha fatto del suo gigantismo, ovvero della capacità di coinvolgere parate di stelle del mondo urban nei suoi progetti, un vero marchio di fabbrica. Si vuole ascoltare un disco blockbuster con alcuni dei nomi più forti in circolazione? DJ Khaled è l’uomo giusto per riunirli tutti alla sua corte. Intendiamoci: è un artista che ha messo lo zampino su tantissime hit, ma il problema è che, da tempo, il dj, produttore e personaggio dello spettacolo, tenta di colmare con slogan, annunci, spese folli per la lavorazione e collezioni di feat quasi fossero figurine, una progressiva mancanza di visione artistica. “God Did” è un grande circo per catturare l’attenzione e fare soldi, ma è privo di regia e di un’idea che tenga in piedi le diciotto tracce in cui tutti i big coinvolti eseguono un compitino, senza mai osare. È una compilation mal gestita e senza un’anima.

La lista dei presenti nel disco è mostruosa: Drake, Lil Baby, Eminem, Kanye West, SZA, 21 Savage, Lil Wayne, Lil Durk, Roddy Ricch, Travis Scott, Latto, City Girls, Kodak Black, Quavo, Takeoff, Gunna, Bounty Killer, Sizzla, Buju Banton, Skillibeng, Capelton, Fridayy, Don Toliver, Jadakiss, Nardo Wick, Vory, John Legend, Jay-Z e Rick Ross sono la maggior parte dei nomi coinvolti. Nell’album c’è anche una collaborazione postuma con Juice Wrld e altre con Dr. Dre e The Icu. Eppure tutto appare stucchevole e artificiale: molti feat sembrano appiccicati, male, con la colla, non c’è pathos o continuità ideale fra gli artisti coinvolti, come se tutto fosse fatto per scompartimenti e senza fluidità sonora.

Anche quando Khaled si assicura una combinazione davvero eccitante per gli amanti del genere, come Kanye West ed Eminem nel remix di Dr. Dre di "Use This Gospel", traccia tratta da “Jesus Is King” di West, non riesce a spingerli fuori dalle loro zone di comfort. Quando tira in ballo la squadra di leggende della dancehall giamaicana riunita per "These Streets Know My Name", cioè Skillibeng, Buju Banton, Capleton, Bounty Killer e Sizzla, si prova una sensazione di smarrimento, di qualche cosa che non ha un reale significato. Il gigantismo si riverbera anche in alcune scelte pesantissime nella fruizione finale del progetto, a tratti noioso, come l’intervento di Jay-Z da quattro minuti, che non ha una vera ragione di essere in un pezzo in cui spuntano anche Rick Ross, Lil Wayne e John Legend. Alcuni interventi si salvano come Kodak Black e Nardo Wick nella minacciosa "It Ain't Safe" o Travis Scott e Don Toliver in "Let's Pray", perché più immediati, diretti e privi di sovrastrutture male assortite.

Tracklist

01. NO SECRET (feat. Drake) (00:47)
02. GOD DID (feat. Rick Ross, Lil Wayne, Jay-Z, John Legend & Fridayy) (08:21)
03. USE THIS GOSPEL (feat. Ye & Eminem) - REMIX (03:43)
04. BIG TIME (feat. Future & Lil Baby) (02:53)
05. KEEP GOING (feat. Lil Durk, 21 Savage & Roddy Ricch) (03:04)
06. PARTY (feat. Quavo & Takeoff) (03:31)
07. STAYING ALIVE (feat. Drake & Lil Baby) (02:58)
08. BEAUTIFUL (feat. Future & SZA) (03:43)
09. IT AIN'T SAFE (feat. Nardo Wick & Kodak Black) (02:50)
10. LET'S PRAY (feat. Don Toliver & Travis Scott) (02:38)
11. FAM GOOD, WE GOOD (feat. Gunna & Roddy Ricch) (03:04)
12. BILLS PAID (feat. Latto & City Girls) (03:28)
13. WAY PAST LUCK (feat. 21 Savage) (02:16)
14. THESE STREETS KNOW MY NAME (feat. Skillibeng, Buju Banton, Capleton, Bounty Killer & Sizzla) (04:59)
15. Juice WRLD DID (feat. Juice WRLD) (03:27)
16. JADAKISS INTERLUDE (feat. Jadakiss) (02:52)
17. ASAHD AND AALAM CLOTH TALK (00:20)
18. GRATEFUL (feat. Vory) (02:07)
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