Rockol30

«CRISTIANI DI ALLAH - Massimo Carlotto» la recensione di Rockol

Massimo Carlotto - CRISTIANI DI ALLAH - la recensione

Recensione del 31 mag 2008

(Edizioni e/o, 195 pagine, Euro 19,50)

La recensione

Non avevo mai letto niente di Massimo Carlotto. Anzi, confesso di averlo guardato con sospetto, questo autore così prolifico, soprattutto per via del fatto che gli piace molto (secondo me un po’ troppo) intitolare i suoi libri con frasi rubate alle canzoni (“Mi fido di te”, “Dimmi che non vuoi morire”, “Niente più niente al mondo”, “Arrivederci amore ciao”). Ma, insomma, questo libro è arrivato in redazione e me lo sono ritrovato in mano una sera che non avevo niente da leggere durante il ritorno a casa in treno, così l’ho cominciato. E confesso di averlo letto praticamente d’un fiato, e con piacere, Bella storia, ben raccontata, con una buona capacità linguistica e con alle spalle una ricerca (che suppongo accurata) sul periodo storico in cui è ambientata la vicenda: la metà del Cinquecento, nel Mediterraneo solcato dalle navi corsare. Protagonista è infatti un corsaro, Redouane: un corsaro singolare, per vari motivi che non starò a svelare qui altrimenti vi toglierei parte del piacere di leggere il romanzo (che poi sia un “noir”, beh, è discutibile; ma chi se ne frega delle categorizzazioni?).

Insieme al libro, però, ed è questa la parte più interessante per il lettore abituale di Rockol, c’è un Cd intitolato “Cristiani di Allah”, prodotto da Sergio Cossu e suonato da Maurizio Camardi e Mauro Palmas, con partecipazioni (fra gli altri) di Patrizia Laquidara, Elena Ledda, Gualtiero Bertelli e Eugenio Merico degli Yo Yo Mundi. Ed è un bel Cd, che mescola brani tradizionali e composizioni recenti e d’occasione. A volte, d’accordo, la voce della Laquidara ha un che di “artificialmente” popolaresco – non è così che m’ero immaginato cantasse la schiava Lucia, una protagonista del romanzo. Anche se va ricordato che la Laquidara, benché catanese, nel 1998 ha vinto una borsa di studio per il corso di autori e interpreti della musica popolare veneta e lombarda: ma qui non mi riferivo alla sua parlata della lingua (“Venexia”, “La barca dei soldai”, “Luna dime”) ma all’attitudine, allo spirito. E complessivamente l’operazione musicale ha un qualcosina di scolastico, come se si fosse sempre tenuta molto presente la lezione di Mauro Pagani. Ma comunque, niente che penalizzi il piacere dell’ascolto: il Cd ha una sua ragion d’essere che va oltre il ruolo di companion del libro.

“Cristiani di Allah” è anche uno spettacolo teatrale, con Carlotto nel ruolo del narratore e la Laquidara come protagonista nel ruolo di Lucia. (fz)

Prossimi articoli

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.