Biografia

Neil Finn, neozelandese trapiantato in Australia, gode già di una certa notorietà (per avere militato negli Split Enz, capitanati dal fratello maggiore Tim) quando a Melbourne forma i Mullanes nel 1985. Il trio (ne fanno parte inizialmente anche il batterista Paul Hester e il bassista Nick Seymour) si trasferisce in cerca di fortuna a Los Angeles, dove viene messo sotto contratto dalla Capitol Records che lo convince a cambiare nome in Crowded House (un riferimento al luogo in cui all’epoca i membri della band vivevano tutti insieme). Il primo disco omonimo, prodotto dall’allora sconosciuto Mitchell Froom, esce l’anno successivo in sordina e con poco appoggio promozionale: i primi concerti e il passaparola tra i fan spingono tuttavia il singolo “Don’t dream it’s over” in vetta alle classifiche americane (numero due nelle chart di Billboard) e poi internazionali, mentre il videoclip della stessa canzone frutta alla band il premio come miglior nuovo gruppo agli MTV Video Music Awards del 1987. Del brano, un classico pop per gli anni a venire, registrano versioni Paul Young e Sixpence None The Richer, mentre in Italia Antonello Venditti lo trasforma in “Alta marea” sull’album “Benvenuti in paradiso” del 1991. Anche il successivo singolo “Something so strong” è un successo da Top Ten americana, ma le cose non vanno altrettanto bene con il secondo album, il più cupo e difficile TEMPLE OF LOW MEN: delusi, Finn e gli altri decidono addirittura di porre prematura e temporanea fine alla loro avventura. Neil inizia a comporre nuove canzoni in compagnia del fratello Tim in vista di un disco da pubblicare in coppia ma poi, nel ’91, il loro progetto comune sfocia in un altro disco Crowded House, WOODFACE, sempre con Froom alla console: è l’album più maturo e compiuto della band, grazie a brani come “Weather with you”, “Fall at your feet”, “Four seasons in one day” e “It’s only natural” (tutti singoli di discreto successo), mentre anche il batterista Paul Hester contribuisce con una canzone, “Italian plastic”, che diventa un cavallo di battaglia in concerto. A causa di un brano molto caustico nei confronti dell’ “American way of life”, “Chocolate cake”, il disco subisce una sorta di boicottaggio negli Stati Uniti ma si rifà ampiamente sugli altri mercati e soprattutto in Gran Bretagna, dove il pop fresco e intelligente dei Crowded House trova orecchie molto ben disposte. Appena iniziato il tour di promozione, tuttavia, Tim abbandona: entrano allora in organico il chitarrista/tastierista statunitense Mark Hart, già con i Supertramp, e Youth (ex Killing Joke) al basso, che nel ’93 si incarica della produzione di TOGETHER ALONE, album musicalmente più ambizioso dei precedenti e caratterizzato anche da influenze etniche. Portata a termine una serie di concerti con un nuovo batterista (dopo che anche Hester ha deciso di abbandonare per stare più vicino alla famiglia), Finn rimette mano al progetto di un album in duo col fratello e prepara il concerto di addio dei Crowded House: l’evento ha luogo il 24 novembre sugli scalini della celebre Sydney Opera House davanti a oltre centomila persone, diventando uno dei concerti australiani più affollati di sempre; poco prima l’antologia RECURRING DREAMS aveva regalato al gruppo il primo posto nelle classifiche inglesi e australiane. I vari membri della band si dedicano ad attività separate: Neil e Tim pubblicano due album come Finn Brothers (uno nel 1995 e uno nel 2004), Seymour si trasferisce in Irlanda e si unisce ai Deadstar, Hester forma i Largest Living Things e diventa una star della televisione per bambini. Nel 2005, tuttavia, a soli 46 anni, si toglie la vita dopo una lunga battaglia con la depressione. Il tragico evento è la scintilla che convince Neil, Seymour e Hart a far rivivere i Crowded House con il nuovo batterista Matt Sherrod: nell’estate del 2007 esce TIME ON EARTH (con la partecipazione, in due brani, di Johnny Marr), seguito poco dopo da un nuovo tour mondiale. Nel 2010 si consolida la reunion con INTRIGUER, nuovo album di studio. (30 giu 2010)