Quelli che hanno fatto Rockol (parte 1)

Alessandra Ambrogi

Il mio ricordo di Rockol è ancora vivido, come se fosse successo ieri, e invece parliamo degli anni tra il 1998 e il 2005.
In quel periodo ho incontrato persone straordinarie: creative, vivaci, autentiche. Alcune di loro sono diventate amici per la vita, con cui condivido ancora oggi un legame profondo.
Sono stati anni formativi, ricchi di esperienze, di sfide e di crescita. Ho imparato tanto, non solo sul lavoro, ma anche su me stessa e sul valore delle relazioni.
È un pezzo importante della mia storia, e ne sono immensamente grata.
Diego Ancordi

Sono stato redattore a Rockol per circa un anno e mezzo, fra il 2001 e il 2002 e conservo un ricordo assai piacevole sia del lavoro che delle persone. Con Franco, Gipi, Valeria, Davide, “Madeddoni”, Gianni, Antonio, Paolo, Fabrizio e tuitti gli altri ho condiviso una delle dieci edizioni del Festival di Sanremo che ho seguito da inviato sul campo, lo shock per l’attacco alle Torri Gemelle e l’esperienza organizzativa del festival Monza Rock. Faccio quindi i miei auguri di buon compleanno allo staff e mando un saluto e un abbraccio a tutti gli ex colleghi.
Giovanni Ansaldo

Sono entrato a Rockol nel 2010 per uno stage, quando la redazione si trovava ancora in via Castelbarco. Avevo 24 anni. Ogni mattina entravo e mi mettevo alla mia postazione, di fianco a Davide Poliani, per scrivere notizie, oppure uscivo per qualche intervista o report di concerti. Ci sono rimasto due anni, e in quel posto ho fatto alcune delle esperienze più divertenti e formative della mia carriera. Grazie alle persone che guidavano il sito, Franco Zanetti, Giampiero Di Carlo e Gianni Sibilla, ho imparato molte cose che ancora oggi mi tornano utili nel mio lavoro quotidiano. Mi hanno indirizzato, e quando serviva mi hanno corretto (una volta, preso dall'emozione di occuparmi della mia band preferita, ho scritto che i Radiohead erano di Liverpool). Ora vivo a Roma, ma Milano mi manca sempre un po', per non parlare dei pranzi con uno dei miei colleghi del tempo, Paolo Panzeri. Grazie Rockol, e tanti auguri!
Gabriele Aprile

Ci ho pensato un attimo, ma alla fine è semplice: Rockol è stato l’inizio di tutto.
È lì che ho gettato i semi delle mie competenze, quando ancora non sapevo bene cosa sarei diventato. Per me Rockol è stato un vero laboratorio di crescita: ho avuto il privilegio di lavorare a stretto contatto con grandi professionisti del giornalismo e del digital, e di vivere da dentro i meccanismi dell’industria musicale.
È lì che si è plasmata la mia coscienza professionale — non solo nelle competenze, ma anche nello sguardo. Ed è per questo che oggi, a distanza di anni, non posso che augurare a Rockol il meglio per i prossimi trent’anni a venire.
Con tutta la mia gratitudine per chi ancora oggi ci lavora, mettendoci cuore, passione e sangue. Ne sono stato testimone in prima persona.
Ernesto Assante

(Ecco cosa scrisse Ernesto Assante a fine 2021, quando iniziò la sua – purtroppo troppo breve – collaborazione con Rockol):
Iniziare qualcosa di nuovo è sempre entusiasmante. Iniziare a collaborare con un team come quello di Rockol per me lo è ancora di più. Scrivere di musica, parlare di musica, raccontare la musica, è e resta la mia passione principale, poterlo fare con Rockol, testata autorevole e importante, sarà per me un grande onore e un grande piacere.
Franco Bacoccoli

Ho collaborato con Rockol dall'inizio, primavera 1995, fino all'estate 2014. Provenivo da "La Notte", il quotidiano milanese del pomeriggio, per conto del quale scrivevo specialmente recensioni di concerti. Per "La Notte" avevo visto un po' di tutto, dai Nirvana a Miles Davis passando per Bowie. Quando mi chiesero di collaborare per Rockol non sapevo bene cosa fosse 'sto Internet. Allora chiesi. Mi risposero: "Serve per vedere gratis i film porno". Chiesi ancora. Stessa risposta. Internet in Italia c'era già, naturalmente, ma era un specie di UFO, un Golem, una creatura fantomatica.
Quasi tutti - davvero - pensavano che fosse per guardare i pornazzi.
I primi pezzi li passavamo al caporedattore su floppy disk, ma inoltrandoli a mano, quando ci si vedeva, perché mandarli online era complicato e costoso. Non dimentichiamoci che nel 1995 Rockol sorse prima di eBay (3 settembre) e della PlayStation (29 settembre), e fu lanciato prima dell'uscita (2 ottobre) di "Morning Glory" degli Oasis. Più che trent'anni
fa, sembra un'altra era geologica: il Cretaceo, il Giurassico o giù di lì. Ai ragazzi di oggi quel periodo deve assomigliare a quelle che per noi, figli degli anni Sessanta, sono le tavolette con la scrittura cuneiforme: preistoria della comunicazione. Solo che in quel periodo era naturale: non si poteva fare altrimenti perché gli smartphone ancora non c'erano e Whatsapp meno che mai.
Finì che per Rockol scrissi circa 30.000 pezzi, specialmente sui suoni provenienti dalla Gran Bretagna. Alcuni pezzi discreti, altri buoni, altri meno buoni, parecchi saccenti se non presuntuosi. Spero tutti informativi. Auguri Rockol!
Luca Bernini

Trent'anni di Rockol… cosa posso dire di lui che non sappiate già?
Che nel 1995/1996, quando iniziai a collaborare, l’internet non era quello di oggi.
C’era poco, online, in Italia, soprattutto a livello musicale.
Rockol è stato un pioniere, e il pubblico e l’industria l’hanno capito quasi subito.
Ma soprattutto l’internet era molto diverso proprio come tecnologia.
Ricordo il sito in versione statica, che andava caricato e messo online una volta al giorno con tutte le notizie aggiornate e conseguente patema d’animo (si caricherà? non si caricherà? ci saranno refusi che non abbiamo visto?)
Una procedura alla lunga estenuante, fortunatamente sostituita presto dalla versione dinamica.
Ricordo tutti i colleghi, che non nomino perché molti di loro sono qui a raccontare su questa stessa pagina, e per non fare torto a quelli che sicuramente dimenticherei e ai più giovani che sono altrettanto bravi.
Ricordo che - la cosa più bella di Rockol - sin da subito con tutti loro si parlava di musica, con passione, con allegria, con devozione. Eravamo ed erano, e sono ancora, degli impallinati di musica.
L’internet ci permetteva anche alcune libertà semipiratesche, che però ci davano anche un po’ l’idea che quello fosse il sale di questo lavoro.
Cercare la notizia. Verificarla. Pubblicarla.
Trovare su internet, cercando magari a ora tarda, l’ufficio della corporate americana dal cui computer affiorava ogni notte su e-mule “Music”, l’album di Madonna ancora da pubblicare, e poterlo ascoltare e recensire prima di tutti.
O la stessa cosa, ma facendo altri giri, con “How to dismantle an atomic bomb” degli U2, ascoltato e recensito durante un indimenticabile giro in macchina sulle scogliere sarde con Giampiero Di Carlo.
Ricordo anche un memorabile pesce d’aprile architettato dal buon Franco Zanetti. Lo trovate ancora oggi cercando un disco intitolato “L’asola".
E per il resto tanta musica, tanta allegria, tante chiacchiere, tanto alcol.