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«DISSOLUZIONE - Morgan» la recensione di Rockol

Morgan - DISSOLUZIONE - la recensione

Recensione del 22 dic 1999

Bompiani editore, pagg. 213, £ 16mila

La recensione

Franco Battiato, Manlio Sgalambro, Enrico Grezzi, Elisabetta Sgarbi: sono in molti a mobilitarsi per Morgan, affascinati dall’irrequietezza e la ‘scomodità’ del suo pensiero, quanto meno originale in un mondo – quello dei cantanti – che per scontatezza di ragionamenti e dichiarazioni diventa sempre più simile a quello dei calciatori. Morgan il presuntuoso, si dice spesso, e forse anche a ragione: ciò non toglie che nel giovane musicista milanese – apprendiamo dal libro luogo e data di nascita: Milano, 23 dicembre 1972 – il talento sia venuto fuori da tempo in modo inequivocabile. Se ne sono accorti i suoi colleghi musicisti, adesso se ne accorgerà anche chi metterà le mani – o meglio gli occhi – su questo volumetto che racchiude i testi dell’ultimo album dei Bluvertigo, “Zero”, accanto a cose scritte e collocate in ordine sparso. «Quello che avete fra le mani non è esattamente un libro. Io l’autore, non sono propriamente uno scrittore, ma queste non sono certezze», esordisce Morgan nella presentazione. «Alcuni capiranno subito, dalle prime due frasi di questa premessa, quello che in questo momento intendo. Proprio per le mancanze di cui scrivevo, ho sempre avuto alcune difficoltà ad usare le parole, sia scrivendo una lettera d’amore, sia nell’atto di comprare il pane. Ma anche questo sarà chiaro e, se non esplicitamente l’argomento, pretesto. Chiedere il senso è cosa antica, ma ormai siamo già troppo coinvolti». Morgan ha un modo tutto suo di scrivere, come già messo in mostra nel lavoro fatto con i Bluvertigo: i suoi sembrano estratti di un unico ragionamento ad alta voce, o, come suggerisce Battiato, “un’invenzione a due voci tra Morgan e il suo ideale momentaneo”, una serie interminabile di verità apparenti condensate in frasi asciutte e dense, nell’elenco delle quali affiorano qua e là dati personali, abbandonati a sé stessi. L’ego di Morgan si manifesta potente anche qui, ma sarà per il potere più mediato di questo tipo di comunicazione che l’aggressività qui risulta smorzata, quasi in secondo piano rispetto alle parole. Che sono tante, in questo libro, sia detto per inciso, e preferiscono una lettura episodica e frammentata – come si addice ai libri di poesia - piuttosto che la professione di un culto esclusivo. In allegato al libro un compact disc che contiene un brano dei Bluvertigo della durata di 7 minuti e passa, intitolato “Canone inverso (luxury goods)”, un cut up di musiche e testi estrapolati da scritti di Alda Merini, Nanni Balestrino, Aldo Nove, Enrico Grezzi, Elisabetta Sgarbi e altri. E’ forse una delle composizioni più riuscite e preziose del gruppo, ambiziosa ma realizzata con la maestria di cui i Bluvertigo sono capaci. Peccato non averla trovata sull’album, ma la Sony ha intenzione di rimediare facendola uscire come singolo.


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