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«I NOMI DEL DIAVOLO - Kid Yugi» la recensione di Rockol

I numeri 1: Kid Yugi, un album spietato e lucente come Lucifero

Durante l’estate, le recensioni degli album andati al primo posto in classifica nel 2024

Recensione del 09 ago 2024 a cura di Claudio Cabona

Voto 7.5/10

La recensione

Il rap di Kid Yugi è come un horror di John Carpenter: attraverso una versione creativa e fantastica mette le mani dentro la carne della realtà, ne racconta la sua brutalità, e allo stesso tempo costringe alla riflessione e all’analisi più profonda. Nelle barre del rapper pugliese, all’anagrafe Francesco Stasi, classe 2001, si mischiano cinema, letteratura, racconto di strada, amori e dolori di una terra con cui non vuole e non può staccare il cordone ombelicale. “I nomi del diavolo” è un album rap diretto, spietato, pieno di sentimenti contrastanti e per questo magico. È lucente, come Lucifero.

L'immaginario

Non è un caso che Kid Yugi, oggi, sia ritenuto uno dei nomi più importanti e interessanti di nuova generazione. Ispirato dall’opera “Il Signore delle Mosche” dello scrittore britannico William Golding, Yugi, affascinato anche dai molteplici nomi che sono stati dati al Male nelle varie culture e nella tradizione popolare e di come si manifesti in forme bizzarre e stravaganti nella nostra società, ha costruito un disco sulla parte oscura della vita. “Volevo rappresentare come il Male influisca sugli esseri umani, sia a livello del singolo, che della collettività, in varie forme e misure. Ogni traccia ha un titolo che rimanda ai diversi volti del Male”, ha raccontato Kid Yugi (qui la nostra intervista). Non mancano, dunque, riferimenti colti legati alla cultura cinematografica e letteraria, come già nel suo primo album “The Globe”. Un progetto tutto da scoprire. La copertina vuole omaggiare la celebre opera di Michail Bulgakov, “Il Maestro e Margherita”, rimandando alla scena del ballo di Satana, in cui una processione di figure oscure e di dannati deve percorrere una scalinata per baciare, con riverenza, la mano e il ginocchio del Diavolo.

Le canzoni più importanti

Ad aprire l’album è la traccia rap nuda e cruda “L’Anticristo” (“nelle mie storie i mostri come i fratelli Grimm”) che anticipa il mood cupo e dark del disco. Autentica perla è anche “Eva” in collaborazione con Tedua, una ballad dolce e commovente dove i due artisti rappano su una base di pianoforte (“nei punti in cui mi toccavi ora ho un eritema, per te cammino sul fuoco attraverso la bufera”). “Nemico” con Ernia possiede un testo che è una lettura universale dell’essere nemici e delle guerre in generale (“tu sei il mio nemico, il mio rivale, la mia nemesi, non c’è nessun trionfo in guerra, non ci sono superstiti”).

“Terr1” con Geolier è un brano provocatorio contro i pregiudizi e il classismo (“terrone, terrone, terrone, terrone, ho amici con la barba lunga che a tutti fanno terrore, stringo la mano a tutti dal bracciante all’assessore”). Il momento di denuncia sociale arriva con “Ilva”, un brano trascinante che contiene il sample di “Fume Scure” di Fido Guido, cantato in dialetto tarantino e dal sapore soul e reggae (“si vede da lontano una nuvola tossica , una terra rossa e la mia gente che soffoca”). La traccia sorpresa dell’album è “Ex Angelo” con Sfera Ebbasta, midtempo in cui il rapper pugliese rappa “sono attratto dalla vita e dalla sua fatalità”. “Lucifero”, la traccia finale, è il vero gioiello del disco. Da ascoltare e riascoltare per capire la forza, la bravura, il coraggio e la poesia di Yugi. 

Tracklist

01. L'Anticristo (02:18)
02. Capra a tre Teste (feat. Tony boy & Artie 5ive) (03:16)
03. Eva (feat. Tedua) (02:40)
04. Servizio (feat. Papa V & Noyz Narcos) (03:26)
05. Il Signore delle Mosche (03:13)
06. Lilith (02:44)
07. Nemico (feat. Ernia) (03:05)
08. Denaro (feat. Simba La Rue) (02:23)
09. Yung 3p 4 (03:05)
10. Terr1 (feat. Geolier) (03:05)
11. Ilva (Fume scure rmx) (feat. Fido Guido) (03:08)
12. Paganini (02:55)
13. Ex Angelo (feat. Sfera Ebbasta) (02:58)
14. Lucifero (02:59)
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