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«3021 - Angela Baraldi» la recensione di Rockol

Angela Baraldi esplora un moderno cantautorato di qualità

“3021”, pubblicato dalla label di De Gregori, è una raccolta di otto brani essenziali e intensi

Recensione del 25 gen 2025 a cura di Luca Trambusti

Voto 7.5/10

La recensione

Ha impiegato otto anni Angela Baraldi per dare un seguito al suo disco “Tornano sempre” del 2017. “3021” è la nuova raccolta di otto canzoni (“una per ogni anno” dice ridendo la cantautrice bolognese) con cui torna, un album pubblicato con Caravan (distribuzione Sony Music), l’etichetta di Francesco De Gregori.

“3021” è un disco composto in piena libertà e senza alcuna pressione, un album che Angela si è cucita addosso nel tempo con grande passione, senza guardare al mercato e alle linee stilistiche “mainstream”, ma costruendo le proprie geometrie e architetture sonore.

Le otto tracce portano tutte la firma nei testi di Angela che compone insieme a Federico Fantuz, il chitarrista del gruppo che l’accompagna, mentre due tracce (il brano di apertura che dà il titolo al disco e “Cuore elettrico”) sono opera completa della Baraldi.

Canzoni nate negli anni, scritte componendo un disco che la protagonista pensava fosse difficile da “collocare” sino a quando non è arrivato De Gregori, che una volta ascoltate le canzoni ha dato tutto il suo sostegno e appoggio ad Angela, senza entrare, come dice lei stessa, nel merito artistico delle composizioni, ma incoraggiandola a “essere orgogliosa di ciò che facevo e non trattare le mie canzoni come merda”.

La caratteristica di “3021” sta nella sobrietà del disco stesso e nella sua essenzialità, che non vuol dire “pochezza” o banalità ma ricerca dei suoni e degli arrangiamenti più “semplici” per poter arrivare meglio e diretti all’ascoltatore. Non ci sono “derive” sonore, non ci sono “fronzoli” ma un suono accattivante, concreto e immediato nell’arrivare. Insomma, il meno è un valore.

Se sia un album rock o no se lo chiede anche la protagonista, la quale si risponde che poco importa: “Sono stata molto sincera, andando oltre a quello che potrà succedere”. E questo per lei è essenziale.

A questa nudità musicale si oppone uno spessore letterario con testi che spesso hanno riferimenti “spaziali” (“Cosmonauti” e “Saturno”), spazio visto come “desiderio siderale dell’essere umano di superare i limiti, senza un senso di conquista”, come spiega Angela, o “futuribili” come la tittle track, un brano che s’interroga su come gli archeologi del futuro vedranno tra 1000 anni (il 3021 appunto) il nostro mondo. “È un salto temporale nel vuoto mentale. Possiamo, forse, immaginare il futuro tra 100 anni ma tra 1000 è impossibile, chissà se l’umanità ci sarà ancora. È un viaggio sulla voragine del vuoto con la voglia di creare disagio nel pensare così lontano.” “Tuttavia - aggiunge - sono ottimista. Penso che l’umanità ci sarà ancora e continuerà a innamorarsi”. Se i concetti sono “profondi” e complessi quell’essenzialità musicale di cui si parlava è qui espressa al massimo.

La seconda traccia “Cosmonauti” la spiega bene l’autrice che svela come il brano sia dedicato al suo “maestro” Lucio Dalla. “È un sogno che ho fatto spesso dopo la morte di Lucio. Dalla ci ha lasciati all’improvviso con un grande senso di vuoto” spiega l’autrice. “Questo è un sogno liberatorio da questo dolore. Nel sogno Lucio guida una navicella spaziale che vola sopra i canyon e ogni tanto si lancia in picchiata urlando: “Non ti schianti, non ti schianti”. Questo sogno ha tolto le paure ed è un modo per salutarlo.” Quel “a modo mio” che chiude la canzone è una citazione dello stesso Dalla (Piazza Grande). Musicalmente è un brano più composito del precedente.

Colpisce invece la melodia che arricchisce l’ottima “Bellezza dov’è”, brano nato a Roma, un luogo dove non manca di certo la bellezza. Anche qua la sostanza musicale si riduce all’essenziale senza tuttavia lasciare nessun senso di vuoto.

La preghiera della sera” (anch’essa legata allo “spazio” in quanto ispirata dal film “Don’t Look Up”) parla di rapporto con la tecnologia. Qua la musica si fa “piena” e la voce di Angela “graffia” un po’.

Cuore elettrico” (oltre la rima Stelle/frittelle… ma ne esistono di peggio) è segnata dall’essenzialità musicale che regala il tappeto tessuto dalla chitarra arpeggiata.

Drammatica è l’ispirazione di “Corvi” che vive su una base musicale più strutturata, tra le più “piene” del lotto, quasi “gotica”. “Era inizialmente una canzone autobiografica - spiega la Baraldi - ma poi è diventata un brano sull’adolescenza quando ho visto in Tv una scena in cui un ragazzo alla Mostra del Cinema sul red carpet tendeva un braccio per fotografare e toccare gli attori, e questo braccio era pieno di tagli evidentemente autoinflitti. Ciò mi ha fatto riflettere sull’adolescenza e il suo malessere.” I corvi sono i neri pensieri che si affollano nella mente di un giovane. Gli arrangiamenti della batteria di questo brano sono curati da Vittoria Burattini, la batterista dei Massimo Volume.

La vestizione” è il trionfo dell’intensità, letterale come musicale. Con la conclusiva “Saturno” si ritorna nello spazio per una storia fantastica accompagnata da una musica questa volta sì complessa e completa che include anche un sax (c’è qualcosa di David Bowie).

Angela Baraldi definisce questo un disco “fuori dagli schemi del già sentito” ed è vero. Questo tuttavia non fa di “3021” un disco “alieno” (anche se c’è tanto spazio) perché alla fine sono “solo” otto belle canzoni, messe in fila da chi non ha intenzione di fare uno stereotipato pop ma piuttosto avventurarsi su terreni, non impervi, il cui fondo è quello delle belle atmosfere sonore riconducibili a un moderno cantautorato di qualità.

Tracklist

01. 3021 (03:29)
02. Cosmonauti (03:37)
03. Bellezza dov'è (03:23)
04. La preghiera della sera (03:11)
05. Cuore elettrico (03:05)
06. Corvi (02:39)
07. La vestizione (02:39)
08. Saturno (02:35)

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