Rockol30

‘Poche pippe!’:Il Liga presenta il suo nuovo disco...

Il Luciano Ligabue che si presenta ai giornalisti è tranquillo, sereno. Si capisce, gioca in casa: siamo in Emilia, a Nonantola, a pochi chilometri dalla natia Correggio. Il profumo di gnocco fritto accarezza le narici, il lambrusco è sulla tavola degli invitati alla presentazione del nuovo disco “Fuori come va?”. I fans aspettano fuori dal Vox, dove il Liga sta per presentare dal vivo le nuove canzoni.
Un ambiente idoneo per Luciano, che gli permette di raccontare con calma la genesi del suo nuovo lavoro discografico.


Hai definito “Fuori come va?” un disco leggero. Cosa vuol dire?
E’ un disco leggero soprattutto per quanto riguarda le sensazioni che mi ha prodotto. Sono contento che, per una volta, mi sono fatto ossessionare meno dalla lavorazione: ho lasciato la briglia sciolta a tutti i miei collaboratori. Nonostante questo, anzi grazie a questo, il disco suona bene: per quello che riguarda l’aspetto realizzativo, ne siamo molto orgogliosi, i suoni sono ottimi.
Tutto questo mi tranquillizza anche per il futuro: ho capito che posso lavorare in questo modo, raccogliendo le canzoni, senza cercare un minimo comune denominatore, ma semplicemente mettendole assieme.

Come hai scelto il titolo dell’album?
Forse il titolo più esatto sarebbe stato semplicemente “Ligabue”. Proprio perché le 12 canzoni non hanno un vero e proprio argomento in comune, sarebbe stato meglio così. Poi alla fine ho scelto questa frase, che esprime un mio sentimento: sono due anni che non vedo il mio pubblico, per cui volevo chiedere loro che aria tira…
Poi è una domanda che si può estendere, visto il momento di confusione e cambiamenti in cui viviamo. Non credo che avremo la risposta in tempi brevi.

La copertina rappresenta un volto che emerge dall’acqua, coperto dalle mani. Dove è stata scattata questa foto?
Non so dirti niente su quell’immagine. Non so nemmeno il sesso del soggetto: le spalle sono da donna, ma le mani da uomo... L’abbiamo trovata su Internet, e non sappiamo chi l’ha realizzata, come e dove. E’ una foto che mi piace molto e si apre a molteplici interpretazioni. Un po’ quello che voglio nelle mie canzoni: so cosa significano per me, ma ogni brano prende un significato diverso da persona a persona.

Nel disco citi più volte gli Who, direttamente e indirettamente…
Gli Who, specialmente in Italia, non godono della considerazione che si meriterebbero. Sono il primo gruppo punk della storia: già nel ’65 avevano scritto “My generation”, una canzone spartiacque del rock.
E’ stato un gruppo che ho sempre amato molto. Li ho citati in due modi: nel brano “In pieno rock ‘n roll” rendo omaggio a "Baba O’ Riley", che era anche la canzone scelta per aprire “Da zero a dieci”.
Poi in ‘Chissà se in cielo passano gli Who’ volevo fare un domanda: se stiamo bravi e buoni su questa terra e se cerchiamo di impegnarci per guadagnarci il paradiso, ma almeno possiamo sceglierci la musica che ascolteremo lassù per l’eternità?

In "In pieno rock’n’roll” si parla di essere tossicodipendenti dalla musica...
Quel brano rappresenta il mio rapporto con la musica, ne sono totalmente posseduto… Io credo di essere un tossico di musica perché se sto troppo lontano dalle scene sto male…. Per me questo è un testo importante.

Parlando del nuovo singolo, credi che la tua generazione non senta il bisogno di viaggiare in prima?
No, tutt’altro. Io stesso se posso, voglio viaggiare in prima. Il problema è un altro: a tutti piace l’idea di una vita confortevole, con qualche lusso; ma un conto è vivere soltanto in funzione di quella cosa lì, sbattendone del resto, un po’ annoiati, con il drink in mano chiedendosi “fuori come va?”; un conto è fare un viaggio in prima quando puoi, scoprendo anche che ci sono cose con un valore economico minore, ma sentimentalmente più importanti. E’ una canzone ironica che parla di una umana debolezza.

In questo album non hai cercato di dare un filo comune a tutte le canzoni...
Se c’è un’idea che ha unito tutte le canzoni del disco, questa è “Poche pippe!”. Significa semplicemente che uno che scrive canzoni porta il suo lavoro ad un gruppo di persone e vengono scelte solo quelle piacciono a tutti. Un concetto simile a quello usato per il mio primo album. Le canzoni si sono fatte strada da sole…E’ un disco lungo, che dura quasi un’ora, in un momento in cui la gente ascolta in modo distratto è già fin troppo lungo…Poi ognuno poi potrà trovare un proprio filo comune.

Non credi che nelle canzoni ci sia anche un ritorno al tuo metodo di scrittura degli inizi?
A me piacerebbe molto. Se fosse davvero così sarebbe un grande risultato. Il primo album è veramente leggero e incosciente. Se uno riesce a scrivere da incosciente la propria musica raggiunge grandi obbiettivi. Il problema è che non è facile.

Nelle tue canzoni parli spesso di Dio; in questo disco lo affronti in “Tu che conosci il cielo”. C’è qualche episodio che ti avvicinato a questa dimensione?
Veramente a volte c’è qualcosa che mi allontana: è la religione praticata dagli uomini. Credo che sia un bisogno umano, quello di avere un rapporto con l’aldilà, ma è difficile avere un rapporto serio con un Dio che viene raffigurato come l’emblema dell’oppressione. Credo di avere bisogno di un contatto, ma voglio cercare la mia strada e in “Tu che conosci il cielo” cerco questo contatto attraverso una persona che è già nell’aldilà e che può parlare per me.

Ti riferisci a tuo padre, scomparso recentemente?
No, “Tu che conosci il cielo” l’ho scritta prima che lui morisse. Devo dire che è ovvio collegarla lui, ma se lui lo sapesse si incazzerebbe a morte, dato che era un ateo convinto.

Andrai a Cannes a presentare il tuo film “Da zero a dieci”; la cosa ti intimorisce?
Sono contento: mi hanno chiamato per la “Semaine de la critique”, anche se ciò mi rende un po' nervoso. Fortunatamente andremo lì senza dover affrontare alcun concorso, evitando così ogni paranoia. Vado con la curiosità di scoprire come un film così italiano, che ha a che fare con uno degli attentati terroristici più efferati che abbia mai colpito il nostro paese, ha potuto interessare i selezionatori. Io non ci sono mai stato e vado a godermi l’esperienza.

E come giudichi la risposta del pubblico in Italia?
Il film in Italia ha diviso molto; personalmente per me questo è un grande risultato. Uno dei film che più mi ha appassionato negli ultimi anni, “Fight club”, ha diviso moltissimo critica e pubblico. Il mio film è nato per essere fastidioso: se il pubblico capisce che questo effetto era voluto dal regista, il risultato è stato raggiunto. “Da zero a dieci” ha quasi raggiunto gli incassi del film precedente nonostante, il battage pubblicitario sia stato maggiore; ora vediamo che cosa accadrà con Cannes.

Ripeterai l’esperienza cinematografica? Non c'è il due senza il tre...
Non mi esprimo più in proposito! Mi sono azzardato una volta a dire che non farò più film e quando ho deciso di farne un altro mi hanno rotto i maroni a dei livelli… Scusate se ho sbagliato, scusate se ho cambiato idea... Se l’idea di un nuovo film è nel mio subconscio, diciamo che per ora è molto nascosta. Certo può succedere di tutto, anche che l’Inter vinca lo scudetto…

E per quanto riguarda i concerti cos’hai in programma oltre alle due date di Milano e Roma a luglio?
Sicuramente quelle due date non mi basteranno per niente, senz’altro farò altri concerti; ma per ora non abbiamo ancora organizzato ancora niente.

(Giuseppe Fabris – Gianni Sibilla)

Altre interviste

1 Giant Leap - La faccia buona della globalizzazione: Jamie Catto e Duncan Bridgeman raccontano il loro progetto... (22/04/2002)

Simple Minds - Passato, presente e futuro di una band che ha venduto 25 milioni di copie e ora incide per una indie: parla Jim Kerr... (18/04/2002)

Elvis Costello - L'occhialuto cantante racconta il nuovo disco, 'When I was cruel'... (15/04/2002)

Supertramp - Dinosauri sì, ma liberi... Rockol pubblica la trascrizione dell'intervista esclusiva realizzata per 'Hobo'... (11/04/2002)

Jovanotti - Lorenzo parte in tour: una lunga chiaccherata su musica, media, politica... (09/04/2002)

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.