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«ENTERING HEAVEN ALIVE - Jack White» la recensione di Rockol

La pace dopo la tempesta, Jack White vola in paradiso

Con "Entering Heaven Alive" l'ex frontman degli White Stripes pubblica il suo secondo album del 2022

Recensione del 27 lug 2022 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

Jack White 2022, seconda parte. Sì, perché in aprile il musicista nativo di Detroit aveva pubblicato l'album "Fear of the dawn", un disco a suo modo sperimentale dai toni aspri e duri, rimandando alla fine di luglio per una raccolta di canzoni più 'classiche'. Trascorsi tre mesi ecco giungere "Entering Heaven Alive" e quanto annunciato e promesso è stato puntualmente mantenuto. Rispetto a "Fear of the dawn" i toni di quello che è il suo quinto disco solista sono assolutamente più morbidi e rientrano in un canone più risaputo e meno spericolato per quanti seguono le innumerevoli avventure musicali dell'ex White Stripes. Due album distanti per sonorità, ma molto legati tra loro. Non fosse che, banalmente, “Taking Me Back”, prima canzone nella scaletta di "Fear of the dawn" è anche l'ultima della tracklist di "Entering Heaven Alive". Il medesimo testo anche se dove prima c'era un tiro piuttosto pesante e diretto, ora la canzone è contraddistinta dal suono di un violino che, se non riporta tutto a casa, chiude il cerchio e sancisce a pieno titolo e definitivamente il ritorno del Jack White solista a quattro anni da "Boarding house reach".

Canzoni composte a stomaco vuoto

E' un album scritto alla chitarra, spesso acustico, che si apre come più classicamente non si può con le convincenti "A Tip from You to Me" e "All Along the Way", prosegue con la vagamente beatlesiana "Help Me Along" che non si fa mancare gli archi. "Love is Selfish" è zeppeliniana il giusto. O forse è la statura di Jack che in qualche maniera, in un'epoca diversa, può paragonarsi a tali icone del rock. "I've Got You Surrounded (with my love)" sorprende per la sua discreta influenza jazz. “A Madman From Manhattan” si apre con una chitarra in odore di bossanova, continua con un piano alla Joe Jackson, per tornare nuovamente al Brasile per la chiusa finale. 'Volatile' in ogni senso è la storiella d'amore narrata in "Queen of the bees". A proposito di questo brano (e di "If I die tomorrow") Jack in una intervista rilasciata il mese scorso ha spiegato che si è voluto mettere alla prova scrivendo alcune canzoni dopo avere digiunato per cinque giorni: “Volevo vedere come avrebbero reagito il mio corpo e il mio cervello: mi sarei sentito frustrato? Mi sarei fatto prendere dalla rabbia? Oppure dalla depressione? Che tipo di testi sarebbero venuti fuori? A volte me ne sono uscito con canzoni come "If I die tomorrow". Ma in questo modo sono emersi anche brani più felici, come "Queen of the bees"”.

Jack White è sempre Jack White

Jack White, come sempre, ha seguito estro ed istinto pubblicando due album a breve distanza di tempo l'uno dall'altro, le cui canzoni sono state scritte in contemporanea per poi vestirle con abiti totalmente diversi. Due album che non potrebbero essere più differenti ma, parimenti, hanno parecchi punti di contatto nonostante "Fear of the dawn" sia fuoco d'artificio (a volte fine a se stesso) mentre "Entering Heaven Alive" rinuncia a qualsiasi orpello e propone undici brani che poco si discostano da come sono stati creati. Alla fine non si tratta di una competizione, non è un meglio questo o meglio quello, seppur molto differenti i dischi sono due facce della stessa moneta. O meglio sono farina del sacco dello stesso autore. E l'autore, Jack White, una volta di più è all'altezza della sua nomea. Senza essere un capolavoro, questo però è un disco davvero molto piacevole che merita giusta attenzione.

Tracklist

01. A Tip from You to Me (02:42)
02. All Along the Way (03:52)
03. Help Me Along (04:46)
04. Love is Selfish (02:52)
05. I've Got You Surrounded (With My Love) (04:24)
06. Queen of the Bees (02:30)
07. A Tree on Fire from Within (02:59)
08. If I Die Tomorrow (02:59)
09. Please God, Don't Tell Anyone (04:00)
10. A Madman from Manhattan (04:26)
11. Taking Me Back (Gently) (04:35)
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