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«VIVA ZAPATA! - Artisti Vari» la recensione di Rockol

Artisti Vari - VIVA ZAPATA! - la recensione

Recensione del 14 lug 1998

La recensione

16 artisti per una compilation di altrettante canzoni, e la pubblicazione di un cd i cui proventi serviranno a finanziare la costruzione di un ospedale. Le popolazioni del Chiapas, da anni vessate dall’amministrazione ‘ufficiale’ messicana, si aiutano anche così, come spiega in questa nota Lorenzo Cherubini.

Il Chiapas è uno stato messicano, quando si arriva all'aereoporto di Tuzia Gutierrez si vede subito che è un posto ricco, la natura è aggressiva e prosperosa, il cielo è azzurro con delle belle nuvole di quelle che portano acqua preziosa, sei arrivato in un paese dei quale senti parlare come di un luogo sottosviluppato, e invece lungo la strada per San Cristobal ti sembra il contrario, campi coltivati, foreste, un sacco di militari e di polizia.

La verità è che il Chiapas è un posto ricco ma le popolazioni che dovrebbero godere di quella ricchezza, quelle che vivono quella terra da prima che arrivasse Colombo e compagnia bella sopravvivono in povertà, sfruttate dai proprietari terrieri che li costringono a lavorare per loro per meno di una miseria, i loro bambini non hanno cibo a sufficienza e la carenza vitaminica ne uccide a migliaia. Il Chiapas fornisce la maggior parte di energia idroelettrica al Messico e le popolazioni indigene non hanno né acqua corrente né elettricità, i latifondisti vendono cacao e caffé in tutto il mondo a caro prezzo e coloro che passano le giornate sui campi non hanno cibo a sufficienza né medicinali, le foreste di questa regione servono il legname per fabbricare carta da vendere nel mercato globale e nei villaggi indigeni non ci sono quaderni. Il giorno di Natale dei 1994, coperta da una bandana rossa che, come una maschera nasconde il volto ma rivela un'identità, questa gente dei Chiapas ha detto basta e tutto il mondo si è accorto di quello che stava succedendo, le prime pagine dei giornali hanno parlato degli scontri a San Cristobal e hanno reso famosa in tutto il mondo la "faccia" coperta dei comandante Marcos, l'uomo che ha raccolto le energie di queste persone e le ha organizzate a loro vantaggio, come un sacco di anni fa aveva fatto Emiliano Zapata, il grande rivoluzionario dei popolo, in un altro mondo, con altri poteri a comandare il mondo. Il potere contro il quale si trovano a combattere oggi gli Zapatisti si è fatto furbo e ha contatti ed appoggi in tutti i paesi dei mercato globale: non si tratta solo del governo messicano che appoggia i latifondisti che sfruttano quelle terre, ma di tutti i governi dei paesi cosiddetti industrializzati che sulle situazioni come quella dei Chiapas hanno basato una grossa fetta della loro economia (Lo stesso D'Alema si è rifiutato di incontrare una delegazione indigena dei Chiapas durante il suo viaggio ufficiale in Messico, ed è stata una chiara presa di posizione a favore della politica violenta dei governo di quel paese). Rivendicando dignità per sé stessi gli Zapatisti hanno finito per rappresentare la situazione di tutti quelli che nel mondo rivendicano dignità e rispetto dei propri diritti. Quando sono arrivato a La Realidad (uno dei villaggi chiave degli Zapatisti), dopo ore di ‘camel trophy’ e posti di blocco militari ho trovato della bella gente piena di forza negli occhi e nelle parole, senza retorica, con un sogno chiaro e realizzabile, si proprio così, realizzabile. Sono ripartito da quel

villaggio tra i bambini che rincorrevano la nostra auto con le loro gambe magre e le braccia alzate degli uomini di guardia che ci salutavano come si fa con degli amici venuti da lontano. Il giorno dopo abbiamo avuto un incontro di un paio d'ore con Samuel Ruiz, il vescovo di San Cristobal che - rarissimo caso in cinquecento anni di colonizzazione culturale da parte della chiesa cattolica - schierandosi con gli Zapatisti ha dimostrato che il Vangelo non è un'arma di oppressione ma una via per la giustizia. A Ruiz ho domandato cosa può fare un ragazzo che vive in un paese Europeo per la loro causa, se c'è qualcosa che si può fare a casa nostra; lui mi ha risposto che ognuno può fare moltissimo e che oltre alla raccolta di fondi per lo sviluppo di progetti in quelle terre è molto importante la comunicazione, cercare di parlare degli Zapatisti nei nostri paesi "ricchi", in quanto la loro esistenza sulla rete mondiale dei media è fondamentale per la sopravvivenza della loro lotta. Siamo ripartiti dal Chiapas con la sensazione che quella lotta fosse la nostra lotta e che qui non c'erano in ballo utopie irrealizzabili né la costruzione di un "uomo nuovo" su scala planetaria ma la semplice applicazione dei diritti umani, il rispetto della dignità di un popolo, di una lingua, di una cultura, di una diversità, del diritto di un popolo a vivere sulla sua terra coltivandola e vendendo direttamente il prodotto del suo lavoro. Nei giorni seguenti noialtri (eravamo Beppe Carletti con tutti i Nomadi, la Soleluna al completo e un po' di amici tutti coinvolti in questo viaggio) abbiamo cominciato a parlare dei progetti da mettere in piedi e ognuno ha dato la sua disponibilità a offrire il proprio lavoro. E' nata l'idea degli "Artisti Uniti Per Gli Zapatisti Del Chiapas" e dopo un giro di telefonate le adesioni erano tante e tutte molto importanti e cosi eccoci qua con questa prima cosa musicale. Un CD può sembrare niente di fronte a un problema cosi grande ma se solo si pensa all'importanza che ha avuto la musica sul cammino verso la liberazione di Mandela e la fine dell'apartheid in Sudafrica ci si rende conto che invece questo disco può fare molto. L'importante è che questo sia solo l'inizio e che dopo questa raccolta di canzoni nascano nuove idee e nuovi progetti da realizzare in favore di una causa che ci riguarda, perché l'ingiustizia nel mondo ci riguarda. Ogni volta che beviamo un caffè, che compriamo un pneumatico, una cioccolata, una banana, un mobile di legno, mettiamo benzina, ecc., probabilmente siamo complici di un'ingiustizia verso popolazioni che non hanno voce per gridare il loro dolore o forse noi non abbiamo orecchie per sentirli. In entrambe i casi le canzoni possono servire.

Lorenzo "Jovanotti" Cherubini

PROGETTO: OSPEDALE NELLA SELVA

Con il ricavato della vendita di questo CD e di tutte le altre iniziative che seguiranno, abbiamo deciso di finanziare e seguire la costruzione di un ospedale nella selva, nella comunità Francisco Gomez, una delle 5 ‘aguascalientes’ nel Chiapas, punti di riferimento delle comunità zapatiste.

Il progetto, che di seguito presentiamo in forma riassuntiva, ci è stato fornito dalla O.N.G. Eniance Civil, che opera a San Cristobal de las Cosas, in Chiapas, e consta di: 1 sala operatoria, laboratorio analisi, sala per radiografie, sala parto, consultorio ginecologico e di medicina generale, consultorio dentale, reparto infetti, cucina, lavanderia.

Il preventivo si riferisce alla costruzione dell'ospedale e al primo anno di funzionamento dello stesso.

Materiale per la costruzione e manodopera $ 175,000

Installazione elettrica $ 6,000

Allestimento sala parto, sala operatoria, consultorio ginecologico e di medicina generale, consultorio dentale, raggi X, laboratorio analisi $ 200,000

Medicamenti $ 1,000

Ambulanza $ 48,000

Personale $ 77,000

Imprevisti $ 5,000

Funzionamento dell'ufficio $ 7,000

TOTALE COMPLESSIVO (in dollari) $ 519,000

AUZC: Artisti Uniti per gli Zapatisti del Chiapas

Track list:

  • 99 Posse - Era ‘na volta
  • Vasco Rossi - C’è chi dice no
  • Litfiba - Cangaceiro
  • Pino Daniele - Fumo nero
  • Nomadi - In favelas
  • Ligabue - Vivo morto o x
  • Gang - Comandante
  • Carmen Consoli - Confusa e felice
  • Luca Carboni - Pregare per il mondo
  • Jovanotti - Occhio non vede cuore non duole
  • Ivano Fossati - Mio fratello che guardi il mondo
  • C.S.I. - Linea gotica
  • Francesco Guccini - Canzone per Silvia
  • Almamegretta - Ninas
  • Ustmamò - Nostre altre vite
  • Negrita - Ho imparato a sognare

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