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«EGO DEATH AT A BACHELORETTE PARTY - Hayley Williams» la recensione di Rockol

Hayley Williams oltre i Paramore: una cantautrice più vulnerabile

Dolore, ego, autoaffermazione: dopo un'insolita operazione, ecco "Ego death at a bachelorette party"

Recensione del 13 set 2025 a cura di Elena Palmieri

Voto 7.5/10

La recensione

Per il suo nuovo e terzo album solistaHayley Williams ha scelto un titolo che suona come un ossimoro, accostando profondità e spensieratezza: "Ego death at a bachelorette party". Così la 36enne cantautrice e musicista mette subito in chiaro la direzione del progetto, svelandone il tema attraverso diversi stati d’animo, dalla rabbia all’amore, dal confronto con la perdita e la depressione fino all’autoaffermazione, toccando le conseguenze di un percorso che non si può separare dalla sua storia con i Paramore. In una recente intervista a "The Face" la cantante ha chiarito che la band non si è sciolta, ma è semplicemente in pausa: "Ci prendiamo sempre lunghe pause. Ci vuole il giusto tempo che intercorre tra un album e l’altro per metabolizzare tutto quello che viviamo come persone". La dichiarazione è arrivata a contestualizzare il nuovo disco di Hayley come atto parallelo, non sostitutivo, e che lo colloca nel solco di una ricerca personale che non chiede permesso e non attende tempistiche collettive.

"Ego death at a bachelorette party" ha visto ufficialmente la luce dopo un'insolita operazione, criptica e inaspettata. Alla fine dello scorso mese di luglio, a sorpresa, la frontwoman dei Paramore ha condiviso sul suo sito ufficiale dal design rétro, simile ai desktop di Microsoft Windows degli anni 2000, diciassette brani inediti, raccolti sotto il titolo "Ego", accessibili tramite un codice legato alla sua linea di tinte per capelli. Circa 24 ore dopo la pubblicazione, la raccolta è stata rimossa dal sito, che mostrava quindi il messaggio: "Thank you for listening", "Grazie per l'ascolto". La mossa attuata da Williams ha scardinato la logica tradizionale del disco, e che solo con l’aggiunta di un’ulteriore traccia, "Parachute", ha assunto la forma di un album vero e proprio. Proprio quest'ultima canzone, che arriva alla fine di "Ego death at a bachelorette party", si rivela come uno dei momenti migliori di questa sorta di autoaffermazione di Hayley Williams come una cantautrice più vulnerabile. "I thought you were gonna catch me / I never stopped falling for you", sentenzia la musicista nel ritornello, riassumendo la frustrazione di arrendersi di fronte alla mancanza di sicurezza in una relazione. Immancabilmente, tra i fan sono subito nate speculazioni sulla fine della storia d'amore da favola tra Hayley e il compagno di band nei Paramore, Taylor York - nonostante non ci sia mai stata alcuna conferma ufficiale da parte di entrambi.

"Ego death at a bachelorette party" registra comunque un'importante rottura, segnando la prima pubblicazione di Hayley Williams dopo la fine del contratto con Atlantic Records, e arrivando quattro anni dopo il precedente "Flowers for vases / Descansos" e cinque anni dopo il primo album solista "Petals for armor". Scoprendo per la prima volta la propria libertà, Williams rivela nella propria scrittura arguzia e onestà, che trasformano "Ego death at a bachelorette party" in una catarsi. Il disco è così un mosaico, la cui frammentarietà - oltre a riflettere la modalità di pubblicazione - alterna episodi costruiti su chitarra e voce, innesti elettronici, e riferimenti al cantautorato e al pop-rock degli anni Novanta. A seconda del brano si riconoscono momenti che ricordano di volta in volta Alanis Morissette o Fiona Apple.

La rabbia e l'elettronica di "Ice in my OJ" aprono "Ego death at a bachelorette party", con Hayley che non esita a rivendicare la sua ritrovata libertà attaccando i "i coglioni a cui ho fatto fare i soldi": "I got ice in my OJ, I'm a cold, hard bitch / A lot of dumb motherfuckers that I made rich", recita la seconda strofa. L'ambiente sonoro in cui si costruiscono le 18 canzoni dell'album, per quasi un'ora di durata totale, è il risultato di sperimentazioni e influenze di varia natura, con la musica che spinge sul significato di ogni brano, arrivando non solo a a supportare testo, voce e melodia. Il primo brano del disco è un esempio, così come "Glum" e "Kill me": in questa le corde della chitarra sono strozzate per amplificarne il messaggio. Dopo la title track e "Hard" che riportano a territori già esplorati dai Paramore, tracce come "Whim" e "Love me different" rivelano un'anima musicale e narrativa totalmente diversa, che ricorda quasi il pop più dolce e immediato dell'amica Taylor Swift. Seppur in modo diverso, "Discovery channel" e "True believer" spostano ancora una volta il tiro, con testi espliciti e dolorosamente emotivi.

Seppur "Ego death at a bachelorette party" mostri momenti in cui la narrazione sembra rallentare troppo e alcuni esprimenti non sempre convincono, tra cui l’uso di pitch shifting che gioca sul timbro di voce in brani come "Zissou" e "Dream girl in Shibuya", il centro dell'album si regge su una sequenza di brani che combina vigore, impatto e verità. Alla fine, nell'intero discorso c’è comunque coesione. E dopo la bellezza melodica di "Blood bros" e la delicata "I won’t quit on you", "Parachute" arriva proprio a chiudere tutto alla perfezione, sintetizzando la tensione tra fragilità e resistenza che percorre il disco. In conclusione, "Ego death at a bachelorette party" si rivela un lavoro radicale della carriera solista di Hayley Williams, che ora si mostra finalmente sicura restituendo un ritratto di sé complesso, ma definito.

Tracklist

01. Ice In My OJ (02:11)
02. Glum (03:11)
03. Kill Me (02:47)
04. Whim (03:35)
05. Mirtazapine (03:21)
06. Disappearing Man (03:29)
07. Love Me Different (03:32)
08. Brotherly Hate (02:49)
09. Negative Self Talk (04:13)
11. Hard (02:56)
12. Discovery Channel (03:17)
13. True Believer (03:49)
14. Zissou (02:55)
16. Blood Bros (02:47)
18. Parachute (03:40)

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