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«LIBERATO III - Liberato» la recensione di Rockol

Come suona il terzo album di Liberato

Il misterioso cantante torna e mette insieme Teresa De Sio, Pussycat Dolls e Maria Nazionale.

Recensione del 03 gen 2025 a cura di Mattia Marzi

Voto 6.5/10

La recensione

Stavolta ha fatto uno strappo alla regola. Liberato ha pubblicato a sorpresa il suo nuovo album non il 9 maggio, data da sempre considerata un simbolo nell’immaginario del misterioso cantante napoletano (era il titolo della sua prima hit, quella che all’inizio del 2017 cominciò a far circolare il suo nome sui social, l’inizio della leggenda), ma allo scoccare della mezzanotte del 1° gennaio 2025. Il 9 però ritorna, in un modo o nell’altro, anche qui: nove sono infatti le canzoni contenute nell’album. Sette e mezza di queste sono inedite: sono “Turnà”, “‘A ‘mbasciata”, “Essa”, “Tre, “Sì tu (It’s you)”, “‘A fotografia” e “‘O diario”. “Lucia (Stay with me)” era uscita già il 9 maggio scorso ed era stata inclusa nella colonna sonora del film “Il segreto di Liberato”.Novembre” è invece una reinterpretazione di “November pain”, inedito contenuto sempre nella colonna sonora del film uscito la scorsa primavera. Il disco si intitola semplicemente “Liberato III” e arriva a due anni dal precedente “Liberato II” e a cinque e mezzo dall’esordio con “Liberato” del 2019 (più didascalico di così…).

Il primo brano, “Turnà”, è a tutti gli effetti una “comeback song”, una canzone sul ritorno, che si presta a due livelli di lettura: da un lato il ritorno di Liberato a Napoli (raccontato anche dal videoclip), dall’altro il ritorno sulle scene. L’ultimo, “‘O diario”, è un flusso di coscienza lungo cinque minuti che vede il misterioso artista partenopeo raccontare gli ultimi, difficili due anni della sua vita sul piano personale, tra problemi di salute mentale e blocchi creativi (“I' nun sapevo comme ev''a accumincià 'stu terzo album / me so' truvato nu poco bloccato, aggi''a dicere 'a verità / pecché m'ero miso 'ncapa 'e fà / Lana Del Rey, hê caí?”). Nel primo Liberato mischia Teresa De Sio e le Pussycat Dolls (nel brano un sample di “Voglia 'e turnà” della regina del Neapolitan power convive con una citazione di “Don’t cha” della girlband capitanata da Nicole Scherzinger). Nell’ultimo strizza l’occhio ai Daft Punk di “Giorgio by Moroder” - del resto li ha omaggiati anche nella colonna sonora del suo film, nella quale ad un certo punto compariva “Veridis quo”, mentre nel 2019 al Rock in Roma fece un mash up tra la sua “Me staje appennenn’ amò” e la loro “Aerodynamic” - parlando sopra una base elettronica, ripercorrendo gli eventi principali della sua vita e della sua carriera negli ultimi due anni (un fattore, nella rinascita, l’ha giocato anche la vittoria dello scudetto da parte del “suo” Napoli: “Na botta 'e serotonina ca l'ha sentuta pure 'o nonno mio”). In mezzo c'è tutto quello che ti aspetti da un disco di Liberato.

La scrittura è sempre la stessa, riconoscibile e citazionista, capace di mischiare alto e basso, tradizione e contemporaneità. “‘A ‘mbasciata” è un pezzo tra tropical house e dance-pop, un’esplosione di colori. “Novembre” è un pezzo più cupo, in cui Liberato si auto-cita: “Trase dint'â vita mia, i' te voglio bbene assaje / popo come 'int'â canzone”, canta sopra ai tastieroni, rimandando a quella “Je te voglio bene assaje” contenuta nel primissimo album (c’è anche la vibrazione del cellulare che caratterizzava la hit). In “Essa” omaggia Maria Nazionale, icona della musica napoletana, vista a Sanremo nel 2010 insieme a Nino D’Angelo con “Jammo jà”: un atto dovuto, perché il brano è una rivistazione della sua “Penzo sempre a isso”, riproposta al maschile. “Tre” è una ballata piano e voce che allude a un intreccio amoroso: “Già sta complicato si stammo i' e te / comme accumminciammo 'sta cosa a tre?”, canta Liberato, ma nel finale il brano diventa - forse volutamente - tanto intricato quanto la storia che racconta. Con “Sì tu (It’s you)”, tra bassi potentissimi e un ritmo irresistibile, si torna a ballare, pensando - anche qui - ai Daft Punk. “‘A fotografia” contiene un’altra citazione alla cultura pop partenopea: dopo Teresa De Sio e Maria Nazionale ora tocca al grande Eduardo de Filippo, di cui Liberato riprende un inciso tratto dalla commedia “Napoli milionaria” (“Diasillo, diasillo / signore, pigliatillo / cavaliere della Croce / ascoltate la sua voce”).

Tutto bellissimo. Ma la sensazione è che dopo quel meraviglioso esordio del 2019, e l’hype che ne conseguì, Liberato si sia un po’ arenato, creativamente parlando: i pezzi funzionano, si fanno ascoltare volentieri, ma non sembrano lasciare un segno tanto profondo quanto una “Tu t’e scurdat’ ‘e me” o una “Intostreet”, per citare due dei brani del primo disco, che continuano a rimanere i biglietti da visita più efficaci dell’artista (non a caso quest’estate, quando si è esibito sui palchi dei festival europei, ha incentrato le scalette proprio sulle hit degli esordi, più che sui pezzi più recenti). Era così già in “Liberato II”: qui per ritrovare il Liberato degli esordi, quello capace di unire ai guizzi geniali melodie potenti, bisogna aspettare proprio “Lucia (Stay with me)”, penultima traccia del disco, tra le poche canzoni di questo “Liberato III” che si candidano a entrare di diritto nella scaletta del concerto che il 31 maggio 2025 vedrà la voce di “Nove maggio” esibirsi al Circo Massimo di Roma. Chissà che ventidue giorni prima non pubblichi un altro album, per rispettare la tradizione e tornare a stupire.

Tracklist

01. TURNÀ (02:51)
02. 'A 'MBASCIATA (02:58)
03. NOVEMBRE (03:08)
04. ESSA (02:39)
05. TRE (03:54)
06. SÌ TU (IT'S YOU) (03:38)
07. 'A FOTOGRAFIA (02:57)
08. LUCIA (STAY WITH ME) (03:06)
09. 'O DIARIO (05:03)
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