Ridere degli stereotipi della musica, con Kyle Gordon

Nell'estate del 2023 una canzone diventa virale, un fenomeno da decine e decine milioni di visualizzazioni tra Twitter, TikTok e Instagram. È "Planet of the Bass", è il prodotto di tale DJ Crazy Times. È l'estate di "Barbie" e del revival degli Aqua, il brano suono in tutto e per tutto come un esempio di Eurodance, con l'immancabile duetto con una bella vocalist e con frasi assurde ("women are my favorite guy") che però non sono così assurde pensando alle canzoni del genere. Si poteva pensare fosse l'ennesimo brano del passato resuscitato dai social. Invece era una perfetta parodia di Kyle Gordon. Dopo meno di un anno, e altre canzoni, ha pubblicato "Kyle Gordon is great", che non è solo il suo nick sui social, ma un album in cui prende in giro gli stereotipi dei generi musicali, dal country alla bossanova alla musica irlandese.
La lunga tradizione delle parodie musicali
Weird Al Yankovic: se il nome non vi dice niente, cercatelo su YouTube. Da 40 anni è l'icona delle parodie musicali, tanto che la sua carriera si è meritata un documentario, non molto tempo fa: riscritture di brani iconici e dei loro videoclip dai Nirvana a Michael Jackson. Prendere in giro gli stereotipi del pop e del rock non è una novità, così come non lo sono le cosiddette "novelty song", le canzoni fatte per far ridere.
Le canzoni di Kyle Gordon sono figlie di questa tradizione, anche se come molti colleghi della sua generazione lui vive sui social e sulle piattaforme, su cui è arrivato durante la pandemia. È decisamente meno raffinato di Bo Burnham ed è più vicino a Yankovic: funziona proprio per la sua semplicità.
La regola della parodia è che ci rivela qualcosa dell'originale e in questo le "canzoni" di Kyle Gordon sono, a loro modo perfette: "Wanderin'" ("When real men made real music") è un ritratto spietato degli sterotipi del country, ma che non prende in giro solo le tendenze più reazionarie, ma anche il modo di raccontare del cantautorato "maschio" americano, da Johnny Cash a Springsteen. Lo stesso vale per "The irish drinking song" ("Kill a fuckin' englishman and throw him in the sea") o la bossanova/lounge ("Ugliest girl on the beach").
Album o video?
Non tutto funziona come "Planet of the bass", anche se la parodia dell'emo-rock "My life (Is the worst life ever)" è notevole. Spesso, nelle parodie di Kyle Gordon, si scivola nel cringe (volutamente?) come "Girls are the best", replica delle canzoni motivazionali al femminile nella musica country. E l'album in sé è poca cosa: 26 minuti, con frammenti audio di finte stazioni radio che introducono i brani: ascoltate come canzoni, le parodie funzionano molto meno.
Detto questo, per passare una mezz'ora piacevole, e per ridere degli stereotipi della musica - ma anche riflettendo sui suoi meccanismi - Kyle Gordon è uno dei nomi più interessanti in circolazione.