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«BATTISTI, L'ALTRO - Andrea Podestà» la recensione di Rockol

Le canzoni di Battisti-Panella

Con un disco di Marco Sabiu e Gabriele Graziani

Recensione del 19 set 2023 a cura di Franco Zanetti

squi(libri), 72 pagine, 18 euro

Voto 7.5/10

La recensione

Scrivevo poche settimane fa di un altro libro - "Lo spleen di Lucio", di Francesco Patrizi, recensito qui - osservando che "Lentamente ma sistematicamente aumenta il numero degli adepti della conventicola dei cultori dei cosiddetti 'dischi bianchi' di Lucio Battisti, quelli scritti con Pasquale Panella e pubblicati fra il 1986 e il 1994 ('Don Giovanni', 'L'apparenza', 'La sposa occidentale', 'Cosa succederà alla ragazza', 'Hegel'). E aumenta anche il numero di libri dedicati a quei dischi: da 'Specchi opposti' di Ivano Rebustini a 'L’ornamentale destino' di Lorenzo Alberti a 'Da Don Giovanni a Hegel' di Alexandre Ciarla al più recente, questo 'Lo spleen di Lucio', che si propone come una 'guida all’ascolto dei dischi bianchi'.".

Non ha la stessa ambizione questo breve ma completo saggio di Andrea Podestà, ultimo uscito della serie, che senza che l'autore se la tiri da filosofo o filologo ci accompagna nel viaggio alla (ri)scoperta del cosiddetto "corpus hermeticum", e non dimentica, come altri suoi predecessori, che le quaranta canzoni dei cinque dischi sono, appunto, canzoni, parole e musica e canto. Anzi, accompagna il suo libro con un CD (ascoltabile anche mediante QRCode) con 14 canzoni delle quaranta citate, rivisitate dal duo - che tempo fa si faceva chiamare "Specchi opposti" - formato da Marco Sabiu e Gabriele Graziani.

Si sa che i tentativi di reinterpretare il repertorio Battisti-Panella sono stati pochi e non sempre riusciti; l'ascolto del lavoro di Sabiu e Graziani invita a un commento del genere "bel tentativo", ma, a mio modesto avviso, mentre il risultato approccia coraggiosamente le musiche, non soddisfa pienamente per quanto concerne le parti cantate. Che sono, come dire?, "troppo cantate". Nel senso che Graziani, noto come frontman degli Equ, secondo me, eccede nell'interpretazione vocale; che è più che corretta, ma risulta troppo presente (questione di mixaggio?) e (forse inevitabilmente) fa rimpiangere la precisione quasi distaccata dei fraseggi battistiani, che rende così affascinante l'interpretazione vocale originaria.
 

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