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«CMF2 - Corey Taylor» la recensione di Rockol

“CMF2”: Corey Taylor tra Slipknot, Stone Sour e qualcosa in più

Nel nuovo disco il cantante si lascia guidare dalle sue esperienze per mostrare i suoi tanti volti

Recensione del 19 set 2023 a cura di Elena Palmieri

Voto 7.5/10

La recensione

Un incazzato perenne ma anche un simpaticone, un cazzone e un romantico: tre anni fa con il suo primo album solista, “CMFT” (acronimo di “Corey motherfucking Taylor”), Corey Taylor aveva mostrato le sue molteplici personalità, togliendosi la maschera degli Slipknot e svestendo i panni di frontman degli Stone Sour. Per svelare senza filtri la propria indole, nel suo primo disco il cantante si era divertito a giocare con diversi stili musicali e proponeva riferimenti ai suoi ascolti e alle sue influenze, con richiami a Johnny Cash o citazioni agli AC/DC, omaggiati - per esempio - nel pezzo “Halfway down”. Dopo aver presentato un riflesso sincero di sé senza preoccuparsi di seguire uno schema preciso, il 49enne artista torna ora con un nuovo lavoro solista per cui, questa volta, per mostrare i suoi tanti volti guarda più alla propria carriera e si lascia guidare da ogni sua esperienza

“CMF2”

Il primo album era in qualche modo una raccolta di canzoni che avevo scritto durante diversi anni precedenti", ha affermato Corey Taylor, spiegando in un'intervista per Rockol le lavorazioni del suo secondo album solista, “CMF2”, il primo per BMG e per la sua etichetta, Decibel Cooper Recordings: "Al tempo ho pensato fosse un’opportunità registrarle e pubblicarle, concentrandomi sul farlo al meglio. Ma non c’era un vero e proprio piano”. Ha aggiunto: "Quando ho capito che veniva apprezzato davvero il mio materiale, oltre al lavoro con gli Slipknot e gli Stone Sour e quello acustico, questa cosa mi ha aiutato a capire come concentrarmi sul secondo album, come farlo meglio e come esplorare la musica più a fondo, anche aggiungendo materiale moderno, per cui la gente mi conosce, e approfondendo la scrittura". 

Il nuovo lavoro solista di Corey Taylor, che ha intitolato il disco semplicemente “CMF2” per "porre l’attenzione più sulla musica in sé", riprende sonorità, attitudini e atmosfere di ogni progetto che vede l'artista coinvolto, tra Slipknot, Stone Sour e lavori acustici, ma anche qualcosa in più. Nel brano già pubblicato come secondo estratto del nuovo album, “Post traumatic blues”, per esempio, si sente il nu metal della formazione mascherata dell'Iowa, con il canto in growl sorretto da chitarre, basso e batteria come mitragliatrici. Nel primo singolo “Beyond”, invece, Taylor mostra un lato più personale e, per questa dedica alla moglie, sceglie sonorità e vigore più affini agli Stone Sour. Con "Talk sick”, invece, “CMF2” prende velocità anticipando la frenesia alla Operation Ivy di “We are the rest”, mentre emerge il lato più feroce e caratteristico di Corey Taylor. Slanci rock and roll arrivano tra i suoi wah-wah della chitarra e i violenti colpi di batteria di “Starmate”, incastrati tra le sonorità acustiche di “Breath of fresh smoke”, la ballata “Sorry me” - con echi di “Vermilion, Pt. 2” - e il grido di “All I want is hate”.

I tanti volti di Corey Taylor

Take a breath, enjoy the show”, avverte Corey Taylor sul finale di “The box”, il brano che apre “CMF2” con toni sommessi e vulnerabili su una chitarra acustica e cupe sonorità. Le tredici tracce del disco offrono una messa in scena del passato, presente e futuro musicale dell’artista, insieme alla rappresentazione delle sue personalità - in mostra fin dalla copertina. Nonostante ripercorre musicalmente le tappe e gli stili sonori della propria avventura artistica, con qualche nuova suggestione per la sua esperienza, il musicista originario di Des Moines sceglie ancora una volta una narrazione personale e diretta per il suo nuovo lavoro. Nel disco Taylor affronta diverse tematiche delicate e personali, come la sua storia contro la depressione, e in “Post traumatic blues” racconta l’esperienza con il disturbo da stress post-traumatico.

“CMF2” include anche canzoni d’amore, dedicate alla moglie: “All I wanted was a dream come true / All I wanted was a woman like you / With a fire in your heart, smoke in your eyes”, ringhia Corey Taylor in “Beyond” in un singolare brano romantico dalle sonorità pesanti e martellanti, ma con un ritornello accattivante. L’oscurità e la malinconia di “Midnight” portano a uno dei momenti meglio riusciti del disco, tanto da riassumere in sé le trame sonore dell’album, con una certa inquietudine già svelata con Slipknot e Stone Sour. “Kept me from admitting all the venom I was spitting / Couldn’t tell if it was smoke or just the rain / Something else was missing, all the critics wouldn't listen / I don't need another problem, just thе pain”, recita un passaggio del settimo brano di “CMF2”, rivelando la forza della scrittura di Corey Taylor nella sensibilità. La forza con cui l’artista si lascia andare alle critiche con il suo inconfondibile sfogo rivela il punto di forza di tracce come “Punchline” e “All I want is hate”, delle corse perdifiato che anticipano la fine. La conclusione viene affidata alla profondità di “Dead flies”, una traccia che guarda all’intimità dei propri pensieri con diversi cambi sonori e d’atmosfera, con percussioni e riff di chitarra protagonisti. Se “CMFT” suonava più come un tentativo e una semplice conferma del potenziale di Corey Taylor, “CMF2” suggerisce una direzione più a fuoco e abile.

Tracklist

01. The Box (02:12)
02. Post Traumatic Blues (05:43)
03. Talk Sick (04:34)
04. Breath Of Fresh Smoke (03:49)
05. Beyond (04:17)
06. We Are The Rest (03:02)
07. Midnight (03:35)
08. Starmate (03:42)
09. Sorry Me (04:02)
10. Punchline (04:13)
11. Someday I'll Change Your Mind (04:22)
12. All I Want Is Hate (03:21)
13. Dead Flies (06:12)

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