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«TESTA DI BASSO - Saturnino (con Massimo Poggini)» la recensione di Rockol

Saturnino (con Massimo Poggini) - TESTA DI BASSO - la recensione

Recensione del 13 mar 2015

(Salani, 226 pagine, euro 14.90)

Voto 7/10

La recensione

"Testa di basso" fu, 20 anni fa il primo album da solista di Saturnino Celani, che di professione non fa solo da perno ritmico della band di Jovanotti, ma molte altre cose.

Saturnino ha deciso di partire da lì, per la sua biografia, scritta a quattro mani con Massimo Poggini: dalla copertina di quell'album, riprodotta 20 anni dopo: gli immancabili occhialoni, lo sguardo verso l'alto, il cappello e il manico del basso che spunta.
"Testa di basso", in realtà, parte molto prima, dall'origine del nome di battesimo (che era quello di uno zio morto troppo giovane), fino al recente "Lorenzo 2015 cc", con tutto quello che c'è in mezzo. Il rapporto con Lorenzo, certo, di cui è il compagno musicale di più lungo corso, che viene raccontato in maniera diretta e candida, spiegando la psicologia dell'amico e collega. E poi le varie avventure musicali e non: gli incontri con i grandi musicisti, le avventure soliste e le collaborazioni ( Saturnino è un richiesto session man, e anche autore di molte canzoni e co-firma di Lorenzo in diversi brani), le escursioni fuori dalla musica e la vita personale.
Il tutto è raccolto in una serie di capitoli brevi e piacevoli, una serie di quadretti che messi assieme ricostruiscono una figura molto più sfaccettata e profonda di quella che ad alcuni può apparire semplicemente come "il bassista di Jovanotti".

Molte chicche ed episodi inediti, nel libro, come la storia del suo rapporto con Giovanni Allevi: suo concittadino, fu Saturnino a portarlo alla corte di Jovanotti e a dargli la prima grande spinta musicale, producendo il primo album "13 dita". Poi la lite, Allevi che accusa Saturnino di nonnismo. Qua la risposta, con un capitolo intitolato "Contala giusta, Giuanin": "Io lo prendevo in giro, e lo facevo piuttosto bene, e lui era incapace di reagire. Il fatto è che Giovanni ti guarda sempre dall'alto in basso", e ancora "Non è quel musicista geniale che crede di essere. Ha qualche problema con se stesso, a causa di un ego spropositato".
Insomma, aneddoti come questo a parte, "Testa di basso" è un dietro le quinte, da un punto di vista particolare: quello di chi è musicista, non è un frontman ma a modo suo è un personaggio; un libro interessante e ben confezionato sia se vi piace Jovanotti e il suo mondo, sia se vi interessano i percorsi della musica italiana.

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