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«BLOODLINE MAINTENANCE - Ben Harper» la recensione di Rockol

Il modern soul di Ben Harper fa bene all’anima

Il primo disco di canzoni originali in sei anni: tradizione, futuro, lutto, rabbia e meditazione

Recensione del 22 lug 2022 a cura di Gianni Sibilla

Voto 8/10

La recensione

La definizione è sua: una musica che mette l’emozione al primo posto, la produzione in secondo piano. È la versione moderna del soul secondo Ben Harper, condensata in “Bloodline maintenance”, suo primo disco di canzoni originali e inedite in sei anni. Un ritorno alle origini, una nuova ripartenza dopo un lutto, quello della morte di Juan Nelson, storico bassista degli Innocent Criminals.

Una storia complessa

La discografia di Ben Harper è di quelle che per arrivare da un punto all’altro non segue mai la strada più semplice e lineare. È piena di scarti, salti, deviazioni: per dire, nell’ultimo decennio ha inciso due album blues con il suo padre putativo Charlie Musselwhite, uno con la sua madre naturale Hellen Harper, uno strumentale (“Winter is for lovers”, l’ultimo in termini cronologici) e uno con gli Innocent Criminals, nel 2016: è attualmente in tour con la band.
“Bloodline Maintenance” è invece accreditato al solo Ben Harper ed è, per sua stessa ammissione (presto pubblcheremo una lunga intervista), una sorta di nuovo inizio. Tanto che Harper l’ha inciso quasi in totale solitudine, a partire dal basso, lo strumento dell’amico scomparso poco tempo fa.

Dalla rabbia alla meditazione, passando per l’amore

L’album si apre solo con la sua voce, a cappella, in “Below sea level”, per riaprire una conversazione diretta che sembrava interrotta: “My heart pounding Below sea level”, ammette. Poi prosegue con una delle canzoni più dure, “We need to talk about it”: a quasi 30 anni anni da “Like a King”, la sua canzone sul pestaggio di Rodney King che accese la rivolte di Los Angeles, Harper prosegue il suo discorso sulla condizione degli afroamericani, con un brano che collega la schiavitù al movimento Black Lives Matter. Un bel pugno nello stomaco, per cominciare.

Ma non finisce lì: nei 32 minuti  - volutamente pochi per mantenere alta l’attenzione - Harper disegna un arco narrativo che va dalla rabbia all’amore alla meditazione, con brani come “More Than Love” o la finale “Maybe I can’t” (“Turned out a circle what I thought was a long road/Maybe I can't let go”).il suono è, appunto, modern soul: si va dal funk ("Where Did We Go Wrong”) al blues (“Knew The Day Was Comin’”) passando per tutto lo spettro delle intersezioni possibili tra la musica afroamericana, il cantautorato. 

“Bloodline maintenance” è un disco che non ha paura di rimanere legato alle tradizioni, né di guardare avanti. Un disco caldo, con l’anima. Un’anima moderna, appunto

Tracklist

01. Below Sea Level
02. We Need to Talk About It (02:53)
03. Where Did We Go Wrong
04. Problem Child
05. Need to Know Basis
06. It Ain’t No Use
07. More Than Love
08. Smile at the Mention
09. Honey, Honey
10. Knew the Day Was Comin’
11. Maybe I Can’t
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