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«GRINGO VOL.1 - Selton» la recensione di Rockol

Gringo vol. 1: lo sguardo maturo e disincantato dei Selton

Settimo disco della band italo-brasiliana, breve ma intenso. Tra le feat. anche Ney Matogrosso.

Recensione del 04 giu 2024 a cura di Michele Boroni

Voto 7.5/10

La recensione

La storia dei Selton sembra uscita dalla penna di uno scrittore o di un abile sceneggiatore: quattro amici di Porto Alegre decidono di voler vivere di musica e si trasferiscono dal Brasile a Barcellona iniziando a cantare per strada le canzoni dei Beatles. Qui vengono notati da un produttore italiano che gli offre l'opportunità di suonare in un programma tv. A Milano si innamorano della comicità  surreale di Cochi e Renato e della musica di Enzo Jannacci e insieme a loro realizzano una raccolta di versioni italo-brasiliane delle canzoni che fecero la fortuna del Derby ("Banana à Milanesa", 2008).
Sono passati 15 anni, i quattro sono rimasti in tre, si sono ormai  stabiliti a Milano, integrati nel contesto musicale italiano e hanno realizzato sette dischi tra cui quest'ultimo dal titolo “Gringo vol 1”.

Continuare a stupirsi

“Gringo vol. 1” arriva dopo tre anni dal precedente, un tempo lungo che è servito per capire e provare a fare un disco che fosse veramente loro. Insomma, il cosiddetto disco della maturità. 
E va riconosciuto che ci sono riusciti.
Questo è un disco pieno di belle canzoni, di emozioni, di contaminazioni e di uno sguardo altro sulle cose. Come hanno detto i Selton all'intervista rilasciata a Claudio Cabona, Gringo - che in portoghese significa straniero - in questo caso non è riferito tanto alla provenienza, bensì dallo sguardo disincantato che ha lo straniero di fronte alle cose, uno sguardo pronto a stupirsi, sensibile verso ciò che vede. Concetto che viene esteso anche a livello di art direction del disco con l'utilizzo degli Occhiali Paraluce disegnati da Bruno Munari che diventano gli occhiali del gringo. 
Il fil rouge che unisce le 9 canzoni del disco è proprio un invito a non perdere questa sensibilità, a continuare a stupirsi. Ancora più che nei precedenti dischi, in questo “Gringo vol.1” si sente forte l'attitudine tipicamente brasiliana, ovvero la capacità di parlare di temi seri e drammatici (come, in questo caso, il burn out, l'ambiente, la migrazione) ma sempre associandola a musica spensierata, dolce e dall'andamento sognante. 

Le canzoni

Anche in questo disco si alternano pezzi cantati in italiano, portoghese e italiano, ma con una qualità media decisamente più alta rispetto ai precedenti già ottimi dischi dei Selton, ma in generale delle produzioni italiane.
In realtà questo disco ha avuto una realizzazione internazionale: la co-produzione oltre che dei Selton è di Ricky Damian, ingegnere del suono italiano ma che vive a Londra (un altro gringo!) che ha collaborato con Mark Ronson, Sampha e Sault trai i tanti. Inoltre le registrazioni sono avvenute allo Studio 13 di Damon Albarn a Londra e agli Abbey Road Studios. 
Tutto questo si sente: “Fatal” parla lo stesso linguaggio sonoro dell'ultimo raffinatissimo Caetano Veloso, certe esplosioni di suono in “Mezzo Mezzo” ci hanno ricordato gli ultimi dischi di Sondre Lerche e l'ultima  “Tears in the Swimming Pool” ha il sapore delle ballate dolenti di Sufjan Stevens. 
In mezzo collaborazioni preziose con la leggenda brasiliana Ney Matogrosso - il David Bowie della foresta – in “Sangue Latino” e Marco Castello in “Loucura”, ma nei credit si trovano anche i nomi di Gaia, Ginevra e Any Other che hanno collaborato ai cori. 
Insomma, un disco italiano di qualità, ma dal sapore internazionale e dalla qualità sopraffina. Aspettiamo quindi il vol.2.

Tracklist

01. Sangue Latino (feat. Ney Matogrosso) (02:26)
02. Calma Cara (03:08)
03. Fatal (03:11)
04. Café Pra Dois (03:04)
05. Mezzo Mezzo (02:58)
06. Calamaro Gigante (03:22)
07. Maresia (02:54)
08. Loucura (feat. Marco Castello) (03:40)
09. Tears in the Swimming Pool (03:19)
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