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«SEVEN 7OO MIXTAPE - Seven 7oo» la recensione di Rockol

Seven 7oo: c'è altro oltre alla musica

Il collettivo di San Siro viaggia dentro, ma anche fuori da alcune delle dinamiche del rap.

Recensione del 03 giu 2022 a cura di Claudio Cabona

Voto 6/10

La recensione

Seven 7oo, il collettivo di San Siro, formato da Rondodasosa, Sacky, Vale Pain, Neima Ezza, Keta e Kilimoney, porta ormai da tempo a una polarizzazione dei giudizi: da una parte c’è chi li idolatra, considerandoli il futuro del rap game e li dipinge come giovani artisti capaci di portare, dalle periferie in cui sono cresciuti, un vento di innovazione nel genere, dall’altra c’è chi li sgonfia, riducendoli a una banda controversa di violenti che giocano a fare i gangster sull’onda di una drill (sottogenere del rap) incazzata. Il primo mixtape del collettivo ha esacerbato ancora di più il risultato finale di queste chiavi di lettura, abbassando il tutto a un dibattito sterile sulla scelta della barricata in cui posizionarsi.

L’unione fa la forza

In realtà, Seven 7oo non può essere letto attraverso una sola lente, questo perché investe più aspetti della nostra realtà e della nostra società. Partiamo, in primis, dalla musica. Il disco nasce sotto la supervisione e la direzione artistica del producer Nko per un totale di 17 tracce. Nella tracklist spiccano i rapper francesi Gazo (disco di diamante in Francia), Freeze Corleone e Ashe 22, capisaldi della drill francese che insieme a Keta e Sacky danno voce al brano “667OO”.

Rondodasosa, testa di serie del collettivo di San Siro, torna al fianco di Central Cee dopo la partecipazione al brano “Eurovision”, contenuto nel fortunato album d’esordio numero uno in Uk del rapper inglese, su una delle tracce del mixtape, “Fuck The Industry”. Ulteriore ospite del progetto è Baby Gang, artista di Lecco, presente in “Blindo”. Quest’ultimo condivide molti aspetti umani e artistici con il collettivo. Anche lui, come altri componenti del gruppo, è finito al centro di fatti di cronaca che hanno avuto strascichi giudiziari.

Fuori da logiche ruffiane

Un aspetto interessante del mixtape: non ci sono produzioni curate dai soliti nomi e non ci sono feat banali, scontati, con altri artisti prezzemolini del mondo urban. Tutt’altro. C’è la volontà di creare un’altra cultura, quasi una scena parallela. Questa attitudine nel viaggiare dentro (il collettivo ha firmato per Warner) un certo genere, ma allo stesso tempo fuori da alcune delle dinamiche consolidate e ruffiane del rap italiano, è notevole. Ed è figlia di un obiettivo che Rondodasosa, fra tutti, si è posto sin da subito: creare un ponte con l’estero, abbracciare il sound europeo e quasi essere “conflittuale” con un certo modo stantio di fare rap, in questo momento, nel nostro Paese. Sono pochissimi, infatti, gli artisti italiani con cui Seven 7oo sembra avere una sorta di rapporto, una forma di riconoscenza e rispetto: fra questi ci sono Marracash e Noyz Narcos. Nomi non causali.

Le canzoni

Al tempo stesso Rondodasosa è seguito su Instagram da Drake, che gli ha anche commentato un post. Qualche cosa di impensabile fino a qualche anno fa in Italia. Altro che i finti feat o le finte amicizie a cui siamo stati troppo spesso abituati. Seven 7oo, con i suoi testi arrabbiati, con la provenienza popolare e periferica che lo caratterizza, è un collettivo che, non volendo e non potendo raggiungere l’uva seguendo determinati compromessi, ha direttamente fatto saltare in aria l’albero con un bazooka, imponendosi senza filtri a proprio modo.

Questo furore, anche di natura sociale, si riverbera nelle canzoni. Non tutte sono interessanti, molte sono ripetitive nel testo e nei suoni, ma il come sono state costruite, quello che rappresentano e si portano dietro, le rendono “diverse”. Ed è anche per questo che fanno breccia fra le nuove generazioni, per lo stile ribelle unito all’idea di squadra granitica e inscalfibile che trasuda Seven 7oo. “Gangsta”, “Seven 7oo”, “Fuck The Industry” e “Lunedì” meritano di essere ascoltate per capire l’immaginario del gruppo, che racconta il proprio mondo, spesso oscuro. Il rap, d’altronde, è ancora “la CNN del ghetto”. 

Italiani di seconda generazione

In tutto questo non va dimenticato chi sono realmente Rondodasosa, Sacky, Vale Pain, Neima Ezza, Keta e Kilimoney: alcuni sono italiani di seconda generazione. E qui il fattore dell’identità dei figli degli immigrati e della loro multiculturalità, ragazzi cresciuti spesso in situazioni di forte disagio, riveste una centralità non trascurabile nell’analisi finale. Sono gli stessi temi sociali rievocati, per esempio, dal rap nato fra le banlieue francesi. La retorica della “musica come riscatto” può essere stancante, ma nel caso di Seven 7oo ha un significato profondo. Non sappiamo dire se Seven 7oo sarà il futuro del rap, musicalmente e a livello di contenuto per il momento non stanno apportando novità radicali, ma in fin dei conti poco importa. “Come” stanno facendo le cose, più che la proposta in sé, giustifica i riflettori accesi su questo collettivo. 

Tracklist

01. INTRO (feat. Neima Ezza, Nko) (00:54)
02. RUNNING (feat. Rondodasosa, Keta, Sacky, Nko) (02:50)
03. NVNSNP (feat. Sacky, Neima Ezza, Kilimoney, Keta, Nko) (02:59)
04. RAP (feat. Rondodasosa, Sacky, Neima Ezza) (02:35)
05. GANGSTA (feat. Vale Pain, Neima Ezza, Sacky, Kilimoney, Nko) (02:58)
06. 667OO (feat. Freeze Corleone, ASHE 22, Keta, Sacky, Nko, Dahirvè) (03:24)
07. SEVEN 7oo (feat. Rondodasosa, Sacky, Vale Pain, Neima Ezza, Kilimoney, Keta, Nko) (03:29)
08. FUCK THE INDUSTRY (feat. Rondodasosa, Central Cee, Nko) (03:08)
09. SABBIE MOBILI (feat. Vale Pain, Sacky, Nko) (02:40)
10. BLINDO (feat. Neima Ezza, Kilimoney, Baby Gang, Sacky, Nko) (02:22)
11. SPACCIATORE (feat. Gazo, Vale Pain, Keta, Nko) (02:46)
12. INTERLUDE (feat. Nko) (01:57)
13. AMICO MIO (FREEBENE) [feat. Vale Pain, Neima Ezza, Nko] (03:24)
14. DLS (feat. Rondodasosa, Samy) (03:55)
15. SKY (feat. Vale Pain, Neima Ezza, Kilimoney, Nko) (03:21)
16. PARANOIA (feat. Neima Ezza, Sacky, Nko) (03:05)
17. LUNEDÌ (feat. Rondodasosa, Vale Pain, Kilimoney, Nko) (04:36)
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