“Record”: impegno femminista e synth pop per Tracey Thorn
Tracey Thorn, indimenticata voce del pop inglese, torna con un disco dai suoni leggeri e dai testi profondi sulla situazione femminile. Con almeno tre canzoni difficili da dimenticare.
Come è possibile non voler bene a Tracey Thorn? L'ex-cantante degli Everything but the girl ha attraversato più di trent'anni di musica pop (“Eden” l'esordio degli Everything But the Girl è del 1984) mantenendo il suo riconoscibile stile vocale - che non è invecchiato neanche un po' – passando dal jazz-pop brasiliano al drun'n'bass, dall'italo-disco alle atmosfere più acustiche, sempre un passo fuori dallo star system e raccontando nelle sue canzoni il suo quotidiano di donna, madre, amante e moglie.
I suoi dischi (sia con gli EBTG sia i progetti solisti) sono usciti con una certa lentezza e distanza l'una dall'altro, ma la sua voce in fondo non è mai andata via, sia attraverso alle sue collaborazioni con altri artisti (dalle storiche con gli Style Council e Massive Attack fino alle più recenti con John Grant e Jens Lekman), ma anche – per i fan più accaniti – grazie alla sua rubrica sul New Statesman, spesso tradotti anche da Internazionale, dove dice la sua sulla politica e sulla cultura inglese tra impegno e ironia. Il suo precedente disco (se si esclude l'immancabile con le canzoni di Natale) era “Love and its opposite” (2010) il suo lavoro più acustico e amaro, in cui osservava i matrimoni di amici che implodevano e le figlie che crescevano.
Questo “Record” fin dalla copertina , che ricorda i ritratti di Wharol a Liza Minelli, si presenta decisamente più (elettro) pop e leggero anche se i testi sono tutti legati all'universo femminile (una raccolta di “nove banger femministi” ha dichiarato la Thorn).
Diciamolo subito: il singolo contiene almeno quattro straordinarie canzoni: “Sister”, un vero e proprio inno pop dedicato a tutte le donne vittime del patriarcato (“I’m a mother / I’m a sister / And I fight like a girl”), ma suonata e cantata con grande leggerezza disco-funk con, in aggiunta, il soul delicato di Corinne Bailey Ray e “Face” che entra di diritto tra i grandi classici della Thorn sia per la melodia sia per il testo che racconta la storia di una donna costretta per amore a seguire un ex sui social media. “Babies” è una canzone sul controllo delle nascite e sul desiderio di aver bambini che riporta a certe sonorità new wave, mentre la liberatoria “Dancefloor” ricorda da vicino i suoni della seconda parte della discografia degli EBTG, potenti linee di basso e vocoder anni 80.
A lavorare in questo disco c'è Ewan Pearson , storico collaboratore della Thorn, Jenny Lee Lindberg e Stella Mozgawa dei Warpaint alla batteria e al basso che tengono alto il beat delle tracce, e un paio di altre collaborazione tra cui Shura, che suona la chitarra e canta in “Air”, un pezzo che sembrerebbe scritto per Annie Lennox.
“Record” non è certo un disco che verrà ricordato tra dieci anni, anche per un accompagnamento musicale lontano dai fasti della fase elettronica degli EBTG, ma la capacità di scrittura e rappresentazione di questi tempi da parte di Tracey Thorn è sempre notevole.
Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali
(“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di
cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge
sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri
contenuti informativi.
Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate
e, in generale, quelle libere da diritti.
Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da
fotografi dei quali viene riportato il copyright.
È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in
caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della
pubblicazione, ignoto.
Segnalazioni
Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non
rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida
valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata
rimozione.