Marilyn Manson - DEAD TO THE WORLD - la recensione

Marilyn Manson dal vivo. Un’ora di canzoni di "Antichrist Superstar" intervallate da:

1. manifestazioni e dimostrazioni pro e contro di fanatici religiosi, al grido di "Jesus loves Manson" o altre divagazioni misticheggianti
2. interviste più o meno paranoidi di Marilyn, lento e spietato nel parlare, con la faccia di chi ormai è troppo al di là del bene e del male per curarsi del resto
3. Marilyn sul palco che si fa sputare addosso, si rotola per terra, spacca una bottiglia e si taglia il costato fino all’apparizione del sangue, si versa bottiglie d’acqua addosso, si fa fare un mezzo pompino dal suo chitarrista, arringa la folla al grido di "we hate love, we love hate" con spiegamento di mezze svastiche naziste
4. backstage del gruppo intento a fare a pezzi bottiglie sul muro, pisciare in piccole tinozze, vomitare di fronte all’obbiettivo, spaccare sedie e tappezzerie varie, sculacciare una fan amante dello spanking e poi farle un autografo sulla natica, filmare delle fans con inciso sulle braccia il nome della band

Per il resto, la cronaca è quella di un concerto dei Marilyn Manson, con canzoni potenti che alternano momenti d’attesa a riffoni scatenati nella migliore tradizione metal e testi che i presenti conoscono a memoria. Una videocassetta cui dare un’occhio per farsi un’idea del fenomeno, se proprio volete. Per il resto, a parte i comprensibili tagli e i camuffamenti che garantiscono l’anonimato degli intervistati, c’è veramente poco altro da segnalare o un solo motivo ulteriore per consigliarne l’acquisto.