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Un Lorenzo in piena forma racconta il suo disco dal vivo ed i suoi progetti...

Cappellino di Napster, giacca e scarpone da ginnastica. Lorenzo Jovanotti si presentato così alla stampa, per raccontare il suo “Autobiografia di una festa”, il primo disco live della sua carriera. Parla ruota libera del disco, dei progetti collegati con il suo sito Soleluna.com, di Internet, della tecnologia, dei progetti futuri. Insomma, un Lorenzo in piena forma…

Partiamo dal nuovo disco, il primo Live della tua carriera
Si intitola “Autobiografia di una festa”. È un disco doppio dal vivo ed è una registrazione fedele di un concerto dell’ultimo tour, dall’inizio alla fine. Credo che trasmetta quello che succede nei nostri concerti: cioè l’atmosfera di una vera e propria festa.Io sono sempre stato molto dubbioso nei confronti dei dischi dal vivo. Però quando ho sentito le registrazioni del tour di “Capo Horn” mi sono piaciute molto. Ho sentito uscirne una grandissima vibrazione, come se si fosse veramente conservata all’interno di quei nastri ciò che abbiamo vissuto nel tour.

Questo disco, però, fa parte di un progetto più ampio. Ce lo spieghi?
La cosa eccezionale di questo disco è proprio la sua atipicità: è un prodotto abbastanza complesso, con diramazioni nel web, al suo interno una parte grafica che è un vero e proprio racconto emozionale grafico. È un disco, insomma, pieno di cose e di stimoli per i sensi. Abbiamo voluto usare nel disco i profumi, perché li avevamo usati nel tour. È un disco animato, perché la copertina è tridimensionale. E’ multimediale, perché dentro questo disco c’è una tessera che contiene un numero seriale che darà un’account di 50 “sacchi”. Il “sacco” è l’unità di misura economica del prossimo sito Soleluna.com. Questi sacchi potranno essere spesi on line sul mio sito. A partire da Novembre ci saranno tutte le altre versioni live delle canzoni. Così i ragazzi potranno scaricarsi quelle che vogliono: se uno mi ha visto a Torino, potrà scaricarsi “Penso positivo” suonata a Torino, piuttosto che “Serenata rap” di Treviso. Nel sito ci saranno anche tre pezzi completamente inediti oltre ad una serie serie di concerti miei all’estero: il festival di Motreaux, Londra, Berna…

Sei quindi decisamente a favore della diffusione della musica tramite Internet…
Secondo me siamo davanti a una nuova era che non nuocerà all’industria discografica, anzi, l’aiuterà. Tutti i nuovi mezzi inventati dall’uomo aiuteranno a fare circolare la musica. Davanti a questa nuova prospettiva il prodotto discografico diventa sempre più un prodotto finale, nel quale confluiscono i vari media, le varie idee, i vari codici espressivi…

Indossi un cappellino di Napster. Che cosa ne pensi?
Negli USA, che è il Paese che fa più downloading al mondo, nell’ultimo anno il mercato discografico ha visto un aumento del 6%. Quindi questa è la dimostrazione che il downloading penalizza soltanto i prodotti scarsi. Quando invece un prodotto è curato, non ha niente da temere. Il problema lo possono vedere quelli che fanno un disco con un singolo e quaranta riempitivi. Io poi penso che dobbiate prepararci a un futuro di musica gratuita, come oggi lo è la tv. Vorrà dire che i cantanti guadagneranno di meno, non avranno più delle piscine, delle macchinono, ma delle utilitarie. Ma ora la situazione è davvero confusa. E comunque Napster è un grande mezzo promozionale. Madonna, che non è certo una sprovveduta ha messo in anteprima il CD su Napster...

Torniamo a parlare del tuo sito, www.soleluna.com, per cui hai grandi progetti. Oltre al progetto di downloading, cosa ci sarà?
Ci sono due web radio, una che passa solo musica mia, mandando in random brani dal mio repertorio, l’altra di programmi che faccio io. Ci sarà ancora “Mumble mumble”, che è un diario on line al quale posso accedere da ovunque e dire quello che mi passa per la testa. Poi stiamo costruendo dei piccoli siti, uno per ogni disco del mio repertorio, collegati all’anno in cui sono stati pubblicati. A proposito di un disco del ’92, apriamo il sito del ’92 con tutte le cose successe quell’anno È un lavoro veramente grosso quello che stiamo facendo e che si svilupperà nel tempo. Non verrà neanche cancellato nulla dei vecchi siti: ci sono i link a tutte le versioni precedenti, che rimarranno sempre on line.

A proposito di musica, invece: ultimamente hai avuto diverse collaborazioni con colleghi: alcuni più vicini a te e al tuo repertorio, come i Reggae National Tickets, altri meno, come Eros Ramazzotti…
E’ un grande onore lavorare per gli altri, perché ogni volta che qualcuno mi chiede di scrivere un testo questa cosa mi stupisce e mi fa piacere. I Reggae National Tickets mi hanno mandato il pezzo (“Il mondo”, ndr) che era già praticamente finito, io gli ho detto che secondo me le strofe erano un po’ deboli, e potevano essere riscritte.Il ritornello è rimasto quello fatto da loro. Eros invece mi ha mandato due pezzi, tre anzi, strumentali, con lui che cantava la melodia in maccheronico. Io ho lavorato su tutti e tre, uno gli è piaciuto molto ed è finito sul disco. Però non è vero che Eros è così diverso da me: chi sente i miei dischi sente che c’è anche una componente ramazzottiana. Io non ho il dono della sua voce strepitosa, ma mi paice la melodia… I testi in realtà non cambiano niente: avrei potuto anche spedirgli l’elenco dei nomi dei miei amici che lui avrebbe fatto una canzone stupenda….

Stai già facendo progetti per il prossimo disco di studio? Seguirai la direzione intrapresa con “File not found”?
“File not found”, l’inedito contenuto sul live, è un rockettone che ho scritto una sera con la chitarra; poi, per realizzarlo, ho chiesto a Carlo Rossi se voleva partecipare e l’ho inciso con Ace degli Skunk Anansie. Ma non credo che possa essere considerato rappresentativo delle direzioni che potrei prendere…Sto lavorando a diverse cose per il futuro. In questo momento sto lavorando su tante cose diverse, sto scrivendo delle canzoni d’amore con degli arrangiamenti ispirati a “Pet sounds” dei Beach Boys, poi ho della roba africana per le mani. Mi sto divertendo molto con l’elettronica.

Quanto la tecnogia influenza la tua vita, oltre che la musica?
Lotto perché la mia vita influenzi la tecnologia almeno quanto la tecnologia influenza la mia vita. Cerco di essere dentro la tecnologia con la mia testa, con il mio contenuto, con la mia storia. La tecnologia mi aiuta, mi influenza: vivo in un piccolo paese ma riesco a comunicare con il mondo. Ho una sorta di ufficio virtuale che mi mette in comunicazione davvero con un sacco di persone e questa cosa mi dà un sacco di possibilità: riesco ad avere molto più tempo per concentrarmi sulle cose, scrivere le canzoni. Io scrivo più musica oggi di prima. Cinque anni fa vivere fuori sarebbe stato un problema per me.
(Gianni Sibilla)

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