Le indimenticabili sigle TV degli anni Settanta
Le canzoni (e i brani musicali), come sigla – iniziale o finale – di un programma televisivo, non s’usano più molto, o almeno non si usano più nello stesso modo. Ma agli inizi della storia della televisione italiana sono state molte le canzoni che, dall’essere proposte come sigle di apertura o chiusura di un programma, sono diventate grandi successi popolari. Mi fa piacere riproporvene qualcuna.
1970 - “Canzonissima”
Anche nel 1970 la trasmissione invernale di RAI Uno abbinata alla Lotteria Italia conserva il nome di “Canzonissima” che aveva ripreso nel 1968 (sarà vinta da Massimo Ranieri con “Vent’anni” davanti a Gianni Morandi). Diretta da Romolo Siena, scritta da Paolini e Silvestri, con l’orchestra diretta dal maestro Franco Pisano, è presentata da Corrado affiancato da una giovanissima Raffaella Carrà. Tema unificante degli ospiti di questa edizione è la professione dell’attore: partecipano fra gli altri Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Paolo Villaggio e Vittorio Gassman.
La sigla finale – dimenticabilissima, e infatti dimenticata - è cantata dai Dik Dik e s’intitola “Dove vai”; gli stessi autori (Paolini, Silvestri e Pisano) firmano “Ma che musica maestro”, che invece diventa un grande successo e lancia la carriera discografica di Raffaella Carrà.
1971 - “Il segno del comando”
Uno dei grandi sceneggiati di Rai Uno: trasmesso in cinque puntate di un’ora ciascuna dalla sera di domenica 16 maggio 1971, era un giallo/fantasy diretto dallo specialista Daniele D’Anza (“Il mattatore” con Vittorio Gassman, “Questa sera parla Mark Twain” con Paolo Stoppa e Rina Morelli, “Scaramouche” con Domenico Modugno, e poi “Giocando a golf una mattina”, “Coralba”, “Joe Petrosino”, “Ho incontrato un’ombra”, “L’amaro caso della baronessa di Carini”...), scritto da Giuseppe D’Agate, Flaminio Bollini, Dante Guardamagna e Lucio Mandarà e interpretato da un cast di lusso: Ugo Pagliai, Carla Gravina, Massimo Girotti, Carlo Hintermann, Rossella Falk, Franco Volpi. Questa storia inquietante di fantasmi, reincarnazioni e predestinazioni che ruota intorno a un misterioso medaglione appassiona il pubblico televisivo, e la canzone della sigla finale, “Cento campane”, scritta da Fiorenzo Fiorentini con musica di Romolo Grano, affidata alla voce di Nico Tirone (cantante del gruppo Nico e i Gabbiani, quelli di “Parole” – siciliano di origine, qui impegnato a cantare in romanesco), staziona per parecchie settimane in classifica; ne inciderà una sua versione anche il romanissimo Lando Fiorini.
1972 - “Adesso musica”
“Adesso musica” era un programma televisivo – che per titolo completo aveva “Adesso musica: classica, leggera e pop” – trasmesso sul Programma Nazionale il venerdì, in seconda serata, con la regia di Piero Turchetti e Luigi Costantini, e scritto da Adriano Mazzoletti e Giorgio Calabrese. A condurlo c’erano Nino Fuscagni – scomparso di recente; era già noto per aver condotto “Giocagiò”, un programma per bambini, insieme a Lucia Scalera - e Vanna Brosio.
La Brosio, torinese (nata nel 1943, deceduta nel 2010), aveva iniziato come modella e cantante, poi era stata la valletta di Mike Bongiorno per “La fiera dei sogni”, e aveva debuttato come conduttrice TV a fianco di Raffaele Pisu nel programma “Come quando fuori piove”. La notorietà le arrivò grazie a “Adesso musica”, ma contemporaneamente Vanna continuò a cantare, incidendo fra l’altro due canzoni di Enzo Jannacci. Dalla metà degli anni Ottanta si dedicò all’informazione sportiva, prima a fianco di Aldo Biscardi in “Il processo del lunedì”, poi in numerose altre trasmissioni.
Di “Adesso musica” Vanna Brosio cantava la sigla, che nel 1972 era “Oggi, domani, sempre” (Calabrese-Bardotti-Cellamare), mentre nel 1973 divenne “Viva noi”; di Castellano, Pipolo e Pisano; ve le facciamo riascoltare qui di seguito.
1972 - “Canzonissima 72”
“Canzonissima 1972”, l'edizione 1972-73 della trasmissione televisiva abbinata alla Lotteria Italia, andò in onda tra il 7 ottobre 1972 ed il 6 gennaio 1973 sul Programma Nazionale; quell’edizione, vinta da Massimo Ranieri con “Erba di casa mia” e presentata da Pippo Baudo, fu il definitivo trampolino di lancio per la carriera artistica di Loretta Goggi. La Goggi, bambina prodigio, aveva già esperienze musicali, cinematografiche e televisive; rivelò le sue doti di imitatrice nello show televisivo “Il Jolly”, presentato dal Quartetto Cetra, poi condusse lo show “Estate” con Renzo Arbore, e “La freccia d'oro”, ancora con Baudo, che la scelse come co-conduttrice di “Canzonissima”. Nel corso delle numerose puntate della trasmissione la Goggi, oltre a proporre una vera e propria galleria di imitazioni di donne del mondo dello spettacolo (Mina, Sophia Loren, Sandra Mondaini, Delia Scala, Nilla Pizzi, Isabella Biagini, Patty Pravo, Rita Pavone, Monica Vitti, Marcella Bella, Gigliola Cinquetti, Iva Zanicchi, Orietta Berti, Ornella Vanoni, Milva e molte altre), cantò alcune canzoni, come “Mani mani”, scritto da Dino Verde, Marcello Marchesi ed Enrico Simonetti, che divenne un suo motivo identificativo, e che potete ascoltare qui sotto
ed ebbe anche la grande opportunità di interpretare la sigla iniziale della trasmissione, “Vieni via con me (Taratapunzi-e)” (scritta da Marcello Marchesi, Dino Verde, Enrico Simonetti e Pippo Baudo), che ottenne un notevole successo di vendite.
1973 - “Il poeta e il contadino”
“Il Poeta e il Contadino” era un varietà televisivo, andato in onda per sei puntate sul Secondo Programma a partire dall’11 novembre 1973. Scritto da Guido Clericetti, Ludovico Peregrini, Enzo Jannacci, Cochi e Renato, con la regia di Beppe Recchia, aveva per protagonisti i cabarettisti Felice Andreasi, Enzo Jannacci, Teo Teocoli, Pippo e Mario Santonastaso, ed era condotto da Cochi e Renato. Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, duo di cabaret nato al “Derby” di Milano a metà degli anni Sessanta, avevano già una certa notorietà televisiva grazie alla partecipazione al programma pomeridiano “Quelli della domenica”, nel 1968, condotto da Paolo Villaggio, e l’anno seguente all’analogo “È domenica, ma senza impegno”.
La sigla finale di “Il Poeta e il Contadino”, scritta da Cochi e Renato con Enzo Jannacci, divenne popolarissima: si intitolava “La canzone intelligente”.
1974 - “Ho incontrato un’ombra”
“Ho incontrato un'ombra” era uno sceneggiato televisivo giallo-fantastico, andato inonda in quattro puntate dal 24 febbraio al 20 marzo 1974 sul Programma Nazionale. Il soggetto era di Biagio Proietti, la sceneggiatura di Enzo Ungaro e Gianni Amico, la regia di Daniele D’Anza. Era interpretato fra gli altri da Giancarlo Zanetti, Beba Loncar, Laura Belli, Tina Lattanzi, Renato De Carmine. La colonna sonora era firmata da Romolo Grano, che è anche il coautore, insieme a Berto Pisano, del famoso brano "A blue shadow", sigla finale della trasmissione. La curiosità è che il disco con l’esecuzione del brano, da parte dell’orchestra diretta da Pisano, non ebbe successo immediato, ma entrò in classifica dopo parecchie settimane dalla conclusione dello sceneggiato, arrivando addirittura al primo posto. Potete riascoltarlo qui sotto.
1974 - “Milleluci”
Passato alla storia per essere l’ultimo spettacolo televisivo condotto da Mina (che dopo un altro paio di ospitate avrebbe per sempre detto addio al piccolo schermo), “Milleluci” è stato trasmesso sul Programma Nazionale di sabato sera, dal 16 marzo all’11 maggio. Alla co-conduzione c’era Raffaella Carrà, che inizialmente sarebbe dovuta essere soltanto la soubrette della trasmissione. Il cui tema era, puntata dopo puntata, l’evoluzione storica di un diverso genere di spettacolo: la radio, il café chantant, la rivista, la televisione, l’avanspettacolo, il cabaret, il musical, l’operetta, il circo e la commedia musicale. Grandissimi nomi fra gli ospiti: Franca Valeri, Nilla Pizzi, Corrado, Gorni Kramer, Jula de Palma, Monica Vitti, Erminio Macario, Nino Taranto, Gino Bramieri, Wanda Osiris, Mike Bongiorno, Adriano Celentano, Alberto Lupo, le Gemelle Kessler, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Aldo Fabrizi, Tino Scotti, Gianfranco D'Angelo, Paolo Villaggio, Paolo Poli, Cochi e Renato, Gianrico Tedeschi, Giustino Durano, Ave Ninchi, Emilio Pericoli, Moira Orfei, Renato Rascel).
Gli autori erano Antonello Falqui (anche regista) e il commediografo Roberto Lerici, il direttore d'orchestra e compositore delle musiche originali Gianni Ferrio, il coreografo Gino Landi; lo scenografo Carlo Cesarini da Senigallia, il costumista Corrado Colabucci.
“Milleluci” è stato uno degli ultimi grandi varietà della storia della televisione italiana; aveva due sigle, una iniziale e una finale.
Quella d’apertura era “Din don dan”, cantata e ballata da Raffaella Carrà;
quella di chiusura era “Non gioco più”, cantata da Mina con l’armonica di Toots Thielemans – un titolo premonitore del futuro televisivo della grande cantante.
1976 - “Odeon”
Con il sottotitolo “Tutto quanto fa spettacolo”, il rotocalco televisivo scritto da Brando Giordani e Emilio Ravel, realizzato nell’ambito della testata giornalistica della seconda rete della RAI, è stato un eccellente esempio di innovazione del linguaggio del piccolo schermo: il montaggio veloce dei servizi, le tematiche “leggere” affrontate con taglio giornalistico e piglio spesso irriverente, Odeon – che andò in onda per tre anni, dal 1976 al 1978 – rimane uno dei programmi memorabili della TV di stato.
La sigla di testa e di coda erano animazioni di Piero Gratton, accompagnate dai brani “Big Shot” di Simon Park e Honky Tonk Train Blues, un boogie-woogie degli anni Trenta, scritto da Meade Lux Lewis e rielaborato al pianoforte da Keith Emerson, tastierista di Emerson, Lake & Palmer.
Il successo anche di vendite di “Honky Tonky Train Blues” indusse Keith Emerson a fare il bis l’anno seguente, quando sigla finale di Odeon divenne un suo arrangiamento pianistico di “Maple Leaf Rag” di Scott Joplin.
1976 - “Sandokan”
La prima puntata dello sceneggiato televisivo “Sandokan”, ispirato ai romanzi del “ciclo malese” di Emilio Salgari, andò in onda il 6 gennaio 1976 sulla Rete 1. La regia era di Sergio Sollima, gli interpreti – che diventarono presto popolarissimi – Kabir Bedi nel ruolo del protagonista, Philippe Leroy (Yanez), Carole André (Marianna), Adolfo Celi (Lord Brooke), Andrea Giordana.
Le sei puntate dello sceneggiato ottennero un successo sempre crescente, come pure la sigla, affidata agli Oliver Onions e intitolata proprio “Sandokan”.
I fratelli Guido e Maurizio De Angelis, dopo il debutto come duo cantautorale, avevano trovato la loro strada nella composizione di colonne sonora (la prima fu per il film di Nino Manfredi “Per grazia ricevuta”, poi vennero quelle per i film di Terence Hill e Bud Spencer) e di musiche per la TV; le loro prime canzoni di successo, uscite con lo pseudonimo di Oliver Onions, erano state “Flying thru the air”, tema della colonna sonora del film “Più forte ragazzi”, “Dune buggy”, tema della colonna sonora del film “Altrimenti ci arrabbiamo”, e “Zorro”, sigla del telefilm televisivo.
“Sandokan”, pubblicata a 45 giri con sulla facciata B “Lady Blue”, firmata anche da Susan Duncan Smith e Sergio Sollima, è stata uno dei maggiori successi degli Oliver Onions, arrivando fino al secondo posto della hit parade.
1977 - “Non Stop”
Scritto da Enzo Trapani con Alberto Testa e Giancarlo Magalli, “Non Stop” è stato un varietà per certi versi rivoluzionario, diretto da Trapani per la Rete 1 tra il 1977 e il 1979. Sottotitolato “Ballata senza manovratore”, aveva la caratteristica di non avere un presentatore di ruolo: ogni “numero” serviva da introduzione al successivo, e i protagonisti si susseguivano senza soluzione di continuità (appunto “non stop”), alternando performance comiche, balletti e canzoni.
“Non Stop” ha il merito di aver lanciato numerosissimi comici e cabarettisti, allora nuovi talenti poco noti, alcuni dei quali diventeranno famosi: Marco Messeri, Carlo Verdone, Massimo Troisi, Enzo De Caro e Lello Arena (nel trio napoletano La Smorfia), I Gatti di Vicolo Miracoli, I Giancattivi (trio fiorentino comprendente Francesco Nuti, Athina Cenci e Alessandro Benvenuti), Zuzzurro e Gaspare, Stefania Rotolo, Enrico Beruschi, Ernst Thole.
La sigla del programma era interpretata da El Pasador, nome d’arte di Paolo Zavallone: cantante, compositore, direttore d'orchestra e pianista di Riccione, dal 1989 al 2001 arrangiatore ufficiale delle canzoni dello Zecchino D’Oro.
1978 - “Che combinazione”
“Che combinazione” era un programma della Rete Due della RAI, in onda la domenica sera, il cui intento era di convincere il pubblico a pagare il canone della RAI: il programma promuoveva un gioco per gli abbonati al servizio pubblico radiotelevisivo, consistente nel rivelare un numero corrispondente al libretto di abbonamento di un utente – che veniva premiato.
La prima edizione fu condotta fra il 1978 e il 1979 da Delia Scala, notissima e apprezzata soubrette, che presentava i balletti e gli ospiti del programma, la regia era di Luigi Turolla. La seconda edizione, condotta da Romolo Siena e trasmessa fra il 1979 e il 1980, fu condotta da Rita Pavone e Gianni Cavina.
Le sigle delle due edizioni erano interpretate rispettivamente da Delia Scala (il brano era firmato da Paolini, Silvestri e Bruno Canfora) e da Rita Pavone con l’Anonima Ragazzi (il brano era firmato da D’Ottavi, Chiosso, Pavone, Righini, De Martino).
Ve le riproponiamo qui di seguito.
1978 - Stryx
Fra i varietà televisivi, “Stryx” ha un posto tutto suo. Era trasmesso sulla Rete Due della RAI la domenica sera – andò in onda dal 15 ottobre al 19 novembre 1978 – e suscitò molte polemiche per via dei contenuti a metà strada fra l’erotico e lo stregonesco, e anche per qualche nudità femminile che scandalizzò i soliti benpensanti (e infatti la settima puntata, una sorta di “best of”, prevista non andò in onda). Scritto da Alberto Testa, Enzo Trapani e Carla Vistarini, diretto da Enzo Trapani, prendeva il titolo da una parola latina, “strix”, cioè civetta, che in alcune regioni d’Italia divenne poi “strìa”, ovvero “strega”.
Il cast era pieno di nomi notissimi: Tony Renis (Philoconduttore), Angelo Branduardi (Folletto), Amanda Lear (Sexy Stryx), Anna Oxa (Stereo Stryx), Asha Puthli (Indian Stryx), Gal Costa (Stryx Do Brasil), Grace Jones (Rumstryx), Mia Martini (Gipsy Stryx), Patty Pravo (Subliminal Stryx), Ombretta Colli (Ludmilla, strega alla camomilla), Walter Valdi (il rospo Franz), i Rockets (Cosmodiavoli) e Gianni Cajafa (Furcas, Console Anti-fattura).
La regia innovativa e sperimentale di Trapani ha consegnato il programma alla storia della televisione. La sigla, firmata da Trapani – Vistarini – De Vita – Testa, si intitolava “Tee Dee Life”, e nella coreografia che l’accompagnava si esibiva il corpo di ballo della trasmissione, del quale faceva parte una giovanissima Barbara D’Urso, che vi compariva brevissimamente a seno nudo (l’immagine, purtroppo, è irreperibile, così come il video completo). Però potete riascoltare l’audio qui sotto: