Motta - VIVERE LA MUSICA - la recensione

Un po’ come il “discorso sulla musica e la sua anima” di Samuel, pubblicato alcuni mesi fa e già qui recensito, questo breve libro conferma, ai miei occhi, una tendenza corrente dell’editoria, che affida a personaggi di qualche notorietà nella musica (e non solo nella musica) il compito di filosofeggiare – il sottotitolo è “Affrontare gli ostacoli, i cattivi maestri e le folli regole del gioco” – senza possedere (ancora) l’autorevolezza che sarebbe necessaria per farlo in maniera convincente (non c’è da stupirsene: Motta ha solo 34 anni). Ne esce qualcosa di anodino, a metà fra l’autobiografia e la raccolta di riflessioni sulla vita e sul mondo, che si legge senza difficoltà perché è scritto piacevolmente, ma che non offre quella qualità stilistica peculiare che sarebbe una componente essenziale per approdare alla pubblicazione di un libro e dirsi “scrittore”.

“La letteratura” – ha detto Damiano Scaramella, l’editor di “Il Saggiatore” che ha affiancato Motta nella scrittura del libro “dev’essere un generatore di abissi, di profondità, di verticalità”: un vasto programma, che in questo libro non mi è parso di vedere realizzato.

Franco Zanetti